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 2018  marzo 28 Mercoledì calendario

Aida, le tue battaglie

Nel giorno in cui s’è saputo della morte di Linda Brown, ammessa nel 1954 in una scuola di Topeka, Kansas, nonostante fosse nera e la scuola riservata ai bianchi, il deputato leghista Gianluca Vinci ha da ridire su un cartellone affisso nella sua città, Reggio Emilia. Si vede una ragazza nera e c’è scritto: «Ci vediamo in Viacassoliuno, nuovo spazio per i giovani della città». Non va niente bene, dice Vinci: «Quando si tutelano le minoranze per farle diventare maggioranze, qualcosa non funziona e va cambiato». Fra parentesi la ragazza, reggiana, italiana, originaria del Senegal, si chiama Aida, uno di quei bei nomi anticlericali così diffusi in Emilia, come Otello o Jenner o Zelmira (uno chiamò i tre figli Rivo, Luzio e Nario). E lavora spesso in associazione col comune, ma come sintomo e credenziali d’integrazione a Vinci non bastano. Il sindaco di Reggio ci ha visto del razzismo e denuncerà. E sì che c’era una Lega attenta alle minoranze. Quelle linguistiche con la toponomastica in dialetto, e documenti che il fantomatico Parlamento Padano (con Salvini giovane comunista e Borghezio leader dei moderati, vabbè) avrebbe redatto nelle varie lingue in uso in Italia. E anche le minoranze etniche, cui nel ’94 la Lega riconosceva «diritto di creare organizzazioni e partiti e di essere educate nella lingua madre». Boh, forse erano etnie alla Lega più gradite. E comunque resta che Aida non fa parte di nessuna minoranza: appartiene a una maggioranza di esseri umani purtroppo assottigliata da una minoranza di esseri disumani.