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 2018  marzo 31 Sabato calendario

Il tesoro sparito e la onlus misteriosa: tutti i segreti finanziari della Lega

Una sconosciuta associazione usata per incassare finanziamenti da un noto costruttore romano e non solo. Investimenti in titoli finanziari di banche e multinazionali. E un tesoro di 48 milioni sparito dai radar. I segreti finanziari della Lega corrono lungo queste tre direttrici. Sul prossimo numero de L’Espresso, in edicola da domani, l’inchiesta integrale sui conti segreti del partito di Matteo Salvini, l’uomo che vuole l’incarico di governo, il leader che studia da premier e che vorrebbe rottamare il passato del suo partito.
Già, il passato. Dove sono spariti i quasi 50 milioni di euro che il tribunale di Genova voleva sequestrare al partito dopo la condanna di Bossi per truffa ai danni dello Stato? Da mesi giudici e investigatori di Genova sono a caccia di quei denari. Finora, però, sui conti del Carroccio sono stati rinvenuti poco più di 2 milioni.
Gli altri? Matteo Salvini non perde occasione per ricordare come il suo partito sia senza un quattrino. Intanto negli anni in cui si processava nelle aule dei tribunali la gestione Bossi-Belsito del Carroccio padano, la Lega versione lepenista ha trovato nuovi finanziatori. I soldi versati al partito, tuttavia, non sono passati tutti dai conti ufficiali, ma anche dall’associazione “Più Voci”. Onlus finora ignota nonostante esista dall’autunno del 2015 – non ha un sito internet, né una lista pubblica dei finanziatori. La gestione è in mano a tre commercialisti lombardi che Salvini ha voluto al suo fianco nel nuovo partito.“Più Voci” non ha mai pubblicizzato iniziative pubbliche, ma il conto corrente di riferimento mostra una certa vitalità. Soldi che entrano, fanno una sosta e poi ripartono verso altri conti intestati a società della galassia leghista.
Tra la metà del dicembre 2015 e i primi mesi del 2016, sul conto della “Più voci” piovono due bonifici. La causale recita “erogazione liberale”, i versamenti sono stati disposti dall’Immobiliare Pentapigna srl. Il titolare è uno dei più noti costruttori della Capitale: Luca Parnasi. Erede di una dinastia di palazzinari, è l’imprenditore che dovrebbe costruire il nuovo stadio della Roma ed è in ballo pure per progettare quello del Milan. Ma perché Parnasi ha foraggiato l’associazione leghista?L’immobiliarista romano non ha risposto alle domande de L’Espresso. Non è il solo, però, ad aver finanziato. C’è anche un importante gruppo della grande distribuzione, l’unico ad aver risposto alle domande.
Alcuni documenti bancari, inoltre, aiutano a comprendere meglio che fine ha fatto la ricchezza leghista. È sfogliandoli che emerge un fatto inedito: sia sotto la gestione di Roberto Maroni, sia in seguito sotto quella di Salvini, parecchi milioni sono stati investiti illegalmente. Una legge del 2012 vieta, infatti, ai partiti politici di “scommettere” i propri denari su strumenti finanziari diversi dai titoli di Stato dei Paesi dell’Unione europea. E invece il partito ha cercato di guadagnare comprando le obbligazioni di alcune delle più famose banche e multinazionali e titoli derivati.
Nel dicembre del 2013, quando Maroni è ancora il segretario federale, il Carroccio ha in pancia titoli per 11,2 milioni di euro. Due terzi della somma equivalgono a buoni del tesoro italiani, mentre il resto sono obbligazioni societarie e infine 380mila euro investiti in un derivato. Strategia che non è cambiata quando a Maroni è succeduto Salvini. In soli cinque mesi, però, da dicembre del 2013 al maggio del 2014, il patrimonio passa da 14,2 milioni a 6,6 milioni. Non è dato sapere in che modo siano stati spesi così rapidamente tutti quei soldi. Di certo Salvini, fino a qualche tempo fa, poteva disporre di parecchie risorse mentre oggi i conti della Lega sono ufficialmente a secco.
Tant’è che lo Stato italiano, attraverso i giudici di Genova, si è dovuto accontentare di sequestrare solo 2 milioni sui 48 teorici. Perché la Lega ha investito soldi violando una legge dello Stato? E come mai i finanziamenti delle imprese sono arrivati sui conti di una sconosciuta associazione no profit invece che su quelli ufficiali? Alle domande de L’Espresso, il partito guidato da Salvini ha preferito non rispondere. Il leader della Lega, alle anticipazioni, ha risposto con «milioni di sorrisi e una querela».