ItaliaOggi, 10 aprile 2018
Diritto & Rovescio
In una bella intervista che il maestro Riccardo Muti ha concesso a Valerio Cappelli del Corriere della Sera, il direttore d’orchestra rivela: «Ci fu un momento in cui a Firenze, eletto un primo cittadino della Dc, mi fu detto che bisognava nominare come direttore artistico un personaggio socialista o comunista, così vuole il pacchetto, mi disse un musicista influente. Io rimasi inorridito». Questo episodio dimostra come da 40 anni a questa parte la morsa del consociativismo abbia totalmente soffocato la società italiana. Al tempo della vicenda raccontata da Muti, la Dc e il Pci apparivano come partiti ferocemente avversari. I loro elettori li votavano proprio perché essi avevano idee opposte. Ma le due nomenclature, che nei comizi facevano finta di lottare, nel chiuso dei loro uffici si spartivano la società. Molti elettori si sono ribellati a questo stato di cose, non votando. Ma le vicende non sono cambiate. Adesso è esploso il populismo. E ancora, se potessero, i politici non cambierebbero di una virgola il loro costume.