Il Sole 24 Ore, 8 aprile 2018
Come nasce una marionetta
Leggere, ciondolanti, allampanate, poetiche. Sorridenti o forse velate di tristezza, le marionette di Teodor Borisov, maestro dell’Accademia nazionale di teatro di figura di Sofia, ex allievo della grande scuola bulgara, sono in tour in Italia per mostrare ad appassionati e addetti ai lavori come nasce una marionetta e un marionettista.
Ideofore nel teatro da camera di Guido Ceronetti, ovvero portatrici di idee, le marionette, figlie del teatro di figura (con una lunga tradizione in tutto il mondo, dall’India al Giappone) si fanno spazio nel circo contemporaneo e nelle sue nuove estetiche: le creature di legno di Borisov, il Grande Lupo Bulgaro, si esprimono usando il grammelot dei clown, per raccontare ad adulti e a bambini, Storie e Meraviglie (uno spettacolo che dal 2006 conta duemila repliche). Una forma di microdrammaturgia che segue tutte le tappe della scrittura drammatica: idea, tema, personaggio, conflitto, risoluzione, finale e gran finale. Rappresentata in strada o sotto uno chapiteaux.
«Ho centinaia di studenti in tutto il mondo», racconta Borisov, alla guida del suo camper carico di bauli e marionette, in viaggio da Bologna alla Calabria, dove fino al 13 aprile terrà un laboratorio nella residenza artistica dell’Ex Convento di Belmonte. «Faccio lezione nei teatri e nelle università di Francia, Russia, Germania, anche in Sud Corea. Ho insegnato all’Alma Mater di Bologna e alla Ca’ Foscari di Venezia. E da lì è partita la mia collaborazione con il teatro La Fenice». Per sessanta volte ha portato in scena lo spettacolo Due viaggi di Gulliver, con il contributo dell’epistemologo Domenico Cardone. Il suo stile fa scuola nel mondo. Dal 2011 il marionettista è coinvolto anche nel cartellone del teatro nazionale bulgaro “Ivan Vazov di Sofia, per un progetto dedicato ai suoi spettacoli.
In Sicilia, le delicate figure di Borisov incontrano l’Opera dei Pupi: «Ho un profondo legame con la famiglia Napoli di Catania, cinque generazioni di mastri pupari che ormai mi considerano come un figlio», spiega. Narrazioni cavalleresche, quelle siciliane, e un’antica meccanica di manovra per animare i vari Rè Artù e altri paladini di Francia.
Nel «teatro in scatola» del Grande Lupo Bulgaro, invece, le marionette parlano di sogni, di solitudine, di tempo perduto, di piccoli e grandi dubbi dell’esistenza. Sono vite danzanti appese ai fili, che con una pantomima precisa e delicata, raccontano, mute, l’amore, sospeso tra fantasia e realtà. E partecipano ai più grandi festival di teatro di figura: quello di Charleville-Meziers in Francia, di Hradec Kralove, nella Repubblica Ceca, di Segovia in Spagna, di Pennabilli in Italia.
Stefano Cuzzocrea e Paola Scialis, che gestiscono e curano la direzione artistica dell’Ex Convento di Belmonte, promuovendo progetti culturali di livello internazionale, sono stati allievi di Borisov. E ora lanciano la quarta edizione della rassegna Con il teatro non si mangia con il laboratorio del Grande Lupo Bulgaro. Cominciando dalla costruzione delle marionette: testa, corpo, mani, gambe, manubrio. Poi fili e manovre.
Un’occasione per riflettere, tra belle messe in scena (Una disubbidienza straordinaria tratta da Il mondo salvato dai ragazzini di Elsa Morante con Nadia Casamassima della compagnia Iac di Matera, e Lamagara, di Emilio Suraci e Emanuela Bianchi, una produzione Confine Incerto), sull’utilità e la necessità del teatro che dura fino al 9 giugno. «Un modo per far rivivere il rito antico della rappresentazione» spiega Cuzzocrea.
Il viaggio di Borisov riprenderà a metà aprile: prima Modena poi Catania. E presto il Grande Lupo Bulgaro tornerà ad Addis Abeba dove ha partecipato alla creazione del Fekat Circus, il «circo in fiore»nato nel 2004 alla periferia della città, che ha permesso a giovani e bambini di sviluppare talenti e abilità. Primo festival in Etiopia di acrobazie e giocolerie dove entrano in scena anche le marionette. Oggi è una scuola frequentata da centinaia allievi, in cui si sono formati artisti che lavorano nei più importanti circhi del mondo.