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 2018  aprile 07 Sabato calendario

Atenei francesi in mano all’islam

PARIGI La Gioconda di Leonardo da Vinci indossa il burqa, i caffè sono tutti chiusi per il ramadan, la cattedrale di Notre-Dame è diventata una moschea, e sotto l’Arco di Trionfo sventola una bandiera francese con scritte in arabo, in gloria dei foreign fighters morti in nome di Allah. Benvenuti nello Stato islamico di Francia, il futuro distopico immaginato in un video dell’organizzazione no profit americana Secure America Now (San), dove le leggi della République sono state sostituite dalla sharia, le donne indossano il velo integrale, e i bambini, a scuola, vengono addestrati per diventare dei perfetti mujaheddin. 
Il filmato, secondo quanto affermato giovedì da un’inchiesta dell’Ong Center for Responsive Politics, è stato finanziato dal miliardario americano pro-Trump Robert Mercer, attualmente al centro dello scandalo Cambridge Analytica, che avrebbe sborsato due milioni di dollari. Assieme a lui, avrebbe partecipato Ronald Lauder, uomo d’affari e figlio dei fondatori dell’azienda di cosmetici Estée Lauder, con un contribuito di un milione di dollari. La notizia, a Parigi, ha subito scatenato le ire della stampa progressista. L’Obs ha parlato di «pubblicità islamofobe» che avrebbero seminato il panico tra gli elettori americani e favorito apertamente la vittoria di Donald Trump il video è stato diffuso nell’ottobre del 2016, in piena campagna elettorale. 
Sul suo sito, il settimanale della sinistra parigina ha pubblicato anche gli altri due video prodotti da San, «Benvenuti nello Stato Islamico di Germania» e «Benvenuti nello Stato Islamico d’America»: nel primo, la cattedrale di Berlino è sovrastata da due mezzelune e all’Oktoberfest è vietata la carne di maiale, così come la birra; nel secondo, i magazine di moda statunitensi sono tappezzati di modelle che indossano l’hijab e la celebre scritta «Hollywood» sulle colline di Los Angeles è stata sostituita da «Allah Akbar». «Questi video di propaganda antiimmigrati», ha scritto L’Obs, sono «degni delle teorie complottiste sulla presunta “grande sostituzione” di popolazione». Peccato che a pochi chilometri da Parigi, nelle periferie dimenticate dalle élite, questa grande sostituzione, etnica e religiosa, sia una realtà. Lo hanno raccontato due sociologi del Cnrs, e non due «pericolosi reazionari», in un’inchiesta appena uscita e intitolata «la Tentation radicale» (Pdf).
Olivier Galland e Anne Muxel hanno interrogato settemila liceali, tra Lille, Digione, Marsiglia e Créteil, giungendo alla conclusione che «gli studenti musulmani, rispetto agli altri, sono nettamente più propensi a sposare idee assolutiste in materia religiosa (...) Gli stessi giustificano spesso la violenza religiosa».
Niente di nuovo sotto il cielo francese, ma detto da due studiosi, e non da Zemmour o Finkielkraut, provoca un certo choc alla sinistra benpensante. L’80% dei musulmani intervistati, molti dei quali imbevuti di teorie complottiste, sostengono che la religione islamica «dice la verità» ed è la loro identità. Una liceale ha aggiunto anche che «l’islam è la religione che tutti dovrebbero seguire». Per l’editorialista del Figaro, François d’Orcival, in molte zone di Francia, l’islam ha ormai «preso il controllo dei licei».