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 2018  aprile 05 Giovedì calendario

Permessi truffa, i furbetti della 104 `

ROMA La riscossa del governatore Nello Musumeci, a cinque mesi dall’elezione alla guida della Sicilia e con un’attività praticamente bloccata, parte dall’attacco ai dipendenti dell’ente. A partire dai 2.350 che usufruiscono dei permessi della legge 104 (quelli per assistere i malati) e dai 2.600 dirigenti sindacali che non possono essere trasferiti, su un totale di 13.000 dipendenti regionali. In pratica più di uno su tre, dell’intero esercito del personale regionale, ha dei privilegi che rallentano la macchina pubblica che ieri il governatore ha promesso di combattere. I dipendenti della Regione Sicilia, da decenni sono un classico dei mali della pubblica amministrazione dell’isola, denunciato centinaia di volte con inchieste di stampa, televisione e libri ma sempre assecondati, coccolati se non protetti dalla politica e da diversi presidenti che si sono succeduti a palazzo D’Orleans. 
Anche perché, si tratta di un vero e proprio esercito che costituisce un immenso serbatoio elettorale, da moltiplicare per le famiglie di questi e quindi capace di decidere un’elezione. Ancora di più se si aggiungono a questi i quasi 25 mila forestali regionali impegnati, spesso scarsamente, nei lavori socialmente utili e nella prevenzione degli incendi estivi ma che nonostante il numero, non sono riusciti in questi anni a contenere gli incendi e in diversi casi, sono stati sorpresi proprio ad appiccarli. 
In questo contesto la nuova giunta che doveva far decollare la Regione dopo il difficile quinquennio di Rosario Crocetta, in questi cinque mesi è riuscita a fare pochissimo, ha già perso due assessori e viene accusata dai leader nazionali del centrodestra di avere grande responsabilità nella sconfitta alle politiche nazionali perché avrebbe creato quel malcontento tra i siciliani che ha portato alla straripante vittoria del Movimento 5 stelle sull’isola con la conquista di tutti e 28 i collegi uninominali. Il mese scorso poi, ha rischiato di cadere sulla legge di bilancio a causa della mancanza di una maggioranza stabile (il centrodestra controlla 34 deputati regionali su 70). Così, leccatosi le ferite durante il week-end di Pasqua, Musumeci che pochi giorni fa aveva dichiarato di non voler scendere a patti con i capicorrente per raccogliere voti ed essere pronto alle dimissioni, è passato all’attacco tornando a quello spirito barricadero che lo ha portato alla vittoria e a farlo preferire ai grillini. Per rispondere alle accuse di scarsa progettazione nelle infrastrutture, ieri il governatore ha convocato una conferenza e dopo aver spiegato che secondo lui «la Sicilia non ha bisogno di nuove strade ma di riqualificare e ammodernare quelle esistenti» ha affrontato il tema del personale. Musumeci infatti non ha negato che la progettazione va a rilento ma ha giustificato questa situazione con la mancanza di tecnici negli uffici regionali. Non che manchino proprio, e sarebbe difficile da credere, visto lo sterminato esercito del personale pubblico, ma scarseggiano dove dovrebbero essere. 
I FURBETTI 
«È possibile che su 13.000 dipendenti, 2.350 usufruiscano della legge 104?», si è chiesto retoricamente il governatore denunciando che «in Sicilia ci sono dipendenti della Regione che si sono fatti adottare da anziani malati per potere beneficiare della legge 104 per l’assistenza». In pratica, oltre uno su sei tra i dipendenti regionali, grazie alla legge 104 del 1992, per l’esigenza di dover assistere figli, genitori o coniugi portatori di handicap o malati gravi, può usufruire di permessi retribuiti, avere la sede più vicina al luogo in cui deve assistere il parente e non può essere trasferito se non per ragioni straordinarie. Una situazione che secondo Musumeci è sproporzionata a causa del fatto che «nel personale ci sono furbetti» promettendo che «faremo dei controlli e troveremo le organizzazioni sindacali dalla nostra parte: ognuno si assumerà la responsabilità delle proprie azioni, il tempo dei giochetti, delle coperture e dei ricatti reciproci è scaduto». Minacciando perfino di «pubblicare gli elenchi: abbiamo 13.000 dipendenti ma i nostri uffici non dispongono di personale, non solo tecnico, avremo bisogno di avvocati e esperti di economia». A tutti questi, a rallentare i lavori e la progettualità dell’Ente, ha continuato a denunciare il governatore, si aggiungono «2.600 dipendenti dirigenti sindacali e non possono essere distaccati». Ovvero spostati oltre 50 Km dall’attuale ufficio.