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 2018  marzo 31 Sabato calendario

APPUNTI PER GAZZETTA - L’IRRUZIONE DEGLI AGENTI DI FRONTIERA FRANCESI NELLA SALA D’ASPETTO DELLA STAZIONE DI BARDONECCHIALA STAMPA

APPUNTI PER GAZZETTA - L’IRRUZIONE DEGLI AGENTI DI FRONTIERA FRANCESI NELLA SALA D’ASPETTO DELLA STAZIONE DI BARDONECCHIA

LA STAMPA.IT

L’irruzione di cinque agenti armati delle dogane francesi nella sala della stazione di Bardonecchia è diventata un caso diplomatico. A chiedere spiegazioni, in merito all’episodio accaduto ieri al confine tra Italia e Francia, è stata anche la Farnesina. L’ambasciatore francese a Roma, Christian Masset, è stato convocato in ministero per relazionare sull’episodio. «Il Direttore Generale per l’Ue, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha rappresentato all’ambasciatore francese la ferma protesta del governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile, e ha manifestato, al contempo, disappunto per l’assenza di risposte alle nostre richieste di spiegazioni», afferma la Farnesina. Si tratta di un «grave atto, considerato del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri» e che «mette in discussione» il suo funzionamento.  

 

A denunciare lo sconfinamento è stata Rainbow4Africa, Ong che assiste i migranti che tentano di varcare la frontiera delle Alpi per raggiungere la Francia. Secondo quanto riportato dai testimoni, gli agenti francesi hanno costretto un migrante, sospettato di essere uno spacciatore, a sottoporsi al test delle urine. «Altro che espellere i diplomatici russi, qui bisogna allontanare i diplomatici francesi! Con noi al governo l’Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo noi», ha commentato il leader della Lega Matteo Salvini. «Bene ha fatto la Farnesina a convocare l’ambasciatore francese. Quanto accaduto a Bardonecchia deve essere chiarito completamente in ogni suo aspetto»., ha detto invece Luigi Di Maio. 

 

 

LA RISPOSTA FRANCESE  

«I doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in base a un accordo sugli uffici di confine del 1990 in condizione di rispetto della legge e delle persone». È quanto si legge in un comunicato del ministro francese dei Conti pubblici Gerald Darmanin sulla vicenda di Bardonecchia. «Al fine di evitare nuovi incidenti nel futuro le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il contesto giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi son intervenuti sul suolo italiano». La brigata ferroviaria delle dogane francesi di Modane era di controllo sul Tgv Parigi-Milano, spiega il ministro. «Gli agenti hanno sospettato di un viaggiatore di nazionalità nigeriana e residente in Italia in merito a un eventuale detenzione corporea di stupefacenti». «In applicazione dell’articolo 60bis del codice delle dogane gli agenti hanno chiesto alla persone il permesso di procedere a un test delle urine e la persona ha accettato per iscritto». Gli agenti, spiega la nota, hanno quindi atteso l’arrivo del treno per utilizzare i locali attinenti alla stazione di Bardonecchia messi a disposizione della dogana francese in applicazione degli accordi del 1990 degli uffici transfrontalieri. Gli stessi locali, si legge, «erano da qualche mese messi a disposizione di una associazione per i migranti e gli agenti hanno sollecitato la possibilità di accedere ai sanitari, permesso che gli è stato accordato». Il controllo, prosegue la nota «si è rivelato negativo, nondimeno i membri dell’associazione hanno chiesto che la persona rimanesse con loro». 

 

“VIOLATO UN PRESIDIO SANITARIO”  

