3 aprile 2018
APPUNTI PER GAZZETTA - MARTIN LUTHER KING E LA FOTO DI TRUMP CON GLI STAGISTICORRIERE DELLA SERAFrancesco TortoraGli stagisti non portano bene alla Casa Bianca
APPUNTI PER GAZZETTA - MARTIN LUTHER KING E LA FOTO DI TRUMP CON GLI STAGISTI
CORRIERE DELLA SERA
Francesco Tortora
Gli stagisti non portano bene alla Casa Bianca. Se a fine anni Novanta la "relazione impropria" tra Bill Clinton e la tirocinante Monica Lewinsky provocò quasi l’impeachment del presidente americano, nei giorni scorsi una foto di tutti gli "intern" che attualmente lavorano per l’Amministrazione Trump ha provocato un’autentica bufera in Rete. A prima vista niente di particolare, ma guardando con attenzione i volti dei tirocinanti si scopre che sono quasi tutti bianchi, mentre neri, ispanici o asiatici si contano sulle dita di una mano.
La blogosfera non ci ha messo tanto per notare il particolare e ha attaccato il presidente Trump che compare, sorridente, al centro del gruppo: "Trump: Making America segregated again" (Trump: rendere di nuovo segregata l’America) ironizza in un tweet la giornalista e scrittrice Victoria Brownworth, facendo il verso allo slogan "Make America Great Again" (Rendere l’America grande di nuovo) che portò tanta fortuna a "The Donald" durante la campagna elettorale del 2016. Ancora più sferzante il tweet di Ian Bremmer, esperto di relazioni internazionali e commentatore del Corriere della Sera, che scrive: "I tirocinanti della Casa Bianca sotto Trump potrebbero essere il gruppo più bianco che abbia mai incontrato. E includo lo ’Yacht Club di Nantucket’ (isola a sud di Capo Cod, nello Stato del Massachusetts, frequentata dall’alta società, bianca, americana).
Le differenze con l’era Obama
Non sono mancati messaggi che ricordano come lo scatto non riproduca statisticamente la popolazione americana: "I tirocinanti sono ben lontani dal rappresentare le diversità di questa nazione — scrive un utente —. Secondo i dati dell’US Census Bureau, una su tre delle persone che vivono negli Stati Uniti non è bianca. Un rapporto molto lontano da quello degli stagisti". Infine un’ex stagista che lavorava nella sede di Washington ai tempi di Barack Obama ha messo una accanto all’altra le immagini dei tirocinanti del 2015 e di quelli del 2018: "Come si vede la differenza è netta" taglia corto l’ex stagista.
Una fotografia di rito, quella del presidente Donald Trump insieme ai nuovi stagisti della Casa Bianca, ha generato critiche e polemiche. La motivazione sta nel fatto che gli studenti selezionati sono tutti bianchi, fatta eccezione per tre giovani su novanta. Un’immagine che non rispecchia in alcun modo la popolazione statunitense compresa tra i 18 e i 34 anni, composta solo per il 55,8% da ragazzi bianchi. Secondo la Cnn esiste la possibilità che molti non abbiano avuto voglia di fare domanda per lo strage, dati i toni razzisti e xenofobi del tycoon. ’’E’ accidentale o voluto che i ragazzi di colore siano ai margini della foto di gruppo, creando così una panoramica di omogeneità razziale? - si legge sul sito statunitense - Il messaggio di questa foto sembra essere: se vuoi piacergli è meglio che tu sia bianco’’
LE QUOTE DI TRUMP
Uno dei punti fondamentali dell’agenda di Donald Trump è la regolamentazione dell’immigrazione, partendo dall’espulsione di chi non ha titolo per restare negli Stati Uniti.
Visto che non è sufficiente un ordine esecutivo né una nuova legge, la Casa Bianca intende muoversi sul fronte giudiziario, velocizzando le procedure di espulsione (e di conseguenza facendone di più). Ne parla il Washington Post, che fa riferimento ad alcune direttive emanate dal dipartimento di Giustizia. C’è l’idea di fissare un livello minimo di cas da trattare al di sotto del quale un giudice impegnato sull’immigrazione non deve andare se vuole evitare che il proprio operato sia definito non soddisfacente. I casi che vanno trattati sono almeno settecento all’anno.
Ovviamente subito è divampata la polemica, con le associazioni di categoria che definiscono questa mossa "un passo indietro senza precedenti" che va a minare l’indipendenza dei giudici. Ashley Tabaddor, della National Association of Immigration Judges, osserva che la scelta "potrebbe mettere in discussione l’integrità e l’imparzialità della corte se la decisione di un giudice fosse influenzata da fattori esterni ai fatti del caso".
Il problema numeri non è da trascurare. Devin O’Malley, portavoce del dipartimento di Giustizia, spiega al Washington Post che ogni magistrato affronta ogni anno circa 678 casi, ma alcuni superano quota mille. Il problema è che ci sono tanti casi da affrontare, con almeno 600mila immigrati in attesa che il proprio caso venga affrontato. Con alcuni di essi che attendono anni prima che venga loro fissata un’udienza.