Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  aprile 15 Domenica calendario

Da Tim all’Ilva l’offensiva di primavera di Cassa Depositi

Roma La Cassa depositi e prestiti sta per cambiare pelle e, in linea con i nuovi umori della politica sovranista di Lega e Cinque Stelle, trasformarsi in mega banca pubblica? Ne ragiona Affari& Finanza, il settimanale economico di Repubblica in edicola domani, nella sua inchiesta di apertura. L’indizio di un mutamento di rotta può essere rintracciato nelle dichiarazioni di fine marzo del presidente di Cdp Claudio Costamagna su Alitalia. Laddove l’ex banchiere di Goldman Sachs, nominato da Renzi nel 2015 alla guida del colosso pubblico che gestisce il risparmio postale di 23 milioni di italiani ( 253 miliardi nel 2017), si mostra possibilista rispetto a un intervento della Cassa in Alitalia. Una considerazione che nessun presidente aveva mai osato prima. Semplice riposizionamento politico nel post-elezioni o svolta in vista per Cdp?
Affari& Finanza azzarda un percorso di analisi, mettendo in fila le ultime grandi operazioni che hanno coinvolto Cassa depositi. Ma non sempre da vincente. Come nel caso dell’Ilva di Taranto, poi andata al gruppo anglo-indiano concorrente guidato da Arcelor Mittal. E in quello di Pioneer, la società di gestione del risparmio di Unicredit, volata tra le braccia dei francesi di Amundi. Senza parlare poi delle missioni commerciali in Iran del 2015 che dovevano portare, negli auspici del governo, nuove commesse per le aziende italiane, in primis Ansaldo Energia. E invece sfumate per la riottosità della Cassa a sfidare le possibili sanzioni Usa, suscitando più di qualche malumore a Palazzo Chigi.
E infine la grande partita di Tim, dopo la recentissima acquisizione del 5%. Una mossa che più di altre si intreccia con la politica vecchia (Berlusconi) e nuova (Di Maio e Salvini). E lascia intravedere le due nuove sfide per Cdp: la rete telefonica e il ruolo da difensore dell’italianità minacciata.