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 2018  aprile 18 Mercoledì calendario

«Non sono morto con Zuzzurro. Ora finalmente la gente lo sa». Intervista a Gaspare

«Dopo tre mesi in cui è stato spento, ho riacceso il telefono ed è impazzito». Nino Formicola, per tutti Gaspare, ha dormito un paio d’ore dopo aver vinto l’ Isola dei famosi. «Sono arrivato a casa alle 4 di notte e poi mi sono fatto da mangiare: avevo una fame... Alle 8 sono andato in strada per fare una ricarica al telefono e lì c’è stata un’ondata da parte dalla gente che davvero non mi aspettavo».
In che senso?
«Mi fermano e mi dicono: “complimenti”. Ma complimenti per cosa? Non ho fatto nulla».
Non si aspettava questa vittoria?
«No, assolutamente. Ho partecipato all’ Isola per far vedere che, anche senza Zuzzurro, sono ancora vivo. Ho continuato a lavorare a teatro in questi anni ma, diciamoci la verità, il teatro non se lo fila nessuno».
Era contrario ai reality? 
«Contrarissimo. Poi con il carattere che ho: dico sempre quello che penso, sono polemico... Sapevo di essere stimato dal pubblico, ma non così».
Quando ha iniziato a credere nella vittoria? 
«Solo durante la finale. Lì ho avuto proprio l’impatto con questo affetto inaspettato. Anche perché non c’entro niente con i reality e con il pubblico che li segue».
Le resta dunque un po’ di scetticismo? 
«Beh, l’Isola è un programma stranissimo però. Prima di partire avevo detto: col cavolo che mi vedrete piangere per i parenti che mi mancano. Invece, nonostante il mio cinismo, ci sono caduto come una patata».
Cosa non si aspettava?
«Che mi mancasse tanto la quotidianità con la mia compagna Alessandra. E poi mi sono mancati moltissimo i libri: non leggere per tre mesi mi è pesato molto più che non fumare».
Pensa di aver fatto capire ora che Gaspare esiste anche senza Zuzzurro? 
«Credo di sì. E ho realizzato che la gente, pur ridendo con noi, aveva avvertito che eravamo persone serie».
Cosa le avrebbe detto lui?
«Sono convinto che Andrea stia ridendo come un pazzo. Ci avevano proposto di fare l’ Isola dieci anni fa e abbiamo rifiutato, ora sarebbe divertitissimo. Il reality mi ha aiutato ad uscire dal buco nero in cui ero caduto».
A cosa si riferisce? 
«Alla brutta sensazione che tutto fosse finito. La gente per strada mi diceva: non ti vediamo più, lavori ancora? Questo nonostante le mie tournée. Ma io non sono morto con Andrea... pareva che un po’ si fossero dimenticati di me. Quando ho ripreso a lavorare dopo la sua scomparsa un impresario per spiegarmi come mai di colpo mi diminuiva così drasticamente il cachet mi aveva detto: perché lei è capace di lavorare anche da solo? Dopo 40 anni di lavoro è stata una pugnalata».
Ora quali sono i progetti? 
«Per prima cosa organizzare subito la prossima tournée. Poi, se ci fosse l’opportunità, credo che ricominciare una strada televisiva a 65 anni sarebbe la ciliegina su una carriera che inizia ad essere piuttosto lunga».