la Repubblica, 8 aprile 2018
«Vivendi gestisce Telecom solo nel proprio interesse». I consulenti scelgono Elliott
MILANO La prima raccomandazione al mercato su come votare all’assemblea Telecom del 24 aprile, per revocare sei consiglieri in quota Vivendi e nominarne sei del fondo Elliott, arriva dal consulente terzo Glass Lewis. È perentoria: «Siamo restii a raccomandare la rimozione dei consiglieri di maggioranza o la nomina di dissidenti, salvo evidenti criticità», ha scritto uno dei tre leader globali della consulenza al voto assembleare – gli altri sono Iss e Frontis, e si esprimeranno a ore. Ma il dossier, per Glass Lewis, rivela «un’ampia casistica sul fatto che Vivendi intende dirigere Telecom al servizio dei propri interessi e senza riguardo per la stragrande maggioranza degli azionisti non affiliati». Quelli del mercato, per circa il 50% fondi stranieri – escluso Elliott, che ha il 5,7% ma pare vicina al 10% – e per il 4% italiani.
Sulla revoca dei sei consiglieri Vivendi, Glass Lewis ha definito «una parodia» le loro dimissioni in blocco, e li ha definiti perni di «un consiglio disinteressato a rappresentare gli interessi degli azionisti indipendenti». Stesso consenso sulla richiesta del fondo Usa di sostituirli con Fulvio Conti, Massimo Ferrari, Paola Giannotti, Luigi Gubitosi, Dante Roscini, Rocco Sabelli: «Candidati indipendenti che portano esperienza e competenza, chiaramente pertinenti all’ambito operativo e alla strategia». In vista della successiva assemblea del 4 maggio, in cui il cda va al rinnovo, Elliott integrerà la lista con quattro nomi, da formalizzare oggi (ultimo giorno utile). Si parla di Alfredo Altavilla ( direttore operativo di Fca), Paola Bonomo, ex di Vodafone ora nel cda di Axa, Lucia Morselli, ex dirigente Sky nel cda di Luxottica e Snam. Per l’ultimo posto sono in atto valutazioni su Marina Brogi – ordinario alla Sapienza, consigliere di Luxottica e Salini – e Maria Elena Cappello, ex manager Nokia ora nei cda Mps, Prysmian, Seat. Il negoziato in corso con il Comitato gestori dovrebbe indurli a non presentare una loro lista, per non disperdere i voti facendo vincere Vivendi che parte dal 24%. Chi non farà liste è Cdp, che giovedì ha deciso di entrare in Telecom e andrà in assemblea vicina al 5% in funzione “patriottica”. «Decisione del governo in carica, nessuno ci ha consultato – ha detto il capogruppo della Lega Giancarlo Giorgetti -. Le modalità possono aver creato qualche turbamento nei mercati, ma la finalità di controllo della rete pubblica è positiva in termini politici». Oggi c’è anche un cda caldo di Telecom: i membri “francesi” potrebbero chiedere il ricorso urgente contro la scelta dei sindaci di ammettere al voto del 24 le richieste di revoca. Dal canto suo Elliott ha inoltrato due esposti in Consob: uno perché chieda al gruppo di dare al mercato notizie trasparenti e chiare sul vociferato ricorso, l’altro per accertare l’indipendenza dei consiglieri in quota Vivendi.