Corriere della Sera, 14 aprile 2018
Non sa vendere lo Chagall rubato. Dopo trent’anni lo porta alla polizia
Ci sono i ladri d’opere d’arte improvvisati che non riescono a rubare i quadri che vorrebbero, quelli che riescono a rubarli ma li danneggiano durante il furto (conservandoli male o semplicemente avvolgendoli nel verso sbagliato durante la fuga), e quelli che non riescono a rivendere la refurtiva. Il caso del furto di «Otello e Desdemona» (1911) di Marc Chagall, avvenuto trent’anni fa e appena risolto, è un po’ un riassunto di (quasi) tutte le cose che un ladro d’opere d’arte non dovrebbe fare, il dizionario dei luoghi comuni del ladro dilettante. Fortunatamente: visto che il quadro è salvo e verrà prossimamente messo all’asta (i proprietari sono nel frattempo morti, e avevano comunque incassato i soldi dell’assicurazione) con ricavato devoluto in parte in beneficenza e in parte alla compagnia assicurativa.
Scomparso nel 1988 dall’appartamento newyorchese (nel quartiere dei ricchi di una volta, l’Upper East Side) del gioielliere Ernest Heller e della moglie Rose, lo Chagall è rimasto fino all’anno scorso nascosto in una soffitta del Maryland, poco lontano da Washington: il ladro – per l’Fbi, che non ha diffuso il nome, lavorava nel palazzo dove vivevano gli Heller – non era mai riuscito a venderlo e si era rassegnato a affidarlo a un conoscente (che aveva, secondo gli investigatori, conoscenze nel mondo del crimine organizzato). Vari tentativi di vendere il dipinto a galleristi si erano ovviamente scontrati con l’impossibilità, da parte del ladro, di certificarne la provenienza.
Ecco così il quadro nascosto in una cassa di legno, in una soffitta del Maryland, perché neanche il conoscente del ladro era riuscito a piazzarlo (e, anzi, diffidava del ladro: temeva che non gli pagasse la commissione pattuita in caso di vendita). In questo quadro vagamente da «Soliti ignoti» alla fine il ricettatore sfortunato si è rassegnato a consegnare il dipinto di Chagall al Fbi (i federali indagano anche, nel vasto portfolio di crimini loro affidati, sui grandi furti d’arte). Il ladro? I trent’anni passati dal giorno del furto gli garantiscono la prescrizione almeno per quel reato, così «Otello e Desdemona» finirà all’asta: a beneficio della MacDowell Colony – un centro non profit per artisti nel verde del New Hampshire – la Columbia University e il Nyu Medical Center.
Quanto vale «Otello e Desdemona»? Chagall può raggiungere quotazioni molto alte – il record è di 23 milioni di euro per «Les Amoureux, del 1928 – ma secondo Artnet il quadro ritrovato difficilmente verrà battuto per una cifra superiore ai 450mila euro. Non è un’opera importante, tra quelle del pittore, e secondo il consulente Todd Levin dalle immagini sorge il sospetto che il quadro sia rimasto danneggiato durante il furto e la sua lunga permanenza in soffitta.
Al Fbi, invece, si sono comprensibilmente detti felici per il ritrovamento (già il semplice fatto che dopo l’11 settembre 2001 riescano a trovare ancora budget – e agenti – per indagare sui furti d’opere d’arte ha del miracoloso); e possono tornare a indagare sul più grande furto d’arte d’America, quello del Museo Gardner a Boston del 1990. Vermeer e Rembrandt scomparsi nel nulla, e davvero speranze inesistenti che si sia trattato di un ladro incapace come quello di Chagall.