Libero, 5 aprile 2018
La Nutella progetta una crema fatta solo con nocciole italiane
Senza Nutella non si può. La prima multinazionale italiana del comparto dolciario, il gruppo piemontese Ferrero, oltre 10 miliardi di fatturato nel 2017, lancia in grande stile un progetto per garantirsi gli ingredienti principali su cui è stato costruito il business di famiglia: le nocciole. Un po’ per assicurarsi la qualità, un po’ per garantirsi il futuro e non dover sottostare ad eventuali scossoni sul mercato internazionale (oltre il 70% della produzione mondiale arriva oggi dalla Turchia). Ferrero vuole garantirsi una produzione di nocciole senza rischiare. E favorendo anche il nostro territorio, in alcune zone particolarmente vocato per l’impianto di noccioleti di qualità.
NUOVI NOCCIOLETI
Nasce proprio dalla consapevolezza che bisogna avere la certezza della produzione della materia prima per mantenere gli attuali standard di qualità, la decisione di adottare un progetto di sviluppo. Partendo proprio dalla nocciola. E dai noccioleti. Italiani, ma non solo.
Proprio ieri la divisione della Ferrero (la Halzelnut Company, interamente dedicata alla nocciola), ha lanciato il Progetto Nocciola Italia, per sviluppare una produzione corilicola 100% italiana, attraverso la creazione di un sistema di sviluppo territoriale, condiviso con gli attori della filiera, attraverso un sostegno concreto agli imprenditori agricoli italiani.
Se la qualità della nocciola italiana è ampiamente riconosciuta, la quantità certo è modesta per garantire la richiesta crescente dei prodotti targati Ferrero. Se è vero che la produzione di nocciole colloca l’Italia al secondo tra i player a livello mondiale con una quota di mercato di circa il 12% della produzione globale di nocciola. In pole position resta (con il 70% della produzione globale), la Turchia. Eppure il nostro Paese sembra avere un enorme potenziale di sviluppo «grazie ad un territorio che, da Nord a Sud, è particolarmente vocato alla coltivazione di eccellenti varietà di nocciola», spiega una nota della multinazionale dolciaria.
Secondo le stime di settore oggi in Italia vengono dedicati alla coltura della nocciola oltre 70mila ettari, con una produzione media di nocciola in guscio di circa 110.000 tonnellate/anno (dato medio/anno ultimi 10 anni).
L’obiettivo del Piano Nocciola Italia è di estendere la produzione nazionale entro il 2025 di altri 20mila ettari di nuove piantagioni di noccioleto (+30% circa dell’attuale superficie).
L’attenzione particolare alla produzione italiana (già oggi Ferrero si rifornisce in mezzo mondo), rappresenta una proiezione verso il futuro. L’intenzione è garantendo ai produttori locali un prezzo equo e una garanzia di acquisto di riconvertire e valorizzazione ampie superfici «del nostro territorio».
REDDITO GARANTITO
E non si tratta solo di garantirsi il prodotto per le future generazioni, quanto di una valorizzazione vivaistica, fondamentale «per costituire nuovi frutteti con le opportune garanzie fitosanitarie e di futura redditività; qualificazione terreni, per produrre mappe di vocazionalità in accordo con le Regioni proprietarie dei dati di base ed individuare così i migliori terreni da destinare a questa nuova filiera». La società piemontese intende sottoscrivere degli accordi di filiera e definire un protocollo di tracciabilità e sostenibilità, per valorizzare le produzioni locali. Mettendo a disposizione degli agricoltori anche le competenze «nella scelta delle varietà più adatte» fino alla consulenza per individuare le migliori aree adatte alla coltivazione del nocciolo, oltre a fornire la consulenza e l’assistenza tecnica per i tecnici con seminari di formazione per la corretta gestione dei noccioleti.