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 2018  marzo 27 Martedì calendario

Dolci dividendi per i Ferrero, la famiglia della Nutella incassa 800 milioni di euro

Torino Ottocento milioni di dividendi. Una cifra ragguardevole che la famiglia Ferrero incassa per l’anno 2016- 2017. A far piovere denaro sono soprattutto i brand storici della casa: a partire dalla Nutella, una delle principali fonti di fatturato, sopravvissuta senza grandi difficoltà alla campagna contro l’olio di palma che i concorrenti speravano potesse intaccarne le vendite. In realtà il vasetto di crema di nocciole più venduto al mondo sembra aver vinto la battaglia. Insieme ad altri classici della multinazionale di Alba, come il Ferrero Rocher (il cioccolatino preferito dai maggiordomi), la linea Kinder e le mentine Tic-Tac, sono questi i prodotti che hanno fatto salire il fatturato del gruppo a 10,5 miliardi, in crescita dell’1,5 per cento ai cambi attuali e del 2,2 se si calcolano le variazioni valutarie.
La riservatezza è una delle caratteristiche della famiglia Ferrero al punto che, per tradizione, la società non diffonde mai l’ammontare gli utili di esercizio. È stato necessario un lancio dell’agenzia Radiocor per conoscere l’entità degli utili. Un atteggiamento, quello della riservatezza, diametralmente opposto alla cultura anglosassone che, al contrario, spinge le società a rendere noti con grande tempestività i risultati positivi raggiunti.
Gli 800 milioni di utili della Ferrero International Sa, la finanziaria della famiglia, derivano da un utile netto della holding di 546 milioni e da un prelievo di 253 milioni dal fondo di riserva che comunque, anche dopo il salasso, rimane assai consistente: 520 milioni di euro. La finanziaria dei Ferrero ha chiuso l’anno 2016- 2017 con il raddoppio dell’utile ( da 280 a 546 milioni) mentre il bilancio consolidato del gruppo è sceso da 793 a 657 milioni.
Con questi dati la speranza degli analisti che un giorno la società della Nutella possa sbarcare in Borsa, sembra un’illusione. Gli utili consistenti realizzati nell’anno dimostrano che la società è in grado di remunerare ampiamente i soci senza andare sul mercato dei titoli. E questo anche in un anno che, si legge nei documenti di bilancio, non è stato dei più favorevoli: «Nonostante le incertezze globali le sfide del settore e le tendenze, il gruppo è stato capace di consolidare e confermare la sua performance nel 2016-2017». E anzi nel prossimo futuro «si vedono nuove prospettive per il business, nonostante qualche rischio geopolitico». È abbastanza improbabile che un’eventuale guerra commerciale tra Usa ed Europa o tra Russia e Paesi Occidentali possa spingersi al punto da minacciare le vendite della Nutella, ma non si sa mai. La società comunque preferisce pensare positivo e immagina nel prossimo futuro «nuove opportunità in alcuni paesi grazie alle riforme economiche e a un aumento della competitività nazionale».
Da tempo ormai Ferrero ha scelto di rompere il tabù della crescita solo per vie interne e infatti, sotto la guida di Giovanni, ha deciso di affrontare la strada delle acquisizioni. Dal giugno 2015, quando ha acquistato l’inglese Thomtorns, la società di Alba ha rilevato il cioccolato Usa Fanny May, le caramelle di Ferrara Candy,e la divisione del cioccolato Usa di Nestlé. In attesa, forse, di «nuove opportunità in alcuni Paesi», come dice il comunicato di bilancio.