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 2018  marzo 31 Sabato calendario

Il calvario della carta d’identità elettronica

La chiamano ancora «nuova», la carta di identità elettronica, nonostante abbia appena compiuto 21 anni. Nel 1997 si diceva fosse un progetto all’avanguardia in Europa. Oggi siamo finiti in coda agli altri Paesi, ma inizia a vedersi la luce in fondo al tunnel: ad agosto di quest’anno il Viminale estenderà l’introduzione del documento elettronico all’intero territorio nazionale, ponendo fine alle sperimentazioni. Eppure, anche nei comuni dove il documento del futuro è sbarcato da tempo, continuano a ripetersi storie di quotidiana malaburocrazia, nonostante ogni documento abbia un costo superiore ai 20 euro.

A Roma, ad esempio, nel quartiere periferico di Ottavia, dove la sindaca Virginia Raggi risiede, si arriva al primo agosto per ottenere un appuntamento utile esclusivamente a presentare una formale «richiesta» al Viminale. Non sarà sufficiente. Sei giorni dopo, infatti, si dovrà chiedere un nuovo appuntamento, questa volta per i «certificati», con tempi di attesa che oscillano tra una settimana e dieci giorni, per poter ritirare il documento. Tempo totale di attesa stimato: quattro mesi e due settimane. Insomma, a Ferragosto. Un intoppo che si ripete, con le dovute sfumature, di comune in comune, dal Nord al Sud.
«Mancanza di postazioni, questo è il problema», rispondono dal Viminale. Le «postazioni» sono i computer collegati dagli uffici comunali con il Viminale e abilitati a inviare le informazioni sensibili. A Roma ce ne sono 100, ma alcuni quartieri ne hanno in dotazione solo due o tre. Per questo, il Viminale a gennaio ha inviato a Roma 25 nuove postazioni e da aprile ne arriveranno altre 20.
Il prezzo per il documento, fissato con un decreto del ministero dell’Economia del 2016, non è dei più abbordabili: 13,76 euro per ogni carta di identità elettronica, che con Iva e costi di segreteria, arrivano a 22 euro. E se si perde, 27 euro. «Ma sono aumentati i costi di produzione», spiegano dal Viminale. «La carta elettronica è più sicura e con maggiori servizi disponibili rispetto alla vecchia versione cartacea». Che era la più contraffatta d’Europa, è vero, ma si otteneva in giornata e costava 5,42 euro. Oggi, per una famiglia, fare nuovi documenti diventa quindi una spesa ben più sostanziosa. Tanto che alcuni piccoli comuni hanno iniziato a creare dei fondi ad hoc per le famiglie meno abbienti. Per fortuna, in Italia, il futuro avanza a passi piccoli e lenti, senza lasciare nessuno indietro.