Corriere della Sera, 11 aprile 2018
Servono anni per tornare alla normalità
L’energia nascosta nel sottosuolo dell’area di Macerata è anco-ra notevole e il sisma di 4.6 di magnitudo che ieri mat-tina ha scatenato nuove preoccupazioni lo dimo-stra. Secondo i geofisici dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia si tratta di una sequenza innescata ancora dal terremoto dell’agosto 2016 che ha avuto il suo picco massimo nell’ottobre se-guente con 6.5 di magni-tudo. Dunque sarebbe la coda del fenomeno di allora che, col passare dei mesi, assume livelli diversi. Per tutto il 2017 si è verificata una quarantina di sismi al giorno, diventati 100 quest’anno per poi aumentare in aprile a 140 con due punte di 3.5 di magnitudo (tutte le altre erano rimaste intorno a due). Nel crescendo si è arrivati alla scossa più intensa di ieri e l’area interessata si esten-de per 1.200 km quadrati. «Sarà necessario molto tempo per tornare alla sismicità naturale tipica degli Appennini – spiega Concetta Nostro dell’Ingv —. Dopo il terremoto del-l’Aquila sono occorsi tre anni per tornare a quel livello».