«L’accordo italo francese sulla cooperazione transfrontaliera in materia di polizia e dogana in vigore è quello firmato a Chambe’ry il 3 ottobre 1997 e non prevede l’imposizione di analisi mediche e accertamenti sanitari come quelli svolti ieri sera a Bardonecchia», hanno riferito all’Ans fonti legali vicine alle ong. È stata una «grave ingerenza nell’operato delle Ong e delle istituzioni italiane», si legge in una nota diffusa da Rainbow4Africa, che ricorda: «un presidio sanitario è un luogo neutro, rispettato anche nei luoghi di guerra». E il sindaco di Bardonecchia, Francesco Avato: «Non avevano alcun diritto di introdursi lì dentro. Non si permettano mai più. Quella è una stanza gestita dal Comune con dei mediatori: i volontari di Raimbow4Africa, come altre realtà, collaborano con il progetto. L’accesso alla sala è possibile solo agli operatori autorizzati. È uno spazio calmo, neutro, dove si incontrano i migranti, si parla con loro, si spiegano i rischi del viaggio che hanno deciso di intraprendere e si cerca di convincerli a rimanere in Italia, dove possono trovare accoglienza». Quanto accaduto «non fermerà le nostre azioni a Bardonecchia, Oulx e lungo tutti i confini. Continueremo a lavorare per chiunque ne abbia bisogno», conferma Rainbow4Africa. 

 

 

LE REAZIONI POLITICHE  

Per Daniele Viotti, parlamentare europeo del Pd, «Quanto successo ieri è intollerabile e grave sul piano del rispetto dei diritti umani ed è inaccettabile dal punto di vista politico. La costante aggressività della polizia francese (che ha avuto il picco ieri, ma è ormai un dato) ha una evidente copertura da parte del proprio Governo che, a parole, si dichiara solidale con l’Italia nell’affrontare la questione migranti e profughi, mentre, di fatto, costruisce muri, come Ungheria, Polonia e Slovacchia». Per Augusta Montaruli, deputata di Fratelli d’Italia «Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità. Siamo una Nazione sovrana, non una provincia della Francia. Ma dopo il danno di essere lasciati soli sull’immigrazione, non assisteremo pure alla beffa di essere usati come la loro toilette». Si tratta di una «Inaccettabile violazione della sovranità italiana da parte della Francia. I gendarmi francesi hanno fatto irruzione, armati, nella stazione di Bardonecchia durante un blitz anti immigrazione. Così si è ridotta l’Italia dopo sei anni di governi asserviti alle cancellerie straniere. Fratelli d’Italia chiede che l’ambasciatore francese sia immediatamente convocato dalla Farnesina per chiarire questo ennesimo gravissimo atto contro l’Italia», così scrive su Facebook la leader di Fdi Giorgia Meloni. «Su Bardonecchia il governo riferisca in Aula. È urgente fare chiarezza, su questa vicenda come sul caso Open Arms. Operazioni di salvataggio in acque internazionali di cui si cede il controllo ai libici, controlli “abusivi” della polizia di frontiera francese in territorio italiano e in un locale del comune destinato all’accoglienza: è la rappresentazione di una Italia debole in un’Europa che si disgrega», ha scritto sul suo canale social il deputato di +Europa e segretario di Radicali Italiani, Riccardo Magi. 

 

 

«Il Partito Democratico metropolitano di Torino è vicino a Rainbow4Africa, Asgi, i sindaci, i volontari, i cittadini della Valle per quanto accaduto ieri a Bardonecchia e li ringrazia per il lavoro che da tempo svolgono silenziosamente su quel territorio», scrive su Facebook il segretario del Pd torinese, Mimmo Carretta, in un post in cui definisce «un atto inaccettabile quello messo in atto ieri dalla Polizia francese che non trova giustificazioni in alcun modo». L’irruzione della polizia francese a Bardonecchia è «inaccettabile». Lo afferma Francesca Frediani, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Piemonte. «Ci aspettiamo una ferma risposta da parte delle istituzioni italiane - aggiunge l’esponente pentastellata - e dal governo francese la massima disponibilità a collaborare, non azioni che contribuiscono ad alzare la tensione e sminuire l’operato di amministrazioni locali e organizzazioni umanitarie attualmente impegnate a gestire questa difficile situazione».  

 

 

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IL PRECEDENTE  

Da alcuni mesi Bardonecchia, località sciistica della Valle di Susa, si trova al centro della rotta dei migranti che, abbandonata la via di Ventimiglia, tentano di raggiungere la Francia nonostante la neve e il gelo. E nonostante la rigidità delle autorità francesi. È dei giorni scorsi la notizia della guida alpina francese indagata per avere aiutato una migrante incinta.  

