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 2018  aprile 12 Giovedì calendario

Aerei spia, le tracce dei russi. Così nel bunker di Lisa si scelgono gli obiettivi

Tutto il Mediterraneo orientale si prepara a diventare un campo di battaglia. Navi da guerra si muovono alla massima velocità verso Cipro, ultimo avamposto occidentale prima della Siria. C’è un viavai di aerei che trasportano carburante e munizioni nelle basi. Tutto di corsa, perché all’improvviso la tensione è salita alle stelle. Per la prima volta dai tempi della crisi di Cuba, i russi sembrano decisi a giocare un ruolo attivo in difesa dei loro interessi. Una determinazione che può avere effetti imprevedibili e nefasti.

Tutte le decisioni passano da due strutture sotterranee zeppe di terminali e computer, dove si vivono ore frenetiche.
Nell’aeroporto di Capodichino l’ammiraglio James Foggo III, comandante della VI flotta statunitense, ha il compito di mettere insieme la nuova coalizione anti Assad: una missione che aveva già svolto nel 2011, coordinando i raid contro Gheddafi. Ha un ottimo rapporto con i francesi: un anno fa è stato insignito della Légion d’honneur. E lo scorso 12 marzo a Londra ha incontrato i vertici delle forze armate britanniche, parlando di «nuovi modelli di intervento»: «Non possiamo prevedere al 100 per cento quale sarà la prossima minaccia o dove, Dio ci perdoni, sarà la prossima guerra. Dobbiamo essere pronti per ogni evenienza». Ma forse nemmeno lui aveva ipotizzato uno scenario del genere. L’ammiraglio aveva raccontato del padre sbarcato in Normandia. E del nonno, sopravvissuto a un attacco chimico nelle trincee della prima guerra mondiale: le stesse armi proibite per cui ora si vuole punire Assad. Nel suo discorso londinese, per la prima volta Foggo III non aveva parlato solo di lotta al terrorismo ma si era concentrato sulla nuova sfida: «Dobbiamo essere un deterrente contro le aggressioni russe in questo teatro». Il suo incubo sono sei sottomarini russi classe Kilo, armati di missile cruise, che si muovono invisibili tra il Mar Nero e il Mediterraneo. «Hanno dimostrato capacità impressionanti, possono andare e colpire dovunque restando sommersi. È fondamentale sapere sempre cosa stanno facendo». Ovviamente, i vertici di Mosca proteggono il segreto, ostacolando con i loro caccia gli aerei spia statunitensi. E ieri sera uno di questi velivoli Boeing Neptune decollato da Sigonella ha girato per ore sul mare davanti alla Siria, proprio sul confine delle esercitazioni navali russe.
Le scelte operative spetteranno a una donna, il controammiraglio americano Lisa Franchetti, a capo della StrikforNato. Nel suo bunker alle porte di Lisbona vengono aggiornati in continuazione i bollettini dell’intelligence, per decidere quali bersagli attaccare. In tempo reale sugli schermi arrivano i rapporti di satelliti, droni, ricognitori e agenti sul terreno. Relazioni che segnalano il trasferimento di jet e semoventi siriani lontano dagli aeroporti: li piazzano sotto i cavalcavia stradali, li mimetizzano in angoli remoti.
Bisogna anzitutto capire dove è nascosto l’arsenale chimico del regime: pochi ordigni, di vecchia concezione, che possono essere spostati con un camion. Quindi fare una stima del rischio di “danni collaterali”: nubi tossiche provocate dalla distruzione delle cisterne di gas o edifici civili che si trovino in prossimità. C’è un solo aeroporto sicuramente nel mirino: quello di Dumayr, da dove sono partiti gli elicotteri che il 7 aprile hanno sganciato bidoni di clorina sulle case di Douma, uccidendo 34 persone e avvelenandone altre 500. È un luogo altamente simbolico, perché il regime è nato lì: la carriera del giovane colonnello Assad cominciò espugnando proprio quella base durante il golpe del 1963.
Sarà msr Franchetti a stilare la lista dei possibili obiettivi, che verrà sottoposta a Trump, Macron e May: l’ultima decisione spetta sempre ai governi. Ma questa volta è tutto più difficile. I russi infatti non vogliono abbandonare le basi siriane e non si può rischiare di colpirli: sarebbe l’inizio di un’escalation.
E Mosca ha ordinato di tenere alta la guardia. Ieri intercettori Sukhoi hanno fatto sortite verso Cipro e per diversi minuti sono stati accesi i radar dei missili S-400, la micidiale contraerea che può fare da scudo al cielo di Siria.