la Repubblica, 6 aprile 2018
Quasi quasi noleggio un Picasso all’artoteca
I signori Dupond sono andati a Nantes a vedere il nuovo edificio dell’École des Beaux-Arts, con la sua galleria di più di quattrocento opere d’arte contemporanea. Da Piriac, il loro bel paese affacciato sull’Atlantico, hanno guidato per circa novanta chilometri fino alla città capoluogo della Loira Atlantica. La signora Dupond ha osservato a lungo una litografia di Antoni Tàpies; il signor Dupond ha indugiato invece davanti a una grande serigrafia di Valerio Adami. Accade spesso di uscire da un museo con un’opera che continui a girarci in testa, che ancora riempia i nostri pensieri. Il giorno dopo i signori Dupond hanno deciso: accoglieranno nel loro soggiorno prima Tàpies, poi Adami. Sono andati sul sito www. artdelivery. fr e hanno chiesto in prestito la prima opera. Che nel giro di qualche giorno è arrivata a Piriac e adesso il Tàpies è lì, sul muro, ed è un piacere. Vi resterà per un mese, poi al suo posto arriverà l’Adami, sempre con la stessa équipe di trasportatori, che si è anche occupata dell’affissione del quadro. I signori Dupond hanno pagato 60 euro per il trasporto, ma se avessero abitato a Nantes le opere sarebbero arrivate gratis. E nel catalogo del museo all’École des Beaux-Arts ci sono Matta, Arroyo, Baselitz, Barbara Kruger, Daniel Spoerri e Enzo Cucchi, tra gli altri. E anche le riproduzioni dei disegni di Picasso per Guernica. Si chiama “artoteca”, è un sistema che permette ai privati di prendere in prestito opere d’arte: di solito litografie, xilografie e serigrafie, acqueforti, fotografie, tavole di fumetti, disegni. In Francia coinvolge una cinquantina di musei in provincia. L’artoteca più fornita è quella della Biblioteca municipale di Lione la quale per ben tre mesi offre a privati opere di grandi artisti francesi come Pierre Soulages, Henri Michaux e Louise Bourgeois. A Parigi ce n’è soltanto una, a Saint-Cloud. E dire che l’apertura di artoteche parigine era nel programma della sindaca Anne Hidalgo durante la campagna elettorale del 2014. Fu André Malraux, allora ministro della Cultura, a inaugurare ad Havre nel 1961 la prima “artothèque” su modello di quelle aperte a Berlino nel 1930, poco prima del nazismo, quando si pensava che l’arte dovesse essere per tutti.
Ovviamente le opere sono protette da un’assicurazione, ma, nonostante il fatto che il prestito d’arte sia in Francia molto in crescita, i danni a quadri e foto sono rari. Siamo sicuri che i signori Dupond restituiranno Tàpies e Adami in perfetto stato. Talmente grande è il privilegio di poterli ospitare in salotto. E il rapporto con l’arte, piacere degli occhi e dello spirito, è (quasi) sempre platonico.