 

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Rainbow4Africa è la stessa associazione che nelle scorse settimane ha assistito un’altra donna incinta e malata, respinta al confine, morta dopo un parto miracolo all’ospedale Sant’Anna di Torino. 

 

 

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I NUMERI DEI MIGRANTI AL CONFINE  

Dallo scorso dicembre sono un migliaio i profughi, per lo più nordafricani, che hanno trovato assistenza nelle stanze della stazione di Bardonecchia dove è avvenuta l’irruzione. Gli agenti della dogana francese accompagnavano un migrante, come altre volte in passato. Solo che anziché scaricarlo davanti alla stazione, sono entrati nei locali della Ong, costringendo il profugo al test delle urine e intimidendo un medico, i mediatori culturali e i volontari dell’Asgi, l’associazione per gli Studi giuridici sull’immigrazione. Ad allontanare gli agenti transalpini ci ha pensato il personale del Commissariato, avvisato dalla stessa Ong di quanto stava accadendo. 

 

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L’episodio rischia ora di diventare un caso diplomatico. Rainbow4Africa ricorda infatti di agire «secondo principi inviolabili di indipendenza, neutralità, imparzialità e umanità. L’azione degli agenti della Dogana Francese viola tali principi», insiste l’associazione, secondo cui «il comportamento adottato nei confronti dell’ospite nigeriano appare irrispettoso dei diritti umani». 

 

«Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni - commenta Paolo Narcisi, medico e presidente di Rainbow4Africa - Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare il rispetto dei diritti umani dei migranti». «Ritengo che quanto accaduto sia una gravissima violazione non solo di quel sistema dei diritti umani che dovrebbe contraddistinguere l’Europa, ma anche una violazione dei principi basilari della dignità umana, intollerabile nei confronti di persone venute per richiedere protezione - aggiunge l’avvocato Lorenzo Trucco, presidente di Asgi -. Si valuterà pertanto ogni possibile azione per contrastare simili comportamenti».

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IL FATTO
La polizia della dogana francese è entrata senza permesso nella saletta gestita dal Comune di Bardonecchia dove dall’inizio dell’inverno operano i volontari della Ong torinese Rainbow4Africa e dove trovano assistenza i migranti respinti dalla Francia e quelli che tentano la traversata dal colle della Scala, sul confine tra Italia e Francia. «Non avevano il diritto di entrare, nessun diritto - spiega il sindaco Francesco Avato - Questa sarà la prima e ultima volta. Sono molto arrabbiato e amareggiato per quello che è successo». Bardonecchia, la polizia francese irrompe in un centro di accoglienza per migranti Condividi   Sulla porta della sala, vicino alla stazione di Bardonecchia c’è un cartello firmato dallo stesso sindaco che spiega come gli unici autorizzati ad entrare siano i volontari della ong e i mediatori culturali del Comune. L’amministrazione comunale di Bardonecchia ha subito avvisato la prefettura e la questura.

L’episodio è di ieri sera, poco prima delle 21. Alcuni agenti della polizia della douane francese sono entrati nella saletta con un migrante prelevato da un treno appena arrivato in stazione. Hanno intimato ai volontari di fargli usare il bagno per costringere il migrante a sottoporsi alle analisi delle urine. I volontari presenti hanno provato a chiedere spiegazioni ma senza successo.

“Erano tutti molto turbati - racconta Caterina, una testimone che ha assistito al’irruzione dei poliziotti francesi - non si era mai verificato in passato un episodio così brutale. Il ragazzo è stato portato con la forza nella stanza dell’associazione per la sola ragione che non aveva la pelle bianca”. Caterina ha raccontato che l’uomo di nazionalità nigeriana era in possesso di un regolare biglietto ferroviario per Napoli. “In cinque l’hanno fatto scendere dal treno e nello stanzino della stazione gli hanno fatto il test delle urine. I volontari hanno provato a impedirglielo dicendo che si trattava di una violazione dei suoi diritti ma non ci sono riusciti. Quando il test è risultato negativo gli hanno detto che poteva andare dopo aver recuperato le sue cose in stazione”. L’uomo non capiva neppure che cosa stesse succedendo non parlava il francese. 
Bardonecchia, il sindaco:"Faremo in modo che non succeda mai più" Condividi  



Dell’accaduto sono stati informati il prefetto di Torino Renato Saccone e l’assessore regionale alle pari opportunità Monica Cerutti.

