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 2018  aprile 14 Sabato calendario

Presa la banda dei rapinatori con lo spray. Scatenò la calca in piazza San Carlo

È stata una banda di giovanissimi rapinatori a scatenare il caos in piazza San Carlo, in occasione della proiezione della finale di Champions League tra Juve e Real Madrid. La gang voleva rapinare gli spettatori spruzzando spray al peperoncino. Hanno tutti tra 18 e 20 anni. Origini maghrebine, alcuni di loro sono cittadini italiani.
La Digos e la Squadra Mobile ne ha arrestati dieci ieri notte su ordine della procura nell’ambito dell’inchiesta sulla tragedia avvenuta la sera del 3 giugno scorso, accanto al filone che vede indagati la sindaca Chiara Appendino, l’ex questore Angelo Sanna, funzionari del Comune, dei vigili del fuoco e della polizia municipale per le carenze organizzative di quella serata. Dei dieci arrestati, sette sono finiti in carcere, due ai domiciliari, uno all’obbligo di firma.
I dieci compongono una gang di predatori che ha colpito a più riprese a Torino, in Italia e in alcune città europee. In piazza San Carlo, quella sera, erano in quattro. Sono considerati i principali responsabili della rapina utilizzando spray urticante al peperoncino. Da quelle spruzzate tra la folla, alle 22,12 del 3 giugno 2017, scaturì il panico e il fuggi fuggi generale. Con un bilancio gravissimo: 1526 feriti e una donna – Erika Pioletti, di Domodossola, morta in seguito alle lesioni riportate.
Nove mesi e mezzo dopo sono finiti in carcere Sohaib Bouimadaghen 20 anni, Mohammed Machmachi 20 anni, Hamza Belghazi 19 anni, Aymene Es Sabihi 21 anni. I primi due, sottoposti a fermo, sono già formalmente accusati di omicidio preterintenzionale, ma si sta valutando di estendere le stesse contestazioni agli due altri complici. Il personaggio chiave di questa vicenda è Bouimadaghen, nato a Ciriè. Il più vanitoso del gruppo, che usa i social per pubblicare acquisti costosi. Scarpe, smartphone, viaggi. Ma è stato il primo a cedere. Poco dopo essere stato ammanettato ha confessato subito, durante l’interrogatorio in procura. «Sì, sono stato io a spruzzare lo spray in piazza San Carlo». Nel confessare ha svelato la presenza degli altri 3 complici. Ieri mattina è toccato a Mohammed Machmachi ammettere le sue colpe di fronte ai pm Roberto Sparagna e Antonio Rinaudo.
Indagine complessa, costruita dagli investigatori della Digos a partire dalle testimonianze di 15 spettatori, colpiti dallo spray. «Abbiamo sentito un forte bruciore in gola». Qualcuno sviene. Come la fidanzata di Davide Buraschi, il tifoso accusato ingiustamente da alcuni siti di essere l’arteficie del caos, per un filmato in cui viene ripreso con le braccia aperte tra la folla terrorizzata della piazza. «Volevo solo calmare la gente», afferma in un verbale. La svolta in questo caso arriva durante una perquisizione da parte di alcuni agenti di un commissariato torinese, Barriera Nizza, a caccia di una «baby gang» che fa razzie nei centri commerciali. Scorrendo le chat di un telefono scoprono commenti sulla notte del 3 giugno. Comprendendo la portata dei messaggi, le fotografano e avvisano i colleghi della Mobile. E da qui inizia la caccia al gruppo di predatori di concerti e discoteche, coronata con gli arresti di ieri. Il gip Stefano Vitelli, che ha firmato i provvedimenti cautelari, scrive: «Si tratta di predatori professionali organizzati spregiudicati pronti a ottenere il proprio bottino anche a costo di mettere a rischio la vita di migliaia di persone».
Soddisfatto il procuratore capo Armando Spataro, per la rapidità delle indagini. «Siamo arrivati a una conclusione dei 2 filoni di inchiesta in poco più di 8 mesi. In tempi brevissimi». Ha aggiunto: «I risultati sono frutto di un lavoro di squadra». Di indagine «esemplare» ha parlato anche il Questore Francesco Messina.
Piazza San Carlo è stata la rapina della svolta. Nei mesi successivi hanno colpito 10 volte. Le ultime il 2 marzo ad Amsterdam, il 5 marzo a Berlino.