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 2018  aprile 08 Domenica calendario

Fondi Ue, l’Italia può perdere 434 milioni

Il 2018 è il primo anno della programmazione 2014-2020 in cui scatta la regola del disimpegno automatico. Tradotto vuol dire che i programmi di sviluppo rurale italiani devono portare a pagamento entro la fine dell’anno 434 milioni di solo quota Feasr per raggiungere il primo traguardo di spesa della programmazione ed evitare di dover restituire risorse a Bruxelles che si portano dietro una spesa pubblica complessiva di 835 milioni. «Dopo aver chiuso il 2017 in modo negativo, soprattutto a causa delle difficoltà determinate dalle incertezze sui nuovi obblighi legati alla nuova certificazione antimafia, la spesa è ripartita», spiegano gli esperti del giornale on line PianetaPsr mettendo in evidenza «la notizia positiva», cioè nove regioni hanno già superato la soglia del disimpegno: Umbria, Veneto, Toscana, Emilia Romagna, Sardegna, Trento e Bolzano, Sicilia e Calabria.
E le altre undici? «Molto vicini al traguardo sono la Lombardia (93,4%) e il Molise (93%) mentre non desta preoccupazione il Piemonte, con una percentuale rispetto all’obiettivo 2018 dell’86 per cento e con soli 12 milioni da spendere nei prossimi dieci mesi». I problemi maggiori arrivano da Campania e Puglia: la prima deve ancora spendere 102 milioni e la seconda deve liquidarne 72 entro la fine dell’anno.
Alla fine di febbraio il livello di attuazione rispetto all’intero periodo 2014/2018 si attesta al 14,94% con un incremento rispetto ad inizio anno dell’1,43%. Sopra la media europea – ad inizio dicembre circa del 22% – ci sono le province autonome di Trento e Bolzano e il Veneto. Livello di attuazione elevato e prossimo alla media dell’Unione Europea anche Sardegna ed Umbria. Secondo i ricercatori «è necessario un ulteriore sforzo delle amministrazioni regionali nel chiudere le istruttorie sulle misure più importanti dei Psr con alto impatto sulla spesa ai fini del disimpegno e porsi obiettivi temporali ben precisi nella risoluzione dei problemi procedurali ancora presenti». Dal loro punto di vista, però «la possibilità di evitare il disimpegno per tutti i Psr italiani sembra a portata di mano, visto che l’ammontare complessivo delle risorse ancora da liquidare non è esorbitante».
Si vedrà. Intanto è stato pubblicato il bando 2018 per il Primo insediamento in agricoltura, lo strumento Ismea che ha l’obiettivo di facilitare l’accesso alla terra da parte dei giovani tra i 18 e i 41 anni non compiuti, che intendono diventare imprenditori agricoli. Sul tavolo ci sono 70 milioni che serviranno ad erogare mutui a tasso agevolato per acquistare un’azienda agricola. Le agevolazioni sono legate alla presentazione di un Piano di Sviluppo aziendale che dimostri la sostenibilità economica, finanziaria e ambientale dell’intervento in relazione allo sviluppo dell’attività agricola. Negli ultimi due anni, secondo Ismea, l’intervento finanziario ha permesso a 151 giovani di diventare imprenditori agricoli che hanno creato 450 posti di lavoro.