La Stampa, 15 aprile 2018
Formula Eur
Il rumore delle venti nemiche elettriche della normale viabilità non si sente. Alla fine, dopo due giorni di chiusure al traffico, percorsi alternativi e code sulle strade adiacenti all’inedito circuito cittadino dell’Eur, Roma ha realizzato che dovrà convivere per un quinquennio con il suono del silenzio della Formula E. «Correremo qui per altri cinque anni», annuncia Alejandro Agag, il boss del campionato riservato alle vetture elettriche, dopo aver premiato il vincitore Sam Bird, pilota britannico della Virgin. «È sbocciato un amore, lavoreremo a un protocollo di lunga durata», conferma il sindaco Virginia Raggi, sempre in prima fila tra il paddock e la pit lane. Qualcosa, comunque, è scoccato davvero. Amore puro, fascino della novità, interesse sincero o semplice presenzialismo, con il tutto esaurito (più di 30 mila presenti) in tribuna e nei prati, poco importa.
«Non capisco chi si lamenta di avere in città un evento del genere», sussurra Luca, un trentenne con il cappellino della Ferrari, entrando alla Nuvola di Fuksas, addobbato da villaggio ospitalità dei vari sponsor. «Un’ora e un quarto per fare 7 chilometri», impreca Armando, tassinaro da trent’anni. «Ma quale Formula E? Con le buche che ci sono, a Roma facciamo ogni giorno il mondiale di rally», urla una signora a un vigile che presidia uno dei varchi della zona chiusa al traffico. In effetti su via Laurentina e via Ostiense, le due arterie che hanno risentito di più del blocco della circolazione sul tratto dell’Eur di via Cristoforo Colombo (la strada a quattro corsie che collega Roma con il mare di Ostia), è tutto un chiedere e imprecare. «Che strada devo fare?», «A che ora riaprite?», «Come faccio?». Interrogativi seguiti da risposte non sempre oxfordiane. Qualche metro più in la, nella «green zone» riservata a chi ha il biglietto, è uno struscio continuo avanti e indietro.
Al debutto romano (e italiano) nel circus dei bolidi elettrici non è voluto mancare nessuno: politici di tutte le repubbliche e tutti gli schieramenti (Virginia Raggi, Antonio Tajani, Luigi Di Maio, Pier Ferdinando Casini, Francesco Rutelli), teste coronate (il principe Alberto II di Monaco, la duchessa di York Sarah Ferguson), autorità sportive (il presidente del Coni Giovanni Malagò) e vip dell’imprenditoria e dello spettacolo (Flavio Briatore, Simona Ventura, Giancarlo Magalli). «Sarebbe bello portare la Formula E anche a Napoli. Una versione tarantellata di Montecarlo», scappa di bocca ad Aurelio De Laurentiis. Il primo ascolto del suono del silenzio della Formula E finisce facendo pari e patta tra entusiasti e oppositori. All’Eur, da oggi con le passeggiate domenicali al Laghetto e da domani con la riapertura di uffici e ministeri, tornerà al potere il rumore dell’ordinaria quotidianità.