Corriere della Sera, 25 marzo 2018
Gli ultimi istanti di Arnaud, eroe di pace. La moglie e il prete: avrà molti imitatori
Le ultime ore del tenente colonnello Arnaud Beltrame, «un eroe francese» come ripetono i passanti di Carcassonne, le autorità a Parigi, radio, tv e giornali, vengono raccontate da padre Jean-Baptiste, che il 9 giugno avrebbe dovuto celebrare il matrimonio religioso tra Arnaud e Marielle (già sposi dal 2016). «Ho potuto raggiungerlo all’ospedale di Carcassonne intorno alle 21 di venerdì sera. Gendarmi, medici e infermieri mi hanno fatto strada con grande delicatezza. Arnaud era vivo ma incosciente. Ho potuto dargli il sacramento dei malati e la benedizione apostolica. Marielle alternava le formule liturgiche. Era il venerdì di Passione, appena prima dell’inizio della Settimana santa. Ho chiesto al personale se Arnaud potesse tenere una medaglia mariale, quella della rue du Bac di Parigi, vicino a lui. Comprensiva e professionale, un’infermiera l’ha fissata sulla sua spalla. Non ho potuto sposarlo, perché era privo di conoscenza. Arnaud non avrà mai figli carnali. Ma il suo eroismo susciterà, io credo, molti imitatori, pronti al dono di loro stessi per la Francia e la sua gioia cristiana».
Canonico dell’abbazia di Lagrasse, il sacerdote è una delle figure che ha conosciuto meglio il gendarme Arnaud Beltrame, convertito al cattolicesimo tradizionalista nel 2008 e assiduo frequentatore dell’abbazia. Padre Jean-Baptiste ha affidato il suo ricordo a un comunicato.
L’ondata di emozione nazionale per il gendarme che venerdì mattina ha voluto sostituirsi a una donna ostaggio del terrorista nel supermercato, ed è andato incontro alla morte, è enorme, e trascende – almeno in queste ore – qualsiasi altra appartenenza che non sia alla nazione francese.
La processione di cittadini che dopo ogni attentato lasciano fiori, candele e lettere stavolta si ferma davanti al «Centro operativo della gendarmeria» di Carcassonne, il luogo di lavoro di Arnaud Beltrame. Arriva un signore che tiene per mano una bambina di 8 anni, lascia un biglietto con un cuore e la scritta «tutta la Francia vi ringrazia». «Ho spiegato a mia figlia una cosa importante – dice Jean-Claude Merelles, impiegato trentenne -: i loro martiri muoiono per uccidere, i nostri per salvare altre vite. Per questo saremo noi a vincere».
Il presidente Macron spiega che «gli attentati non vengono più organizzati in Medio Oriente, la minaccia è endogena». Ovvero il nemico è tra noi. Il terrorista Radouane Lakdim era nato in Marocco e aveva passaporto francese. Nel momento del dolore rinnovato, e della paura, ci si aggrappa al gesto esemplare del gendarme.
«Sapeva di non avere praticamente alcuna possibilità di sopravvivere – dice il fratello, Cédric Beltrame -, di sicuro era consapevole di quel che stava facendo. Ma ha avuto il riflesso di sacrificarsi per salvare una sconosciuta, andando al di là di quel che gli chiedeva la professione».
Venerdì, quando si è diffusa la notizia che un tenente colonnello era entrato nel supermercato, la madre non ha avuto dubbi: «Ero certa che fosse lui – ha detto alla radio RTL -, ho telefonato alla gendarmeria solo per avere la conferma. Mio figlio è sempre stato così. Da quando è nato si sacrifica per gli altri, per la patria. Quelli che lo conoscono in queste ore mi ripetono tutti la stessa cosa:”Non mi sorprende”».
Poco dopo le 11 di venerdì, quando Redouane Lakdim al grido di Allah Akbar aveva già ucciso il macellaio del Super U, Christian Medves, 50 anni, e il cliente Hervé Sosna, 65, Arnaud Beltrame è entrato nel supermercato e ha convinto il terrorista a a prendere lui in ostaggio. Ha lasciato il telefonino aperto, in modo che i colleghi all’esterno potessero seguire quel che accadeva dentro. Dopo quasi tre ore, alle 14 e 20, il telefonino ha trasmesso gli spari del terrorista e le forze speciali hanno fatto irruzione all’istante. Hanno ucciso Lakdim, ma Arnaud Beltrame era già a terra, colpito da tre pallottole di cui una alla gola, e da molte coltellate. In condizioni disperate, è stato portato in elicottero all’ospedale di Carcassonne. È morto nella notte, dopo l’estrema unzione di padre Jean-Baptiste. Il presidente Macron ha annunciato per la prossima settimana un omaggio solenne.