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 2018  marzo 24 Sabato calendario

«È un segnale chiaro anche per il governo». E Di Maio alla Camera candida Fraccaro

ROMA Qualche minuto dopo la notizia bomba, l’appoggio della Lega ad Anna Maria Bernini, fa il suo ingresso in Aula con passo trionfante un quintetto più che sorridente: Luigi Di Maio, seguito da Roberto Fico, Alfonso Bonafede, Pietro Dettori e Vincenzo Spadafora. Intorno, un gruppuscolo di Cinque Stelle spaesati, che da tutta la giornata aspettano quel che i vertici sapevano già: la Lega rompe, è vittoria. La soddisfazione è palese, condita solo con qualche cautela d’obbligo, visto il dinamismo esuberante e imprevedibile di Matteo Salvini. 
Ma Luigi Di Maio, parlando ai suoi, va oltre: «Certo sono due cose diverse, le Camere e il governo. Ma questo di Salvini è un segnale chiaro anche per l’esecutivo». Segnali che arrivano anche nel foyer del Teatro Flaiano, dove un Beppe Grillo quasi dimenticato dai suoi (pochissimi i politici presenti) va in scena con il suo «Insonnia». Per poi organizzare una cena privata nella cripta, con pochi amici e fedelissimi. Una giornata lunghissima cominciata in realtà la sera prima, quando Salvini chiama Di Maio per annunciare la sua disponibilità. «Provo a convincere Silvio – aveva detto —, se non ci riesco, rompo tutto». 
La linea viene tracciata da Luigi Di Maio: «Per la presidenza del Senato siamo disponibili a sostenere Anna Maria Bernini o un profilo simile». Perché, si spiega poi, «abbiamo detto che una Camera va a noi e un’altra all’altro vincitore. Che non è la coalizione, ma è la Lega. Se loro scelgono una di Forza Italia, ci va benissimo». E se invece si ricompattano con Forza Italia? «Purché non lo facciano con Paolo Romani». L’importante, aggiungono, è che «ci diano garanzie che voteranno il nostro alla Camera». E qui la svolta nella notte: il Movimento annuncia che per Montecitorio presenterà Riccardo Fraccaro e non Roberto Fico, che non era ben visto dalla Lega. Fraccaro, veneto, 37 anni, laureato in Giurisprudenza, entra nel M5S nel 2010 e viene eletto deputato nel 2013. Di Maio lo aveva inserito nella sua squadra di governo come ministro per i Rapporti con il Parlamento. 
Intanto Grillo va in scena. Battute su Berlusconi: «Vuole vedere un incontro con i 5 Stelle solo per vedere se ci sono donne». E poi: «Siamo diventati il primo partito. Stiamo per andare a governare. Ma io scherzavo». 
Poi la cena finale, nella splendida cripta sotterranea, dove si incontravano Flaiano, Guttuso e Fellini. C’è Massimo Giacon, l’artista veneto che ha rimesso in piedi il teatro. Ci sono il senatore Elio Lannutti, Marco Travaglio, l’impresario Fabio De Pietri, Tiziano Pincelli, esperto di web marketing che cura il sito di Grillo. Il catering prevede ravioloni di porcini e ricotta su specchio di ricciola e salmone affumicato. Si festeggia lo show e, chissà, il governo.