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 2018  aprile 14 Sabato calendario

«L’infinito» compie 200 anni. È ancora l’inno alla libertà

Il “giovane favoloso” (dal titolo del suo film-biografia) non smette di colpire. Il fascino di Giacomo Leopardi non conosce eclissi. E piace sempre più ai ragazzi. I suoi versi forse più amati e citati, quelli della poesia L’infinito, da duecento anni si spalancano come una finestra mai chiusa sulla vertigine dell’abisso, sull’orizzonte aperto alla speranza inestinguibile. Manca circa un anno al bicentenario della composizione poetica che risale dall’aprile 1819 ma si è già cominciato a celebrare questa felice occasione. 
Se si visita il Centro mondiale della poesia, a Recanati, in quel parco letterario che comprende il cuore dei luoghi in cui ha vissuto buona parte della sua travagliata esistenza, si può verificare il grado di popolarità dell’Infinito, davanti alle sue tradizioni praticamente in tutte le lingue del mondo: dall’arabo e aramaico al sanscrito, dal francese al giapponese, dal russo al finlandese... 
VERSI D’EGITTO 
È stato proprio al Cairo che hanno preso il via le iniziative per l’evento, nel marzo scorso, con la recita in arabo della poesia leopardiana nel bel mezzo di un quartiere popolare della metropoli egiziana. Il progetto-cardine di questa “festa” è Infinito 2000, nato da un’idea del poeta Davide Rondoni e del Centro di poesia contemporanea di Bologna, promosso dalla Fondazione Claudi e dal Cesma (Centro studiI Marche), che da marzo 2018 al dicembre 2019 prevede incontri, letture, studi, iniziative varie. Il progetto ora si sposta a Roma, precisamente nel complesso monumentale di San Salvatore in Lauro, dove il Pio Sodalizio dei Piceni, con il sostegno del Mibact, ha organizzato una mostra di manoscritti di Leopardi, inaugurata ieri l’altro con il convegno Infinito 2000. È davvero emozionante chinarsi su una teca e cominciare a leggere, su un piccolo foglio ingiallito, «Sempre caro mi fu quest’ermo colle», verso dopo verso, attraverso una calligrafia nitida, elegante, scattante, con le D e le T che sembrano volersi alzare in volo...E poi stralci di lettere, altri versi, tutti contenuti in preziosi manoscritti prestati per l’occasione dal Comune di Visto che li possiede, come ricorda il sindaco, Giuliano Pazzaglini. Per comparare scritti e luoghi cari al poeta nella mostra sono presentate immagini di paesaggi marchigiani e non realizzati da pittori a lui coevi di primo Ottocento che provano a sognare l’infinito, busti e ritratti scultorei che lo raffigurano in pose già pienamente romantiche, come spiega Claudio Maggini, curatore dell’esposizione e storico dell’arte. E non si può non rivolgere il pensiero alle Marche, ancora oggi colpite dal sisma: l’intera iniziativa viene dedicata idealmente proprio a questa terra ferita. 
Esiste un segreto, una formula alchemica non ancora svelata per cui questi versi non si riescono a dimenticare, e persino i ragazzi che passano la vita su smartphone e portatili vari non resistono a questa musica dal linguaggio ottocentesco? Gli esempi sono tanti, ma basti pensare al successo del film Il giovane favoloso di Martone, o del libro di Alessandro D’Avenia L’arte di essere fragili, che solo nelle prime settimane di uscita, nel 2016, ha venduto 250mila copie. «Penso che L’Infinito di Leopardi faccia comprendere come l’identità di ciascuno sia legata appunto all’infinito, che il valore della persona non sia determinato da ciò che ha o che fa, a cose transitorie, ma a qualcosa d’altro, di più grande e libero, e questo dona un senso di leggerezza, una fuga dall’ansia da prestazione», spiega a Libero Davide Rondoni, «e del resto Leopardi ha capito con chiarezza che l’uomo o è legato all’infinito o lo è al potere. I giovani sono affascinati da questa sfida: non farsi abbagliare dal potere, lasciare la porta spalancata sull’infinito, nonostante i rischi che si possono correre» 
LINGUAGGIO COMUNE 
La poesia è un linguaggio che ha ancora senso, oggi, che può ancora appassionare? «Sì, proprio perché viviamo in un’epoca di grande consumo delle parole, la poesia restituisce loro luce, intensità, bellezza. Basta andare a dare un’occhiata nei social: gli argomenti più discussi sono il sesso, i soldi, e proprio la poesia, con continue citazioni di versi e di autori. 
La parola è al centro della vita dell’uomo e tutti, più o meno consapevolmente, siamo alla ricerca di parole che abbiano senso, non siano solo chiacchiera o insulto o falsità. Siano luce, come lo sono i versi di Leopardi». Eccone spiegata l’attualità..