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 2018  aprile 05 Giovedì calendario

A 31 giorni dalle elezioni è già record. Sarà l’esecutivo più lento dal 1996

Non si sa ancora quale maggioranza lo sosterrà. Si ignora il nome di chi lo guiderà. Eppure il governo delle elezioni 2018 è già un «accelerato», è già in ritardo rispetto agli esecutivi che lo hanno preceduto negli ultimi 20 anni. Sono trascorsi sino ad oggi 31 giorni dalle elezioni del 4 marzo, un interludio che nel recente passato era bastato ai precedenti premier per insediarsi a palazzo Chigi. Nel 1996 passarono soltanto 26 giorni tra la storica vittoria dell’Ulivo di Romano Prodi e il giuramento dei ministri; nel 2001 la Casa delle libertà vinse la contesa elettorale e 28 giorni più tardi i ministri del Berlusconi-2 erano in carica; nel 2006 la «voluminosa» Unione prodiana impiegò 33 giorni per insediarsi; nel 2008 il Berlusconi-3 ne richiese soltanto 23 (il più veloce della storia della Repubblica), mentre nel 2013 le procedure che portarono al governo guidato da Enrico Letta furono più lunghe ma perché nel mezzo si dovette (ri)eleggere un Capo dello Stato.
Certo, il sistema maggioritario (1994-2013) rendeva tutto più spedito, ma anche negli anni del proporzionale – simile al sistema attualmente in vigore – furono varati celermente diversi governi. Dopo le indimenticabili elezioni del 18 aprile 1948, Alcide De Gasperi impiegò appena 35 giorni per varare la sua squadra. E intanto, sin da oggi si può immaginare che il futuro governo, il primo prodotto dalle elezioni 2018, è destinato a scalare la «classifica» degli esecutivi più lenti della storia.
Spiega il professor Paolo Armaroli, docente di Diritto pubblico comparato e storico delle istituzioni: «La velocità nel comporre i governi dopo le elezioni? Non c’è una regola fissa, ma i tempi sono più brevi in due casi: quando c’è stabilità politica (il primo De Gasperi) è quando gli elettori votano per un governo, come nella stagione del maggioritario. I tempi invece si dilatano quando c’è il passaggio da una formula a un’altra (per esempio dal centrismo al centrosinistra e come ora), o quando vige il sistema proporzionale e gli elettori votano una delega in bianco ai partiti. Stavolta si sommano i ritardi da proporzionale a quelli da cambio di maggioranza».
Gli effetti di questo doppio «handicap» potrebbero trasformare il prossimo governo nel più lento della Storia repubblicana. Il record appartiene al governo Pella, che dopo le elezioni dell’8 giugno 1953, giurò al Quirinale ben 75 giorni dopo, il 22 agosto. Tanti giorni perché di mezzo ci fu la caduta più amara per il più grande statista della storia della Repubblica: Alcide De Gasperi si presentò e il Parlamento gli negò la fiducia. Per il momento non sembrano all’orizzonte né una fiducia negata e tantomeno un nuovo De Gasperi.