Il Messaggero, 7 aprile 2018
Figlia vegana alla madre. «Se cucini il ragù ti uccido»
MODENA Finire davanti a un giudice per un ragù. Non è MasterChef ma l’insolita vicenda capitata a una donna modenese nel marzo del 2016. La signora, una pensionata 68enne, è stata minacciata di morte dalla figlia vegana mentre preparava il re dei sughi emiliani. Esasperata dal continuo utilizzo della carne e dal profumo proveniente dalla cucina della casa condivisa con la madre, la figlia 47enne avrebbe provato a bloccare la preparazione esclamando: «Adesso ci penso io a farti smettere. Se non la pianti di fare il ragù ti pianto un coltello nella pancia». O almeno così recita il testo della denuncia che la 68enne ha presentato nei confronti della figlia. L’anziana donna ha deciso di non lasciare cadere nel vuoto la minaccia portando la disputa davanti al Giudice di Pace. Nadia Trifirò, il giudice a cui è stata assegnata la causa, dopo la prima udienza appena conclusa, ha fissato un tentativo di riconciliazione per il prossimo giugno. Ovviamente se le diverse vedute culinarie dovessero impedire alle due donne di venirsi incontro, si procederà fino alla sentenza e la figlia dovrà rispondere del reato di minaccia semplice.
Secondo i giornali locali che hanno riportato la notizia non si tratterebbe di un episodio isolato. Le liti casalinghe tra le due sono note nella zona e sarebbero sempre state legate al diverso approccio al cibo. La figlia viene dipinta dalla stampa come una vegana convinta che avrebbe scelto di allontanarsi dalle abitudini culinarie emiliane, rifiutando quindi di mangiare ogni tipo di carne e i suoi derivati, dopo aver lasciato la casa di famiglia. Tuttavia nell’abitazione modenese dove la donna è cresciuta, i fornelli sono rimasti tra le mani dell’anziana madre che, come tradizione impone, continuava a far cuocere lentamente il ragù. Quando la 47enne ha perso il lavoro ed è stata costretta a tornare a vivere a casa con la madre, lo scontro ravvicinato di due culture alimentari tanto differenti quanto radicate nelle loro posizioni è esploso. Le discussioni si sono fatte sempre più frequenti fino a culminare nell’episodio di due anni fa denunciato dalla massaia modenese e finito davanti a un giudice.