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 2018  marzo 26 Lunedì calendario

La stazione spaziale che può colpire l’Italia

Il “Palazzo celeste”, la stazione spaziale cinese Tiangong-1, cadrà dal cielo a ridosso di Pasqua, tra il 30 marzo e il 2 aprile. E ci sono alcune probabilità, pochissime per fortuna, che possa avvenire sul nostro Paese, a sud dell’Emilia, fino a Puglia e Calabria. A pochi giorni dall’evento però, ancora non sappiamo con precisione quando e nemmeno dove.

Il primo laboratorio orbitale cinese, decollato nel 2011, è fuori controllo dal 2016 e continua a orbitare a qualche centinaio di chilometri sopra le nostre teste, abbassandosi sempre di più.
L’agenzia spaziale cinese ha perso ogni contatto radio e, con esso, la possibilità di pilotare la navetta per guidarla su una zona disabitata o, meglio, nell’oceano dove non farebbe danni. Come accadde per la Mir nel 2001.
Ora è l’oggetto più osservato nei cieli di tutto il mondo perché, in tutta questa incertezza, potrebbe cadere davvero ovunque tra il 43° parallelo nord e il 43° sud. «Passa sopra l’Italia tre o quattro volte ogni giorno su un totale di 14 orbite – spiega Ettore Perozzi, esperto dello Space situational awareness dell’Agenzia spaziale italiana (Asi), l’ufficio dedicato a monitorare i rischi che potrebbero arrivare dallo spazio, dai satelliti agli asteroidi – e ogni giorno su una zona diversa. Non sappiamo ancora come si comporterà incontrando l’atmosfera e quale sarà la traiettoria. È un po’ come con il meteo: su tempi lunghi c’è sempre un certo grado di incertezza». La probabilità che rientri sopra l’Italia è una su 300 mila ma quella che colpisca un’area con abitanti è una su un miliardo. È cento volte più facile vincere la Lotteria Italia. Ancora minore la probabilità che qualcuno venga colpito. Ma non è pari a zero.
Per questo, Perozzi trascorrerà la Pasqua assieme agli altri esperti dell’Asi riuniti al coordinamento tecnico assieme a Inaf, Protezione civile e ministero della Difesa.
Terranno d’occhio fino alla fine la Tiangong con radar e telescopi, italiani ed europei, grazie al consorzio di Paesi creato per prevenire questi rischi: «Tre giorni prima sapremo in quale giorno cadrà – continua – e 36 ore prima, quali orbite passeranno sull’Italia.
A quel punto la osserveremo fino a che non sapremo che è entrata in atmosfera». Se dovessero esserci rischi che possa cadere sull’Italia, gli ingegneri dell’Asi avvertiranno la Protezione civile che, nel caso, allerterà la popolazione.
Otto tonnellate e mezzo per dieci metri di lunghezza precipiteranno a dieci chilometri al secondo, disintegrandosi quasi del tutto, ma alcuni frammenti potrebbero arrivare a terra: «Le parti fatte di leghe molto resistenti potrebbero sopravvivere – sottolinea Perozzi – probabilmente i serbatoi con idrazina arriveranno a terra. Non sarebbe la prima volta. Non ci sono rischi legati a radiazioni, l’importante è non toccarli perché ci sono sostanze che possono ustionare».
La stessa Protezione civile ha stilato sul suo sito un vademecum con norme che suggeriscono di stare lontani da finestre e porte vetrate, rimanere al chiuso e non avvicinarsi a eventuali detriti.
Secondo Perozzi, questo evento e il sistema che si è attivato per proteggere la popolazione dice molto su quel che ci aspetta: «Siamo una civiltà avanzata, tecnologica, che dipende dallo spazio. In futuro queste cose saranno normali». E anche se dovessero presentarsi minacce esterne, per esempio da un asteroide in collisione con la Terra, l’uomo ora ha «i mezzi per affrontare i rischi che arrivano dallo spazio. Se non faremo la fine dinosauri, sarà proprio grazie a questo».