Coro di proteste: "Non siamo la toilette di Macron"

Il dottor Paolo Narcisi, Presidente di Rainbow4Africa, commenta: "Riteniamo questi atti delle ignobili provocazioni. Abbiamo fiducia nell’operato delle istituzioni e della giustizia italiana, che sono state investite della responsabilità di attuare i passi necessari verso la Francia. Il nostro unico interesse rimane assicurare rispetto dei diritti umani dei migranti".
Aggiunge l’avvocato Lorenzo Trucco, presidente di ASGI: "Ritengo che quanto accaduto sia una gravissima violazione non solo di quel sistema dei diritti umani che dovrebbe contraddistinguere l’Europa, ma anche una violazione dei principi basilari della dignità umana, intollerabile nei confronti di persone venute per richiedere protezione. Si valuterà pertanto ogni possibile azione per contrastare simili comportamenti."

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Dal Pd alla Lega, dal M5s  a Fratelli d’Italia l’irruzione degli agenti francesi nel centro migranti di Bardonecchia suscita sdegno e rabbia e assume le caratteristiche di un incidente internazionale.  L’ambasciatore francese a Roma, Christian Masset, è stato convocato alla Farnesina in relazione all’episodio di Bardonecchia. E a seguito dell’incontro il ministero ha emesso un duro comunicato: "A seguito di quanto accaduto a Bardonec chia nella serata di venerdì 30 marzo, il Ministero degli affari esteri  ha immediatamente chiesto spiegazioni alle autorità francesi, sia tramite l’ambasciata di Francia a Roma, sia tramite la nostra ambasciata a Parigi. Non avendo ricevuto alcuna giustificazione per il grave atto (considerato del tutto al di fuori della cornice della collaborazione tra Stati frontalieri), si è deciso di convocare oggi pomeriggio, alla Farnesina, l’ambasciatore di Francia in Italia, Christian Masset. In tale occasione, il Direttore Generale per l’Unione Europea, Giuseppe Buccino Grimaldi, ha rappresentato all’ambasciatore la ferma protesta del Governo italiano per la condotta degli agenti doganali francesi, ritenuta inaccettabile e ha manifestato, al contempo, disappunto per l’assenza di risposte alle nostre richieste di spiegazioni. Il Direttore Generale Buccino ha altresì mostrato all’ambasciatore Masset lo scambio di comunicazioni intervenuto nel corrente mese tra Ferrovie dello Stato italiane e Dogane francesi, da cui emerge chiaramente come queste ultime fossero al corrente che i locali della stazione di Bardonecchia precedentemente accessibili ai loro agenti non lo sono più, essendo adesso occupati da una organizzazione non governativa a scopo umanitario. Peraltro, proprio per discutere insieme della questione, i due Paesi avevano deciso di incontrarsi presso la Prefettura di Torino il prossimo 16 aprile a livello tecnico.Quanto avvenuto mette oggettivamente in discussione, con conseguenti e immediati effetti operativi, il concreto funzionamento della sinora eccellente collaborazione frontaliera.
 
Parigi aveva sostenuto il contrario i: "Al fine di evitare qualsiasi incidente in futuro, le autorità francesi sono a disposizione di quelle italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale i doganieri francesi possono intervenire sul territorio italiano in virtù di un accordo (sugli uffici di controlli transfrontalieri) del 1990 in condizioni di rispetto della legge e delle persone". Lo rende noto un comunicato del ministro francese dei conti pubblici, Gérald Darmanin, cui fanno capo i doganieri, sulla vicenda di Bardonecchia.

Il locale della stazione di Bardonecchia in cui è stato compiuto da parte degli agenti francesi il test delle urine a un cittadino nigeriano è "a disposizione della dogana francese in applicazione degli accordi del 1990 del Bureau à contrôles nationaux juxtaposés (BCNJ)". specifica Gerald Darmanin, aggiungendo che "dal momento che da qualche mese questo locale è stato anche messo a disposizione di un’associazione per l’aiuto ai migranti, gli agenti hanno chiesto la possibilità di accedere ai sanitari, che è stata concessa loro". "Il controllo alla fine si è rivelato negativo. Tuttavia alcuni membri dell’associazione si sono risentiti per questo controllo e hanno voluto che la persona controllata restasse con loro al termine del controllo", conclude Parigi.

