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 2018  marzo 25 Domenica calendario

Medici di base, la mappa dell’emergenza

L’allarme è stato lanciato il mese scorso dai sindacati dei camici bianchi: nel 2028, causa pensionamenti, verranno a mancare 33.392 medici di famiglia. Risultato: 14 milioni di italiani resteranno senza. Addio rapporto di fiducia medico-paziente. E soprattutto, nelle zone montane e di campagna o in quelle devastate dal terremoto, addio a quel presidio sociale e territoriale diventato imprescindibile soprattutto per gli anziani.
Pensare che nel nostro Paese, di medici, ce ne sono eccome. Specialisti però, soprattutto: con ben 185.650 unità, cioè 295 sul 100mila abitanti, siamo fra i primi in Europa (in Germania se ne contano 243 e in Francia 180, tanto per fare qualche esempio). Mentre la medicina generale deve accontentarsi di un numero decisamente più esiguo di forze: appena 55mila, cioè 88 medici su 100mila abitanti (contro i 170 della Germania e i 153 della Francia). Per intendersi: ogni medico di famiglia assiste una media di 1.200 pazienti. Il problema? È innanzitutto economico, sostiene la Federazione italiana che li riunisce (Fimmg): la borsa di studio prevista per un medico di base è di 800 euro tassati, quella di chi sceglie la specialistica di 1.800 non tassati. Ma il nodo è anche la mancata programmazione dei nuovi accessi visto che, sempre secondo il sindacato, dopo l’abilitazione occorre seguire un corso di tre anni e in questo modo vengono formati appena mille nuovi medici di famiglia all’anno. Contro, tanto per fare l’esempio dell’anno nero – sarà il 2022 – in pensione andranno 3.902 medici di base. A stabilire il fabbisogno di camici bianchi d’altronde sono le singole Regioni (il numero è poi sottoposto al controllo della Conferenza delle Regioni e del ministero, che ne valuta la compatibilità coi bandi), che dovrebbero tener conto delle esigenze del territorio. Ma anche qui la situazione è complicata: in Lombardia, 10 milioni di abitanti, le borse di studio ammesse sono 80 ogni anno (e da 10 anni), lo stesso numero della Campania, che però di abitanti ne ha 4 milioni in meno. Serve cambiare rotta subito, insomma. Anche per evitare che il mestiere si trasformi nella mera fornitura di ricette per farmaci.