la Repubblica, 15 aprile 2018
In aula l’avvocato e la pornostar l’indagine che spaventa Trump. Michael Cohen è sotto inchiesta, l’Fbi ha sequestrato i documenti del legale del presidente
L’avvocato, la pornostar e la modella di Playboy. E dietro le quinte ( ma non troppo), lui, The Donald. Quella che andrà in onda domattina in un tribunale federale di Manhattan sarà una delle puntate principali di una commedia politico- boccaccesca che rischia di inguaiare il “Commander in Chief” degli Stati Uniti d’America e che, proprio come una telenovela, potrebbe durare molto a lungo. Condizionando la Casa Bianca forse anche più del Russiagate.Michael Cohen – avvocato personale di Donald Trump ( e suo stretto collaboratore da anni) – è il protagonista principale di questa “pièce” che ha come palcoscenico un’austera aula di giustizia del tribunale, una storia intricata che si dipana tra stanze da letto, hotel di lusso, uffici legali, studi tv, registrazioni segrete, piccoli-grandi ricatti e qualche bella manciata da migliaia di dollari. Quasi un reality, che inizia (pubblicamente) diversi giorni fa, quando di buon mattino un gruppo di agenti del Fbi si presenta con un bel mandato di perquisizione negli uffici e nella casa dell’avvocato del presidente Usa. Sequestrando pacchi di documenti, tra cui (forse) quelli che provano i pagamenti effettuati da Cohen a vantaggio di due donne: Stephanie Clifford e Karen McDougal.Sono loro due le co- protagoniste di questa vicenda. La prima, Stephanie – meglio conosciuta nel mondo degli amanti del porno-soft come Stormy Daniels – avrebbe avuto ( ormai oltre dieci anni fa) una lunga storia di sesso con The Donald sui cui dettagli aveva promesso, in cambio di 130mila dollari, di stendere un velo. La seconda, Karen, più o meno nello stesso periodo o qualche mese dopo (siamo nel biennio 2006- 2007) avrebbe avuto una vera e propria relazione con l’attuale presidente, durata circa dieci mesi. Ed anche lei sarebbe stata pagata ( 150mila dollari) per mantenere il silenzio, nel suo caso da American Media Inc., società il cui amministratore delegato è un caro amico di Trump.Trump ufficialmente nega – in quegli anni era già sposato con la first lady Melania ( che ha avuto il loro unico figlio, Barron, nel marzo 2006) – e sostiene che Michael Cohen se davvero ha pagato Stormy Daniels ( cosa che peraltro ha confermato lo stesso avvocato) lo ha fatto di propria iniziativa senza che lui, il presidente, sappia il motivo e ne fosse a conoscenza. E con uno stuolo di avvocati più o meno di grido tenta adesso di bloccare questo possibile terremoto tra politica, giustizia e gossip.I legali di Cohen chiedono che gli agenti federali restituiscano i documenti che gli sono stati sequestrati, sostenendo che le perquisizioni mattutine violano il rapporto privilegiato (il segreto d’ufficio) tra avvocato e cliente garantito dalla Costituzione, richiesta che si è trasformata in una sorta di boomerang. Perché un giudice di Manhattan ( Kimba Wood, una donna) ha accolto la richiesta del procuratore federale per interrogare in un aula di tribunale Cohen. Con una motivazione molto semplice, che finora non si conosceva: Michael Cohen è da mesi “under criminal investigation” ( inchiesta per gravi reati) per i suoi affari, evidentemente poco chiari.Mentre i legali di Cohen si trovavano venerdi in tribunale il presidente degli Stati Uniti avrebbe chiamato il suo avvocato personale ( per fare un “check in”, hanno spifferato al New York Times due persone presenti alla telefonata). Quali siano stati i contenuti della conversazione non si sa, ma anche questa sembra una mossa sbagliata da parte di Trump, soprattutto alla luce di quanto venuto fuori negli ultimi giorni, cioè il fatto che Cohen spesso registrava le conversazioni di lavoro e di affari con i suoi soci, i colleghi e forse anche i clienti. Alla Casa Bianca qualcuno teme adesso che l’Fbi abbia trovato tra i documenti sequestrati qualcosa di compromettente per The Donald (e non solo sulla vicenda con le due donne) visto che l’Fbi ha in mano smartphone, tablet, email e documenti contenuti nelle cassette di sicurezza dell’avvocato privato del presidente. Senza dimenticare che a dare indicazione per il mandato di perquisizione è stato il procuratore speciale Robert Mueller (con il via libera del vice- ministro di Giustizia Rosenstein).Infine, quasi per dare più pepe (e per la gioia dei fotografi) all’audizione di domani in tribunale, l’avvocato di Stormy Daniels ha annunciato che molto probabilmente la pornostar sarà presente in aula.