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 2018  marzo 27 Martedì calendario

Puigdemont, la caccia degli 007 dà slancio alla sua rielezione


La cattura di Carles Puigdemont in Germania è stata organizzata dai servizi segreti spagnoli. Un gruppo di circa dodici 007 di Madrid aveva seguito l’ex presidente catalano nel viaggio da Bruxelles a Helsinki in Finlandia dove si era recato la settimana scorsa per una serie di conferenze. Nel pomeriggio di venerdì, dopo aver partecipato a un incontro all’Università, appena saputo del nuovo eurordine di cattura firmato dal giudice Llarena, Puigdemont aveva deciso di rientrare in anticipo a Bruxelles, dove risiedeva dal novembre scorso, per presentarsi alla giustizia belga. Ma gli 007 avevano già installato, prima della sua partenza dal Belgio, un radio- localizzatore con un chip- spia nella sua auto, una Renault Espace, e lo hanno tenuto sotto controllo per tutto il viaggio di andata e ritorno in Finlandia.
Puigdemont, accompagnato da altre quattro persone non identificate, la sera di venerdì è salito su uno dei traghetti che fanno la rotta via mare tra Helsinki e Stoccolma. La mattina di sabato sono sbarcati nella capitale svedese e poi hanno attraversato sulla Renault Espace la Danimarca. La trappola è scattata domenica mattina, subito dopo la frontiera tedesca in località Jagel sull’autostrada A7, nel Land dello Schleswing- Holstein, dove l’auto si è fermata in una stazione di servizio per fare rifornimento. I servizi spagnoli hanno avvisato i loro colleghi tedeschi e Puigdemont è stato arrestato. Il Cni, l’intelligence spagnola, che ha diretto l’operazione, ha aggiunto che servizi segreti di altri Paesi europei hanno partecipato alla caccia di Puigdemont ma non ha voluto specificare quali. Dalla partenza a Helsinki fino all’arresto in Germania, gli 007 spagnoli non avrebbero mai perso contatto con la Renault Espace dell’ex presidente catalano. Nessuno ha chiarito per quale motivo l’arresto è scattato in Germania e non in Svezia o in Danimarca, o perfino in Finlandia già venerdì sera, quando è partito il nuovo eurordine, visto che Puigdemont era seguito dall’intelligence. Il motivo è probabilmente legato al fatto che gli spagnoli si sentivano più garantiti da un arresto in Germania per ottenere una procedura di estradizione più veloce. E soprattutto per avere la possibilità di processare Puigdemont per il reato – molto pesante – del quale è accusato dal Tribunale supremo assieme ad altri 12 leader dell’indipendentismo. Di certo, ottenere un’estradizione per “ribellione” sarebbe stato più difficile dal Belgio, dove Puigdemont sperava di riuscire a tornare.
In Catalogna l’arresto di Puigdemont ha avuto l’effetto di radicalizzare di nuovo la battaglia fra nazionalisti e unionisti. Il presidente del Parlamento, Roger Torrent, ha convocato per domani una seduta nella quale si discuterà una risoluzione, firmata da Junts per Catalunya, Esquerra Republicana e Cup ( la maggioranza dei deputati), dove si propone di riconoscere il diritto di Puigdemont a essere rieletto presidente anche se sarebbe proibito dal Tribunale supremo farlo in sua assenza. Inés Arrimadas, leader degli unionisti di Ciudadanos, ha chiesto le dimissioni di Torrent accusandolo di non garantire gli interessi di tutti i parlamentari. Il giudice di Neumünster, nello Schleswing- Holstein, ha intanto confermato la custodia cautelare per l’ex presidente: resterà in carcere fino alla sentenza sulla richiesta di estradizione sollecitata da Madrid.