la Repubblica, 7 aprile 2018
Morbillo, epidemia a Catania. Quarta vittima da settembre
Due morti in dieci giorni. Prima una donna di 25 anni, adesso un bambino di 10 mesi. Catania è oggi la capitale italiana del morbillo, con tassi di incidenza che hanno pochi paragoni in tutta Europa. Si vedono intere famiglie colpite dal virus, ospedali dove la malattia passa tra pazienti e operatori sanitari e purtroppo decessi. Sono quattro da settembre ad oggi, cioè la metà di tutti quelli avvenuti in Italia dal gennaio 2017.
L’ultimo è quello di un bambino piccolo, che non aveva ancora l’età per la vaccinazione e soffriva di alcuni problemi cardiaci. Era da poco uscito da una malattia respiratoria quando ha contratto il morbillo.
Il virus glielo avrebbe trasmesso la madre, che forse era stata contagiata in ospedale proprio in un precedente ricovero del figlio. «A questo punto è necessario che anche gli adulti si vaccinino», dicono dall’Istituto superiore di sanità. «Un caso Sicilia? – commenta il presidente Walter Ricciardi – Non è corretto definirlo così perché stiamo assistendo a un fenomeno di alta incidenza della malattia che potrebbe ripetersi da qualunque altra parte nel nostro Paese. Piuttosto siamo ancora di fronte a un caso Italia. Appena qualche mese fa erano altre le regioni con un alto numero di persone colpite, ad esempio la Lombardia».
I numeri siciliani però sono molto significativi. In questo 2018, fino al 28 febbraio, su 400 malati in tutta Italia, 177 sono stati segnalati solo sull’isola. Ma i dati regionali, aggiornati al 31 marzo, sono ancora più preoccupanti, visto che parlano di 218 casi quest’anno nel solo ospedale Garibaldi di Catania.
«Una mortalità così alta è forse semplicemente dovuta al caso – dice sempre Ricciardi – L’incidenza generale invece è legata al fatto che ci sono tante persone non coperte dal vaccino. Abbiamo visto tra l’altro che il virus nel nostro Paese è stato piuttosto violento, e infatti il 45% dei soggetti colpiti è finito in ospedale. I più vulnerabili sono i bambini non ancora in età di vaccino e gli adulti che non hanno avuto la malattia e magari soffrono di altri problemi di salute». L’anno scorso in Italia l’epidemia ha colpito 5.400 persone, numeri che non si vedevano da anni.
Ricciardi è stato tra coloro che hanno lavorato alla legge sulla vaccinazione obbligatoria insieme alla ministra alla Salute Beatrice Lorenzin. «La norma ha avuto il grande merito di proteggere i più piccoli facendo aumentare le coperture – spiega – E infatti vediamo che soprattutto i bimbi da 1 a 6 anni non si ammalano. Adesso però vanno trovate strategie per coinvolgere gli adulti». In Sicilia le coperture medie per morbillo, parotite, rosolia e varicella non sono basse, ma comunque inferiori al 95% necessario all’immunità di gregge e in certe classi di età molto distanti da quell’obiettivo.
Ieri la ministra Lorenzin ha sentito il sindaco Enzo Bianco e l’assessore alla Sanità Ruggero Razza «anche al fine di mettere a punto eventuali specifiche misure di intervento». Nei prossimi giorni ci saranno incontri tra gli esperti del ministero e dell’Istituto superiore di sanità con i tecnici regionali. Intanto sarà necessario avere un quadro preciso e aggiornato dei dati.