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 2018  marzo 28 Mercoledì calendario

Usa, Tijuana, Panama. Di Battista reporter col passeggino in spalla

MILANO Due video e una promessa mantenuta. Il primo risale al dicembre 2012, al tempo delle prime parlamentarie Cinque Stelle. Lui, un Alessandro Di Battista trentaquattrenne, annuncia: «Ho deciso di candidarmi perché penso sia un dovere, perché ne ho molta voglia di mettermi a disposizione della collettività per un tempo limitato della mia vita e poi tornare a fare quello che amo fare, nello specifico a scrivere». 
A novembre, «Dibba» poi fa il suo passo di lato, rinunciando a correre per il secondo mandato. Lunedì il secondo video, con un nuovo annuncio, mantenendo fede a quello che aveva dichiarato cinque anni fa: «Il 1° giugno partiremo direzione San Francisco, io, Sahra, e Andrea, zaino e passeggino in spalla. Da giugno a dicembre pubblicherò alcune cose con Il Fatto Quotidiano e con la web TV Loft. Scriverò, studierò, girerò reportage». 
Parole che suonano come un break almeno momentaneo dalla politica. Fino all’elezione di Roberto Fico alla presidenza della Camera Di Battista ha partecipato a vertici, summit, colazioni in terrazza con Beppe Grillo. Ora lo stop. «Per due mesi si dedicherà a preparare il viaggio», dicono nel Movimento. Tema: le periferie del mondo. L’itinerario prevede passaggi a Tijuana, un agosto messicano, poi via verso il centro America: Guatemala e Panama «per conoscere da vicino alcune comunità indigene». E Dibba, parlando con i colleghi, ha già messo in chiaro cosa studierà: dalla blockchain alla palma africana. Fino a settembre, sarà in viaggio con la famiglia. Non solo. «Ha intenzione di festeggiare il primo compleanno di Andrea nella comunità del Guatemala dove ha vissuto in passato», dicono i suoi amici.
Il Movimento, però, rimane presente, anche se sullo sfondo. «Alessandro raccoglierà idee e suggerimenti per i futuri programmi dei Cinque Stelle», dicono i pentastellati. E lasciano la porta aperta a quello che è qualcosa di più di uno spiraglio: «Ora si vuole solo riprendere la sua libertà e fare un viaggio difficile da progettare. Il Parlamento può ritornare un domani». Un arrivederci che risuona anche nelle parole dell’ormai ex deputato pentastellato: «Mi mancherà tanto la “politica in primissima linea”. Gli ultimi 5 anni della mia vita, i più intensi, li ho passati così, in primissima linea. Non è stata semplice la scelta che ho preso, ma l’ho presa seguendo la mia indole, le mie aspirazioni».