Libero, 30 marzo 2018
Supposte in bocca, lattine negli occhi: quanti strani infortuni per i calciatori
Anche infortunarsi rischia di rivelarsi un’arte. Non fosse che per la bizzarria degli infortuni rimediati dai calciatori. Carlos Tevez, qualche giorno fa, si è procurato un problema al soleo destro (stop di 3 settimane, anche se lui smentisce) in circostanze grottesche: recatosi nel carcere di Bouwer (Cordoba) per incontrare il fratello detenuto, l’attaccante del Boca è stato coinvolto in una partitella con gli altri galeotti. Ma il furore agonistico degli avversari gli è costato caro, provocando gran fastidio al suo club.
L’Apache non è nuovo a episodi simili. Quando arrivò al City, durante una tournée, scivolò in un bagno degli spogliatoi colpendo un lavandino con la caviglia, che risultò seriamente infortunata.
Battezzare una nuova esperienza con un infortunio ridicolo, però, è usanza comune. Accadde a Ronaldo il Fenomeno, che durante la sua presentazione al Milan nel 2007, calciò un pallone verso i tifosi sugli spalti, accasciandosi subito dopo. Gonzalo Higuain, al suo arrivo a Napoli nel 2013, si procurò 8 punti di sutura sul mento per un tuffo incosciente da un motoscafo nelle acque di Capri. Situazione simile a quella di Sebastien Frey ai tempi dell’Inter: si tuffò in una piscina semivuota, rimediando un trauma cranico. Chi ha fatto peggio è Sulley Muntari, che ci ha rimesso un crociato giocando in spiaggia con gli amici. Nemmeno tra le mura domestiche, tuttavia, si è al riparo da spiacevoli incidenti. L’inglese Darren Bent, per esempio, si è lacerato il tendine della mano affettando cipolle. L’indole nerd, invece, ha tradito Alessandro Nesta, patito della Playstation che nel 2005 gli causò una bella infiammazione al polso. Persino un’innocua lattina di Coca Cola è un potenziale pericolo: esplose in mano al finlandese Jari Litmanen, che se la cavò con un occhio nero.
Un infortunio tragicomico fu fatale a Pietro Anastasi, che saltò i Mondiali di Messico ’70 si dice per uno scherzo negli spogliatoi, quando il massaggiatore Tresoldi lo colpì con un asciugamano ai genitali, con conseguente operazione ai testicoli.
Che si tratti di una circostanza avversa (vedi il colpo della strega in panchina al milanista Dida) o di un’azione incauta (Muricy Ramalho curò il suo mal di denti ingerendo supposte), il fattore comune resta la iella. La carriera di Antonio Chimenti finì quando il portiere della Juve, dopo una papera, ruppe un tavolino nello spogliatoio: rottura del quinto metacarpo e addio al calcio. Tanto strambo quanto eroico, infine, il ritiro del russo Leonid Sluckij a 19 anni: si fece male salvando il gatto della vicina da un albero. Arte pura.