la Repubblica, 29 marzo 2018
Ma il reddito di inclusione parte bene. Metà dei beneficiari in Campania e Sicilia
Roma Ci sono 110 mila famiglie povere che da tre mesi ricevono il nuovo Reddito di inclusione – il Rei – varato dal governo Gentiloni il primo dicembre scorso. L’assegno – in media 297 euro al mese – beneficia così quasi 317 mila persone fin qui prive di aiuti: l’equivalente di tre componenti in media a nucleo. I primi dati, presentati ieri dal presidente Inps Tito Boeri e dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti, colpiscono soprattutto per la dislocazione geografica dei nuovi beneficiari. Oltre la metà delle famiglie con Rei risiede in due sole regioni: Campania (31 mila) e Sicilia ( 25 mila). E qui si contano il 56% delle persone assistite: 177 mila. Una prova ulteriore del forte stato di bisogno in cui si trova il Sud del Paese.
Se poi guardiamo al totale delle famiglie povere che ricevono un sussidio – il nuovo Rei e il vecchio Sia fino a dicembre ( in media 245 euro al mese) – i numeri diventano importanti: 230 mila famiglie, 794 mila persone. Ancora di più se aggiungiamo anche gli aiuti regionali. Alla fine si arriva a 870 mila beneficiari, quasi la metà dell’obiettivo di partenza del Rei: aiutare 1,8 milioni di poveri assoluti. Obiettivo che dal primo luglio, quando i requisiti saranno meno stringenti, salirà a 2,5 milioni (700 mila famiglie): un povero assoluto su due. La fotografia attuale – considerando tutti gli strumenti di sostegno alla povertà esistenti – è disarmante: sette beneficiari su dieci risiedono al Sud, un quinto ha un disabile in famiglia, tre su quattro vivono in famiglie numerose, ma avanzano anche le persone sole, l’incidenza è più forte dove più alta è la disoccupazione.
«Il Paese si è lasciato la grande crisi alle spalle, ma siamo ancora lontani da un miglioramento tangibile per tutti», ha riconosciuto il premier uscente Gentiloni. «Il Rei è uno strumento che funziona e va difeso e rafforzato. L’Italia non si può permettere una fiera delle velleità». Anche l’Alleanza contro la povertà, il network della società civile che più di altri ha spinto per il Rei, commenta i dati con soddisfazione. «Ribadiamo però che per coprire tutti i poveri servono 7 miliardi», insiste il portavoce Roberto Rossini, presidente delle Acli. «Il giudizio è positivo, se è solo l’inizio», aggiunge Cristiano Gori. «Gli importi sono ancora bassi».