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 2018  marzo 23 Venerdì calendario

Il ristorante delle nonne

Non è elencata nella guida Michelin, non viene suggerita da chi l’ha provata su Tripadvisor e non produce introiti stratosferici, nonostante sia frequentata con assiduità da figli e nipoti, consumatori che si dichiarano ipersoddisfatti e satolli senza spendere un euro. Si tratta della venerata cucina della nonna. Luogo fisico e anche del cuore, scrigno che custodisce gioie, dolori, confidenze, tenerezze e memorie, e che riprende vita negli odori e nei sapori, anche quando la sua regina indiscussa non c’è più, ogni volta che sforniamo una delle ricette che la nostra seconda mamma ci ha insegnato. 
Le case di tutte le nonne italiane profumano di sugo che borbotta piano nel pentolone, di basilico, di pollo arrosto con le patate, di rosmarino. Respirare questo aroma è essere finalmente “in famiglia”. Ogni domenica, così come nei giorni di festa, mentre tutti dormono il più a lungo possibile, queste anziane madri in religioso silenzio danno il via ai lavori che dirigeranno e compiranno da sole fino all’ora di pranzo, realizzando manicaretti di ogni tipo per deliziare i palati dei loro cari. È questa la sintesi dell’amore più puro: dare per il semplice desiderio di donare, senza ricompense se non sorrisi lieti e richieste di bis. 
TAGLIATELLE E TORTELLINI 
Mentre tutto il resto passa e viene dimenticato, amori inclusi, resteranno indelebili nella nostra mente la nonna e le sue prelibate vivande. Tagliatelle, tortellini in brodo, polpettoni, cotolette, gnocchi di patate, arrosto, parmigiana di melanzane e torta di mele, sono alcune delle nostre pietanze tipiche, preparate dalle amorevoli mani di chi ci ha cresciuto, leccornie che non ci hanno solo sfamati e nutriti, ma anche rallegrati e consolati. Intorno alla tavola imbandita fino a pochi decenni fa si cementava il nucleo familiare, lo stesso che è entrato in crisi forse anche a causa dell’avvento del fast-food e del pasto take-away consegnato dal fattorino sconosciuto e consumato in solitudine, arenati sul divano davanti alla tv. 
Eppure oggi i ricettari dei nostri avi stanno conoscendo una reviviscenza, di pari passo con la diffusione del bisogno di mangiare in modo sano senza rinunciare al gusto. Ed è proprio questo connubio tra salutare e saporito a consacrare quella della nonna la migliore cucina al mondo. 
Secondo una recente indagine condotta da Doxa/Unaitalia, associazione dei principali produttori di carni avicole, sulle preferenze culinarie degli italiani, per oltre 38 milioni di abitanti del Bel Paese le ghiottonerie delle vecchiette di casa vincono sui menu gourmet. Ben 8 individui su 10 prediligono pranzare dai nonni piuttosto che in un ristorante rinomato. Da un’indagine condotta la scorsa estate da Story Cooking di Casa Coricelli, osservatorio sulle tendenze nel mondo dell’olio e della cucina dell’omonima azienda umbra, il 47% dei ragazzi tra i 16 ed i 25 anni preferisce lasagne alla bolognese, spaghetti al pomodoro, trofie al pesto rispetto a sushi, cibi etnici e panini del fast-food. 
Si tratta di una tendenza globale, come testimoniano statistiche condotte anche da importanti testate inglesi e americane. Insomma, il pasto in famiglia trionfa in tutto il pianeta. Ne sanno qualcosa gli chef stellati che ammettono di trarre ispirazione nella creazione delle loro prelibatezze da antiche tradizioni, tramandate da una generazione all’altra. 
TRADIZIONE ITALIANA 
Le nonne possono essere imitate sì, eppure nessuno può eguagliarle. Quando si mettono ai fornelli, diventano imbattibili ed il successo è garantito. Ecco perché Jody Scaravella, ristoratore italoamericano, ha deciso di consegnare ad anziane signore le chiavi della cucina del suo ristorante newyorkese Enoteca Maria, aperto una decina di anni fa. All’inizio la nonna era solo una, poi sono diventate due, di cui una italiana, sempre presente, ed un’altra che cambia nazionalità ogni giorno. Va da sé che il locale di Scaravella è sempre pieno, per poter gustare le golosità delle cuoche è necessario prenotarsi con un largo anticipo. 
Da Enoteca Maria sono passate nonne da ogni parte del globo: venezuelane, brasiliane, greche, siberiane, siriane, nigeriane, armene, francesi, turche. Insomma, quando c’è da cucinare le matriarche sono sempre pronte, con tanto di grembiule addosso. Nessuna di loro è una professionista, eppure le loro abilità sono diventate tanto celebri che il New York Times ha dedicato spazio a queste casalinghe e ai loro preziosi consigli. In fondo, cambiano la provenienza geografica, le materie prime ed i metodi di cottura, ma l’amore autentico costituisce il filo conduttore indistruttibile che lega queste vecchie che ricorrono ad un ingrediente universale che spargono su tutto: ci mettono il cuore.