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 2018  marzo 28 Mercoledì calendario

L’altro Casellati, una “talpa” nella sanità del Pd

“Elisabetta è una persona preparata, seria e coerente”. Così, poche ore dopo l’elezione di Elisabetta Alberti Casellati alla presidenza del Senato, suo fratello Valerio Fabio Alberti, direttore dell’Asl unica di Torino, dettava all’Ansa un elogio della sorella maggiore. Di politica, però, i due non parlano molto, spiegava: “Andiamo d’accordo come fratelli”, rispondeva svicolandosi da una domanda che poteva essere pericolosa. Già, perché Alberti è uno dei dirigenti sanitari nominati dalla giunta Pd di Sergio Chiamparino ed è uno dei più ascoltati dell’assessore alla Sanità Antonio Saitta.
Anzi, Fabio Alberti costituirebbe un asse lombardo-veneto insieme al direttore generale dell’assessorato, Renato Botti, ex dg della Regione Lombardia dal 1997 al 2002 (sotto la guida di Roberto Formigoni) e poi chiamato al ministero della Salute guidato da Beatrice Lorenzin.
Insomma, nonostante l’amministrazione piemontese sia di centrosinistra, le istituzioni sanitarie sono nelle mani di dirigenti pubblici vicini al centrodestra.
Laureato in Medicina nel 1980, specializzato in igiene e medicina preventiva nel 1984, dal 1987 fino alla fine del 1992 Alberti è vicedirettore sanitario all’ospedale civile di Padova e dal 1993 direttore sanitario dell’ospedale geriatrico della stessa città. In quel periodo, mentre lui comincia il suo percorso ai vertici di aziende sanitarie e ospedaliere, la sorella aderisce a Forza Italia e, eletta al senato nel 1994, va a presiedere la commissione sanità. Negli anni successivi da Padova si sposta all’ospedale “Santa Maria degli Angeli” di Pordenone e poi all’Azienda ospedaliera di Verona, struttura di cui diventa direttore generale tra il 2003 e il 2007. Nel frattempo la sorella aveva avuto una breve esperienza da sottosegretaria alla Salute dal 30 dicembre 2004 al 16 maggio 2006 durante i governi Berlusconi II e Berlusconi III.
Finita l’esperienza a Verona, Alberti viene dato dalle cronache venete come uno dei candidati più quotati per la direzione generale della sanità veneta con la giunta di Giancarlo Galan, con cui era in buoni rapporti, ma nel 2008 si deve accontentare della Ussl di Bassano del Grappa, lasciata nel 2012 per diventare presidente della Federazione italiana delle aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) a Roma. Da qui viene chiamato a Torino dall’assessore Pd Saitta nell’aprile 2015 per guidare l’Asl Torino 2, quella della zona sud del capoluogo in cui ci sono due ospedali, il “San Giovanni Bosco” e il “Maria Vittoria”. Da allora Alberti si è fatto spazio, ha conquistato la fiducia del centrosinistra e nel settembre 2016 ha ottenuto un altro compito (sempre con un solo stipendio): quello di commissario dell’Asl Torino 1, assegnatogli dopo le dimissioni di Giovanni Maria Soro, manager bocconiano ed ex direttore al Pio Albergo Trivulzio di Milano che, chiamato sotto la Mole da Chiamparino, è rientrato in fretta in Lombardia.
A quel punto Saitta ha colto al volo l’occasione per anticipare la fusione delle due aziende in un’Asl unica “Città di Torino”, guidata proprio da Alberti a partire dal gennaio 2017. Una fusione che, affermano alcuni sindacati dei medici, è stata compiuta troppo in fretta: tra le due strutture ci sono ancora dei problemi di comunicazione, anche informatica, mentre le indennità del personale medico non sono state equiparate.