Intanto  i volontari di Rainbow4Africa , dopo l’irruzione degli agenti della Dogana francese nei loro  locali di Bardonecchia, dicono:. "Adesso  è il momento di tornare a fare il nostro lavoro di medici, infermieri, mediatori, avvocati"

Ma è polemica fra tutte le forze politiche. "I fatti di Bardonecchia sono gravi. Così di certo non si fa la nuova Europa" twitta Maurizio Martina, segretario reggente del Partito democratico. Sulla stessa linea Enrico Letta: "L’irruzione polizia francese a Bardonecchia è l’ennesimo errore su questione migranti. Poi in Europa si stupiscono dell’esito elettorale in Italia!"

Bardonecchia, polizia francese irrompe in centro per migranti: ’’Erano armati, ragazzo con regolare biglietto costretto a test antidroga’’ Condividi  
Commenta con un tweet anche Luigi Di Maio candidato premiére dei Cinque Stelle:  "Bene ha fatto la Farnesina a convocare
l’ambasciatore francese. Quanto accaduto a #Bardonecchia deve essere chiarito completamente in ogni suo aspetto".

Il segretario della Lega Matteo Salvini  tuona: "Altro che espellere i diplomatici russi, qui bisogna allontanare i diplomatici francesi! Con noi al governo l’Italia rialzerà la testa in Europa, da Macron e Merkel non abbiamo lezioni da prendere, e i nostri confini ce li controlleremo noi" Così il segretario della Lega e leader del centrodestra Matteo Salvini.

"Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità. Siamo un Paese sovrano non una provincia della Francia. I campioni delle urine li prendano nei bagni francesi o ne segnalino la necessità alle nostre forze dell’ordine" dice il parlamentare europeo Daniele Viotti, che aggiunge: "Esiste un piano politico che deve prevalere e che va oltre qualsiasi accordo tra Italia e Francia che gli agenti francesi possano richiamare come giustificazione. La costante aggressività della polizia francese (che ha avuto il picco ieri, ma è ormai un dato) ha una evidente copertura da parte del proprio governo che, a parole, si dichiara solidale con l’Italia nell’affrontare la questione migranti e profughi, mentre, di fatto, costruisce muri, come Ungheria, Polonia e Slovacchia". 

Le regole che i francesi devono rispettare

 "Non ho ancora letto la notizia della protesta del ministro Minniti e del ministro Alfano nei confronti del governo francese. Che un nucleo di poliziotti francesi intervenga in  territorio italiano, in spregio a tutti gli accordi tra i due Paesi, faccia irruzione in un centro di solidarietà gestito da un comune italiano è un fatto gravissimo. Macron e il suo governo se pensa che siamo una colonia sbaglia in pieno" afferma il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, deputato di Liberi e Uguali eletto in Piemonte, in merito all’episodio di ieri sera.  "E se il governo francese - prosegue l’esponente di Leu - non ha la decenza di rispettare il buon senso e l’umanità, almeno rispetti le leggi internazionali. Suvvia gentili ministri Minniti e Alfano - conclude Fratoianni - almeno per una volta mostrate la schiena diritta verso un potente e non come  sempre verso i più deboli e inermi...".

 Gli fa eco Giuseppe Civati di Possibile: "Il governo ha il dovere di protestare contro il blitz degli agenti francesi nella sede di Bardonecchia della Rainbow4Africa. Si tratta di un’azione molto grave nei confronti di un Paese confinante. Ma soprattutto è un’intollerabile intimidazione verso chi offre assistenza ai migranti. Il rispetto dei diritti umani è stato calpestato oltre ogni immaginazione. E questo è inaccettabile".

