Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2018  aprile 10 Martedì calendario

Il batticuore ai box, adesso è il pit stop il rischio più grande

Sakhir Benedetti maledetti pit stop. Due secondi appena per cambiare le gomme e pure il senso di un gp. 20 uomini col casco (obbligatorio) attorno alle macchine, un’orchestra mica un garage. Se uno stona, addio melodia. Francesco Cigarini lavorava alla posteriore sinistra della Ferrari di Kimi Raikkonen nella seconda fermata sul circuito del Bahrain, qualcosa è andato storto, pare non per un problema tecnico ma di procedura, di fatto il finlandese è ripartito con la luce verde con tre ruote sostituite e la quarta no, travolgendo il meccanico addetto all’elettronica sulla Rossa di Sebastian Vettel, che è finito a terra con la gamba sinistra fratturata, tibia e perone. Kimi si è fermato allo stop dato dai box abbandonando l’auto in pit lane, Cigarini portato al centro medico di Sakhir poi in ospedale e operato nella notte, già in piedi e ha ricevuto la telefonata di Raikkonen che voleva sincerarsi delle sue condizioni. Multa di 50mila euro a Maranello per rilascio insicuro, indagine della Fia e della Ferrari stessa. Durante le libere altri problemi dentro le serrande della Rossa, sempre sull’auto di Kimi uscita con l’anteriore sinistra non fissata: 5mila euro di ammenda vista la pronta reattività a fermarsi, altrimenti la Fia prevede anche punizioni come un numero di retrocessioni in griglia che ritiene appropriato alla colpa di “rilasciare” le auto dopo la sosta in condizioni di pericolo per lo staff. Due settimane fa a Melbourne il dramma delle Haas, con i meccanici che sbagliano il fissaggio degli pneumatici sulle loro vetture, una dopo l’altra: Magnussen e Grosejan si ritirano, il danese con la posteriore sinistra e il francese con l’anteriore sinistra penzolanti, oltre alla multa di 5 mila euro ciascuno. Il pit stop è cruciale, ovvio, ma un millesimo in più o in meno vale il rischio sicurezza? Ci voleva un minuto nei favolosi ‘ 50 di Fangio, l’argentino scendeva pure dall’auto per dare una mano. Archeologia, certo, adesso conta la più estrema strategia. La Fia regola la zona della pit lane e dello stesso pit stop in modo chiaro, assegnando alle squadre raggio d’azione e responsabilità: tra le altre cose, impone ai meccanici di non uscire dai garage prima che l’auto arrivi e rientrare immediatamente dopo; e dà in carico ai team di far ripartire macchina e pilota in maniera sicura dopo la sosta per evitare danni a personale e altri piloti. Ma basta? È stato calcolato che il battito cardiaco dei meccanici raddoppia in quel momento e nonostante ormai tutti i team facciano allenamenti specifici, la pressione in quel momento è molto intensa, interna ma anche esterna a cominciare dal rumore. Un frangente ormai così altamente specializzato che dal 2016 viene premiato: la Mercedes la più veloce nella stagione scorsa. Il box più rapido in Bahrain? Quello Ferrari: 2.24 secondi per cambiare le uniche ruote della corsa alla Loira di Sebastian Vettel.