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 2018  aprile 04 Mercoledì calendario

Trump, Putin e Ue, le affinità elettive tra Lega e 5Stelle

Come ragionerà la Farnesina della Terza Repubblica? Quale sarà la politica estera di un governo fra Cinque Stelle e Lega Nord? Per ora, innanzitutto, non è chiaro se già siamo nella Terza Repubblica, se mai ci sarà un governo del genere e se davvero riuscirà ad impostare una politica estera comune, che “rottami” tutto quello che è stato tradizione nei primi 70 anni della Repubblica italiana.
Negli anni della loro adolescenza politica, Lega e 5Stelle avevano promesso di tutto: uscire dalla Nato, uscire dall’Euro se non proprio dalla Ue. Schierarsi fino in fondo con la Russia di Putin, sostenere Hamas in Palestina, per difendere il popolo palestinese.
«Adesso che siamo entrati in una fase di possibile responsabilità pre-governativa, e soprattutto dopo molti anni di attività parlamentare, i giudizi e le valutazioni sono stati pesati e bilanciati», dice una fonte importante del Movimento 5 Stelle. «È passata la fase elettorale, quella della propaganda pura, ci stiamo potenzialmente avvicinando al momento delle responsabilità, quello in cui potremmo esercitare le scelte più vere», dice il deputato della Lega Nord Guglielmo Picchi, che è vicino a Matteo Salvini sui temi della politica estera.
Il tema su cui sia Lega che 5Stelle apparentemente si erano smarcati più drasticamente dalla tradizione seguita da centro-destra/Pdl e Pd/Ulivo è quella del rapporto con Usa e Russia. La Lega è quella che rimane più legata al tentativo di avvicinare l’Italia alla Russia: «La Russia non può essere ancora emarginata in Europa, l’Alleanza atlantica è il pilone della nostra politica estera e di sicurezza, ma dobbiamo lavorare per riavvicinare la Russia», dice Picchi. Nella Crimea occupata dai soldati russi e poi separata dall’Ucraina, la Lega di Salvini ha inviato più volte suoi rappresentanti. «Dobbiamo tenere conto delle ragioni della Russia e aprire una discussione in cui la Crimea però non sarà la priorità. La priorità è risolvere la questione del Donbass», dice Picchi, per il quale però «il nostro rapporto con gli Stati Uniti, con l’amministrazione Trump è di apertura e fiducia totale».
Anche i 5Stelle avevano fatto delle “mani libere” sulla Russia un punto di discontinuità con i governi Pd/Pdl: nel suo discorso di politica estera alla Link Campus University, il 6 febbraio Luigi Di Maio aveva però confermato anche lui il rapporto “strategico” con gli Usa. Nel suo viaggio a Washington nel novembre del 2017 Di Maio aveva già iniziato a «fare piazza pulita degli equivoci sul nostro rapporto con gli Usa».
Per i 5Stelle anche la permanenza nella Nato è confermata. Le sanzioni alla Russia «andrebbero ritirate, ma questo non è più un dogma per il Movimento», dice la nostra fonte, «le sanzioni non sembrano uno strumento efficace, dobbiamo discuterne».
Sulle missioni militari all’estero per Di Maio l’unico vero ritiro da perseguire è quello dall’Afghanistan, la presenza in Iraq può essere «ancora utile», mentre il contingente in Libano «è essenziale» e anche sulla nuova missione in Niger «si può discutere, visto che è funzionale a controllare l’immigrazione».
Veniamo all’Europa: nel discorso alla Link Luigi Di Maio ha adoperato un’espressione che ha rassicurato la migliore tradizione europeista italiana: «L’Europa non è politica estera, l’Europa è la casa naturale dell’Italia e anche del Movimento 5 stelle». Dopo aver fatto scomparire l’idea di un referendum per uscire dall’euro, Di Maio ha confermato che certo il suo movimento vuole riforme profonde della governance della Ue. Ma è anche arrivato a citare la Brexit come «esempio negativo» a cui assolutamente non ispirarsi.
La Lega invece sull’Europa mantiene una politica relativamente più distante: «Dall’euro per ora non si esce», ricorda Picchi, «ma noi vogliamo negoziare con tutti i partner della moneta unica un suo ridimensionamento e sì, alla fine una uscita di tutti i paesi dall’euro concordata in maniera che non danneggi le nostre economie». Per la Lega il deficit di democrazia nell’attuale struttura europea è assai pesante, «l’unica istituzione realmente espressione del popolo è l’europarlamento, che però ha poteri limitati».
Ultimo tema, molto attuale in queste ore, Israele e Hamas. La Lega conferma, «noi siamo sempre stati molti vicini alle ragioni di Israele, anche se lavoreremmo per il rispetto dei diritti dei palestinesi». Dal 5Stelle la svolta più chiara a favore di Israele: nel discorso alla Link Di Maio ha classificato Hamas come «una seria minaccia terroristica».
All’interno del Movimento il deputato Manlio Di Stefano aveva accusato Israele di «genocidio».
Avvicinandosi al governo, anche su Israele i toni dei 5Stelle sono cambiati.