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 2018  aprile 03 Martedì calendario

Un italiano su 2 non paga tasse

Ieri i telegiornali hanno comunicato una notizia al limite del grottesco: l’Agenzia delle Entrate ci dirà, voce per voce, come sono stati spesi i soldi delle nostre tasse. I signori del fisco scriveranno al signor Rossi, che ha versato 10mila euro di Irpef, specificando che 2.125 euro sono finiti alla voce previdenza e assistenza, 1.934 euro sono andati alla sanità, 1.090 euro all’istruzione, 882 euro a difesa, ordine pubblico e sicurezza, 832 ai servizi erogati dalla Pubblica Amministrazione e così via. 
C’è già da ridere. Fermiamoci al primo punto: quasi un quarto dell’imposta sul reddito se l’è pappata la voce “previdenza e assistenza”. Ma come? In teoria, soprattutto dopo la riforma Fornero, le pensioni non dovrebbero ciucciare soldi dalla fiscalità generale... I numeri dicono infatti che la sola previdenza è più che sostenibile: 218 miliardi di assegni a fronte di 196 miliardi di contributi versati. C’è un buco di oltre 20 miliardi, certo, ma sono proprio i contributi degli ex dipendenti pubblici non pagati dallo Stato. È l’assistenza, come sosteniamo a Libero da anni, che pesa sulle casse pubbliche. Vale 100 miliardi l’anno. Uno sproposito. La spesa per invalidità civile, demandata alle Regioni, galoppa. E nessun partito si sogna di chiudere i rubinetti. Anzi. I cinque stelle vorrebbero addirittura il reddito di cittadinanza... 
Ma la notizia, ahinoi, è un’altra. L’Agenzia delle Entrate invierà la letterina a 30 milioni di contribuenti. Perché solo 30? Perché sono gli unici che pagano tasse. Eh sì. In Italia un abitante su due non versa un centesimo di euro all’Erario. Vive di fatto sulle spalle dell’altro cittadino che invece paga. Eccome, se paga. 
Il conto è presto fatto. Venti milioni di italiani non presentano la dichiarazione dei redditi. Ci mancherebbe, mica un ragazzino di 11 anni o una nonnina nullatenente possono presentare il 730... Ci sono però anche 10 milioni di concittadini che compilano le scartoffie richieste dall’Erario, ma alla fine versano zero di Irpef. Stiamo parlando del popolo della “no tax area”, persone che dichiarano fino a 8000 euro lordi l’anno. Dentro questa categoria ci sono pensionati ai minimi, percettori di invalidità civili o accompagnatorie varie, poveri veri ed evasori. 
EQUILIBRIO PRECARIO 
Inutile girarci intorno. Se confrontiamo il tenore di vita o i beni posseduti con il 730 si potrebbe facilmente stanare chi prende in giro il fisco. Tuttavia come fai a fare pulizia se, in certi Comuni, quasi l’80% dei residenti risulta fiscalmente infedele? 
Non dobbiamo quindi meravigliarci se Equitalia Sicilia non ha riscosso qualcosa come 52 miliardi di imposte evase... 
Lo Stato ha creato un sistema fiscale destinato a non stare in piedi. Troppi perfino gli sconti fiscali: oltre 100 miliardi. Secondo le ultime dichiarazioni sono stati erogati 35 miliardi, attraverso le deduzioni, a cui vanno aggiunti 67,6 miliardi di detrazioni, per un totale appunto di 
102,6 miliardi. Ricapitoliamo:
1) un italiano su due versa zero Irpef, però ovviamente beneficia della sanità pubblica che ha un costo di oltre 2mila euro pro capite 
2) il fisco abbona 100 miliardi sotto forma di sgravi 
3) l’incasso finale dell’Irpef è di circa 160 miliardi. Tutto a carico di una minoranza di persone, le quali fanno i salti mortali per far quadrare i conti familiari vivendo quasi peggio di chi dichiara zero. Come si può continuare a chiudere un occhio di fronte a una vera e propria emergenza di sostenibilità fiscale? 
RICCHI PATRIMONI 
Perché poi gli italiani non sono poveri, come vogliono farci credere... Nei conti correnti ci sono 580 miliardi, un dato in crescita. Altri duemila miliardi sono affidati ai fondi d’investimento. Il patrimonio immobiliare delle famiglie, infine, vale più di quello tedesco. 
Se vogliamo continuare a far finta di niente e parlare di come l’amato fisco spende i quattrini delle nostre tasse, facciamo pure. Non si creda però di fare tanta strada. 
I nodi arrivano sempre al pettine. E il parrucchiere che dovrà sistemare la capigliatura italiana non potrà che radere tutto a zero.