Corriere della Sera, 24 marzo 2018
Costantino fuori format nella nuova edizione di «The Voice»
La prima domanda che ci si pone, guardando la nuova edizione di «The Voice», è cosa ci faccia Costantino della Gherardesca nel ruolo di conduttore (Rai2 giovedì, 21.20). La vera novità sarebbe stata quella di ingaggiarlo come giudice: si sa che nella formula di «The Voice» il conduttore conta poco, ha un ruolo marginale, ed è un peccato quando, come in questo caso, ha molta più personalità, carisma e verve dei quattro scelti come «mentori musicali» per i concorrenti.
Per la cronaca, sono Al Bano, Cristina Scabbia dei Lacuna Coil, Francesco Renga e J-Ax (resta sempre più simpatico di Fedez). In questo ruolo Costantino sembra quasi «fuori format», raccogliere le interviste strappalacrime dei parenti e le confidenze dei concorrenti (lui che ha confessato di sognare di comprarsi un orologio Royal Oak per sublimare la libido!).
Gli autori hanno provato a costruire dei segmenti di puntata basati sull’ironia intelligente e provocatoria che lo contraddistingue, ma l’effetto è distonico rispetto alle corde più emozionali e «di pancia» del talent. Si vede che in altri programmi come «Pechino Express» le sue capacità sono valorizzate da una promessa narrativa coerente e dalla possibilità di parlare a un pubblico ideale che cerca e apprezza il suo stile di conduzione. «The Voice» è un programma di grande successo in tutto il mondo: purtroppo in Italia non riesce a scrollarsi di dosso l’impressione di cugino povero di «X Factor», una produzione molto più sontuosa che inevitabilmente ha stabilito delle aspettative sul genere del talent show musicale. Aggiungiamoci che i concorrenti sono così così e sembrano spesso scelti più per la storia che si portano dietro che per le abilità musicali. Da quando il mercato dei talent è diventato così gremito e competitivo non deve essere facile mettere in piedi un cast convincente.
Mai dimenticare che il talento è risorsa unica.