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 2018  marzo 27 Martedì calendario

Mirelle, 85 anni scampata alla Shoah uccisa a Parigi dall’odio antisemita

«Venerdì scorso un vicino musulmano ha preso la vita di mia nonna, e poi ha bruciato lei e tutti i nostri ricordi d’infanzia». Jessica è la nipote di Mireille Knoll, 85 anni, ritrovata morta nel suo appartamento parigino dell’undicesimo arrondissement. La ragazza, che vive in Israele, ha dato notizia della scomparsa dell’anziana sul profilo Facebook, non avendo dubbi su che cosa ci potesse essere dietro all’omicidio: l’antisemitismo. Ci è voluto qualche giorno ma da ieri anche gli investigatori si sono convinti che Mireille, 85 anni, è stata uccisa perché ebrea. La procura ha aperto un fascicolo per omicidio con l’aggravante dell’antisemitismo. L’assassino l’ha prima accoltellata e poi ha appiccato il fuoco nell’appartamento per tentare di cancellare ogni traccia.
Knoll, 85 anni, viveva da sola. Suo marito era stato deportato ad Auschwitz durante la guerra ed era miracolosamente sopravvissuto. Anche lei si era salvata per poco da uno dei peggiori rastrellamenti nazisti nella capitale, la Rafle du Vel d’Hiv, riuscendo a scappare con sua madre in Portogallo. Dall’inizio degli anni Duemila era vedova. Molti suoi famigliari avevano deciso di fare l’Alyah, andare a vivere in Israele, lasciando la Francia. Mireille invece era rimasta nel suo paese, e nella casa popolare dell’undicesimo arrondissement nella quale abitava dal dopoguerra. Negli ultimi tempi si era lamentata di minacce da parte di giovani del quartiere. Non era stata presa troppo sul serio.
Le condizioni della morte dell’anziana hanno subito insospettito i dirigenti della comunità ebraica. «Non c’era nulla da rubare nella casa di questa signora di origini modeste» ha sottolineato già durante il weekend Francis Kalifat, presidente del Crif, Conseil Représentatif des Institutions Juives de France. Kalifat ha ricordato la sottovalutaizone delle autorità francesi in un altro caso di ebrea morta, Sarah Halimi, uccisa un anno fa, nello stesso quartiere. Le similitudini tra i due casi sono molte. Ebrea ortodossa, 65 anni, Halimi era stata picchiata a sangue e poi defenestrata da un musulmano del quartiere che aveva urlato versetti del Corano e “Allah Akbar”. Gli investigatori avevano liquidato l’assassino come uno “squilibrato”. «Abbiamo dovuto aspettare undici mesi prima che la giustizia francese riconoscesse il movente dell’antisemitismo» ricorda il presidente del Crif. Il Gran rabbino Haim Korsia ha fatto il paragone tra Halimi e Knoll. «L’orrore del crimine e la violenza dei carnefici sono identici e rinviano alla negazione del volto umano».
Invitato alla cena annuale del Crif qualche settimana fa, Emmanuel Macron aveva fatto ammenda sul comportamento della giustizia francese a proposito della morte di Halimi nell’aprile 2017. «Abbiamo tardato a riconoscere ciò che sembrava un’evidenza sin da subito» ha detto il Presidente. Questa volta la magistratura non ha aspettato molto per indicare l’antisemitismo come matrice del gesto criminale. Due persone sono già state fermate. Un trentenne residente nel palazzo, con precedenti penali per violenza e stupro. «Mia madre lo conosceva da quando era piccolo, si vedevano quasi ogni giorno, lo considerava di famiglia» ha raccontato il figlio della donna a proposito del sospettato. L’altro fermato, un ragazzo senza fissa dimora, è stato avvistato nel palazzo poco prima dell’incendio.
In Francia vive la più numerosa comunità ebraica d’Europa. L’antisemitismo nella società tocca spesso livelli preoccupanti. Dopo il picco del 2015, al momento degli attentati jihadisti, insulti e attacchi contro persone o simboli della comunità ebraica sono diminuiti in termini quantitativi ma il ministro dell’Interno registra un aumento delle violenze e dei casi più efferati. Il governo ha presentato un nuovo piano per lottare contro l’antisemitismo. Domani ci sarà una marcia per ricordare Mireille, sopravvissuta all’Olocausto, non alla banalizzazione dell’odio contro gli ebrei che ciclicamente ritorna.