La Stampa, 26 marzo 2018
L’allenatore che predica la dieta sana
L’allenatore della nazionale di calcio inglese, Gareth Southgate, ha proibito ai suoi giocatori di perseverare nell’abitudine di andare al fast-food più vicino al ritiro della nazionale per mangiare muffin e altri cibi «spazzatura», junk food in inglese. Encomiabile iniziativa, considerando l’influenza che i giocatori di calcio esercitano non solo sui bambini, ma anche su giovani e adulti di ogni background socioculturale.
Un recente lavoro pubblicato sulla prestigiosa rivista British Medical Journal ha rivelato, per esempio, che un aumento del 10% del consumo di cibi ultra-processati si associa a un incremento di più del 10% nel rischio di cancro. Altri studi hanno dimostrato anche un incremento del rischio di diventare obesi, diabetici e cardiopatici.
I cibi ultra-processati sono tutti quelli industriali preparati a partire da farine e oli raffinati, come per esempio gli snack dolci e salati, le focacce, il pane da hamburger, gli spaghetti e le zuppe pronte istantanee, e tutte le bibite zuccherate.
Il modello alimentare che gli atleti, i nostri giovani e tutta la popolazione, invece, dovrebbe seguire è quello della dieta mediterranea tradizionale. Non quella ipercalorica del giorno d’oggi a base di pizza, pane bianco e formaggi. Per vivere una vita lunga e in salute dobbiamo innanzitutto imparare a selezionare e cucinare una varietà di cibi minimamente processati ad alto contenuto di nutrienti e poveri di calorie vuote.
I dati scientifici dimostrano che consumare una dieta prevalentemente, ma non esclusivamente vegetariana, ricca in ortaggi, cereali integrali, legumi e pesce è una delle regole fondamentali per potenziare i meccanismi biologici ancestrali anti-invecchiamento, scritti nei nostri geni. Non sempre ne siamo consapevoli, ma le nostre scelte alimentari ci tolgono o ci aggiungono anni di vita, e aumentano o riducono il rischio di sviluppare una lunga serie di funeste e costosissime malattie cronico-degenerative.
Dobbiamo anche sfatare il mito che a tavola «tutto ciò che è buono fa male». Fa male esagerare, e mangiare senza criterio. Ma è possibile (anzi, consigliabile e perfino doveroso) godersi i piaceri della vita scoprendo che, nell’equilibrata e oculata scelta di tutti i giorni, trovano posto i nostri alleati migliori: cibi sani e gustosi preparati con amore e gioia per il benessere del nostro corpo, dei nostri sensi e della nostra anima.
*Professore Ordinariodi Medicina e Nutrizione Università di Bresciae Washington University