"Non siamo la toilette di Macron - aggiunge sdegnata la parlamentare di Fratelli d’Italia Augusta Montaruli - Il comportamento degli agenti francesi a Bardonecchia è stato gravissimo. L’Italia chiami Macron e gli ricordi che qui nessun agente straniero può venire a far valere la propria autorità  "Si tratta di una mancanza di rispetto inaudita verso l’Italia ed un precedente inammissibile. Siamo contrari a questa gestione del problema profughi da parte di un’Europa lavativa - ha aggiunto - Sappiamo peraltro che, dietro le richieste di asilo, c’è troppe volte il tentativo di eludere la normativa sull’immigrazione clandestina. Ma dopo il danno di essere lasciati soli, non assisteremo pure alla beffa di essere usati come la loro toilette".

Francesca Frediani, capogruppo M5s nel Consiglio regionale del Piemonte attacca: "E’ inaccettabile l’irruzione della Polizia francese a Bardonecchia. Ci aspettiamo una ferma risposta da parte delle istituzioni italiane. Quello che ci aspettiamo dal governo francese è la massima disponibilità a collaborare, non azioni che contribuiscono ad alzare la tensione e sminuire l’operato di amministrazioni locali e organizzazioni umanitarie attualmente impegnate a gestire questa difficile situazione"

LE REGOLE
Non è vero che la polizia francese non può girare armata in territorio italiano e non è vero che non può fare controlli o altre indagini, ma deve avvertire i colleghi italiani. E’ tutto scritto nel trattato di Schengen che regola i rapporti tra gli stati.  I doganieri che ieri hanno fatto irruzione nella saletta di Bardonecchia non avrebbero potuto farlo se non avvisando i colleghi del commissariato di Bardonecchia. Una cosa diversa è il loro ruolo sui treni: c’è un accordo che permette alla polizia italiana di controllare i vagoni anche oltre il confine, fino a Modane, e ai francesi di arrivare fino a Bardonecchia. Il problema è quel che accade, una volta scesi dal treno, sul territorio italiano. In quel caso gli articoli 40 e 41 del trattato di Schengen sono molto specifici:  un inseguimento è possibile,  così come un’operazione di polizia ma è necessario avvisare il paese su cui la polizia straniera sta operando e  -  se non è stato possibile avvisare prima per il carattere urgente dell’operazione -  è obbligatorio richiedere l’intervento della polizia italiana. In altre parole ieri sera i doganieri -  se hanno ritenuto necessario controllare immediatamente lo straniero fermato dal treno e sottoporlo al test delle urine -  avrebbero dovuto farlo chiedendo l’intervento della polizia di Bardonecchia.
Nella saletta gestita dal Comune, dove operano volontari e mediatori culturali delle associazioni che offrono assistenza ai migranti, poi, i doganieri non avrebbero potuto entrare: prima che scoppiasse l’emergenza migranti al Colle della Scala, infatti, quella saletta -  di proprietà delle ferrovie dello stato -  in effetti era stata data in concessione alla polizia francese, negli anni ’90 ma la saletta era caduta in disuso e adesso possibilità dei francesi di usare quello spazio era decaduto.

Regole confermate anche dal questore di Torino Francesco Messina in un’intervista a una quotidano online: "Le regole d’ingaggio al confine, i rapporti transfrontalieri tra Stati, sono determinati da precise normative europee  In questi casi - continua il questore - prima di tutto è sempre necessario avvisare. Per avviso si può intendere un atto formale, scritto, in genere anche successivo ad una comunicazione verbale tra gli esponenti della gendarmerie e le forze dell’ordine italiane. Certo, conferma Messina, esistono convenzioni dell’Agenzia delle Dogane francesi con le Ferrovie dello Stato italiane per la fruibilità di locali al confine ma sono molto vecchie, risalenti agli anni ’60. Bisogna accertare con attenzione, come stiamo facendo, se sono ancora in vigore. Anche se, mi pare, questo è un caso diverso".

