Il Messaggero, 29 marzo 2018
Tesla va ancora al tappeto in Borsa (-8%). Adesso il rischio bancarotta è più vicino
ROMA Non si allenta la morsa su Tesla che anche ieri a New York ha lasciato sul tappeto oltre l’8% scendendo sotto i 260 dollari dopo la perdita di circa l’8,2% del giorno precedente. Diversi fattori hanno creato pressione all’azienda fondata e guidata da Elon Musk che, secondo alcuni analisti, sarebbe addirittura alle corde.
L’intero settore dei tecnologici attraversa un momento difficile dopo le pesanti polemiche che hanno coinvolto Facebook, ma in particolare il costruttore di Palo Alto paga i risultati finanziari preoccupanti e un nuovo incidente che ha coinvolto una delle sue avanzate vetture. Dopo l’impatto contro un camion del maggio 2016, in cui su una berlina Model S che stava viaggiando con l’autopilot inserito perse la vita Joshua Brown, e quello del gennaio scorso con un altro esemplare della stessa vettura che tamponò un camion dei pompieri senza però causare feriti gravi, venerdì scorso c’è stato un violento incidente che ha coinvolto un Suv Model X.
ISPETTORI FEDERALI
La Ntsb, l’agenzia che si occupa dei trasporti negli Stati Uniti, ha inviato due ispettori per cercare di capire la dinamica del sinistro in cui il veicolo è andato completamente distrutto prima di incendiarsi e la persona che si trovava al volante ha perso la vita. Il crash arriva in un momento in cui i conti dell’azienda sono già sotto i riflettori e certo non aiuta. Moody’s prima che aprissero le contrattazioni nella Grande Mela aveva bocciato Tesla tagliando il rating da B2 a B3, spostando la valutazione del debito societario senior in territorio junk (spazzatura) con outlook negativo. Secondo l’agenzia il rating potrebbe essere ulteriormente abbassato se la società non saprà rastrellare rapidamente due miliardi di dollari. Pesanti anche le parole di John Thompson del fondo di investimento Vilas Capital Management: «Le aziende ad un certo punto devono generare utili e Tesla non lo ha mai fatto».
CASSA ALLA FINE
Rumors parlano di cassa ormai agli sgoccioli con il rischio addirittura di bancarotta nonostante l’azienda ieri capitalizzasse ancora 44 miliardi di dollari. Sicuramente non aiuta la situazione lo stop sulla sperimentazione della guida autonoma di importanti società annunciato in questi giorni in seguito alla vettura di Uber che qualche settimana fa ha investito e ucciso un ciclista. Oltre ad Uber stessa ha sospeso i collaudi su strada anche Nvidia dando l’impressione che un settore in cui Tesla è all’avanguardia (oltre all’elettrificazione) potrebbe bruscamente rallentare.
Sull’ultimo incidente avvenuto vicino a Montain View in California in cui ha perso la vita un uomo di 38 anni gli ispettori della Ntsb vogliono indagare sia sull’utilizzo al momento dell’impatto dell’autopilot (non è guida autonoma, ma supporto alla guida, chi impugna il volante mantiene la responsabilità e deve essere sempre pronto ad intervenire) sia sull’incendio che potrebbe essere stato causato dalle batterie al litio.
CRESCITA PRODUTTIVA
L’impatto è stato violentissimo e il Suv è andato completamente distrutto; Tesla, che ha dato la totale disponibilità a collaborare alle indagini, ha fatto notare come la barriera in quel punto fosse provvisoria e molto pericolosa, ricordando che in quel tratto i propri veicoli dotati di autopilot fossero già transitati 85 mila volte, 20 mila delle quali quest’anno.
Su i conti disastrati del gruppo di Palo Alto pesano le difficoltà incontrate nel momento in cui è stato necessario incrementare la produzione della Model 3 che, avendo un costo più accessibile, deve soddisfare una domanda molto più ampia, simile a quelle dei costruttori tradizionali.