Parla Edoardo Greppi, docente di diritto internazionale all’Università Torino. Sul caso Bardonecchia dice: «C’è stata una violazione. I poliziotti francesi dovevano essere autorizzati a entrare nella sede della ong Rainbow4Africa»

CORRIERE.IT
Francia: «Locali della nostra dogana». Ong: non per test medici

Nel tardo pomeriggio la Francia aveva battuto un colpo. Il ministro per i Conti pubblici, Gerald Darmanin, aveva diramato una nota:«Al fine di evitare qualsiasi incidente in futuro - si legge - le autorità francesi sono a disposizione delle autorità italiane per chiarire il quadro giuridico e operativo nel quale gli agenti di dogana francesi possono intervenire sul suolo italiano, in virtù degli accordi del 1990, in condizioni rispettose del diritto e delle persone». Nel comunicato Parigi fornisce la sua ricostruzione dei fatti. «Venerdì sera, 30 marzo, intorno alle 19 una squadra della brigata ferroviaria delle dogane francesi di Modane svolgeva controlli sul Tgv Parigi-Milano. Questi agenti in uniforme e identificati come doganieri francesi hanno avuto sospetti che un viaggiatore, di nazionalità nigeriana e residente in Italia, potesse avere stupefacenti in corpo. In applicazione dell’articolo 60 bis del codice delle dogane, gli agenti hanno chiesto alla persona se acconsentiva a un test delle urine per rilevare eventuali stupefacenti, cosa che lui ha accettato per iscritto alle 19.15. Al fine di realizzare questo controllo in condizioni di rispetto della persona - prosegue la nota - gli agenti hanno atteso l’arrivo del treno, in modo da utilizzare il locale adiacente alla stazione di Bardonecchia messo a disposizione della dogana francese in applicazione degli accordi del 1990 del Bureau à contrôles nationaux juxtaposés (BCNJ)». Pronta la risposta dei legali della ong: « L’accordo italofrancese sulla cooperazione transfrontaliera in materia di polizia e dogana in vigore è quello firmato a Chambe’ry il 3 ottobre 1997 e non prevede - riferiscono all’Ansa fonti legali vicine alle ong - l’imposizione di analisi mediche e accertamenti sanitari come quelli svolti ieri sera a Bardonecchia».

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Il post degli attivisti: «Ora torniamo a fare il nostro lavoro»

Questo il post su Facebook pubblicato stamane, sabato, da Rainbow4Africa: «Grazie a tutti per la solidarietà ricevuta. Abbiamo emesso un comunicato congiunto con ASGI: non ci saranno ulteriori dichiarazioni. Come ha dichiarato il sindaco di Bardonecchia (centro del Torinese, al confine tra Italia e Francia, ndr) “Sono molto arrabbiato e amareggiato per quello che è successo”: questi sono anche i nostri sentimenti. Adesso è il momento di tornare a fare il nostro lavoro di medici, infermieri, mediatori, avvocati. Abbiamo la massima fiducia nel Prefetto - scrivono gli attivisti - e nelle nostre istituzioni: lasciamo a loro i prossimi passi».

La testimone: «Hanno costretto un nigeriano al test delle urine»

Caterina, volontaria di Rainbow4Africa, racconta: «Eravamo in questa stanza, sono arrivati all’improvviso, hanno fatto irruzione...». «Non sono una poliziotta - dice - non mi interessa niente di come operano, ma trovo gravissimo che una persona venga fermata in questo modo...». Secondo la volontaria, gli agenti francesi hanno costretto un giovane nigeriano a seguirli nel locale e a sottoporsi al test delle urine. «Veniva da Parigi ed era diretto verso Napoli - sostiene - non stava andando in Francia. Tremava, aveva paura. Quando un nostro mediatore culturale ha fatto notare agli agenti che non si stavano comportando nel modo giusto, per risposta gli hanno detto di stare zitto. Hanno sostenuto che per una concessione delle Ferrovie del 1963 potevano utilizzare quel locale e hanno detto che non avevamo diritto di sindacare sul loro operato. È stato allora che abbiamo chiamato il sindaco (Francesco Avato, ndr) e poi la nostra polizia».

Il questore di Torino

Sul caso il questore di Torino, Francesco Messina, afferma: «Secondo il trattato di Schengen vige un protocollo di avviso per ogni attività al confine tra Italia e Francia. I movimenti vanno comunicati secondo certe procedure, sia da parte nostra che loro. Sull’uso dei locali al confine dovrebbero, ma va accertato, essere ancora in vigore vecchie convenzioni con le Fs. Ripeto, bisogna verificare, ma se venisse confermato quanto detto dal sindaco di Bardonecchia quanto accaduto venerdì potrebbe avere i contorni dell’irritualità».