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 2018  marzo 25 Domenica calendario

I nuovi presidenti delle camere


Ieri, intorno all’una e un quarto del pomeriggio, Roberto Fico, napoletano, 44 anni, deputato del M5s, è stato eletto presidente della camera. Un quarto d’ora dopo, al Senato, è stata eletta presidente di quell’assemblea Elisabetta Alberti Casellati, 72 anni, berlusconiana, avvocato esercitante a Padova e nata a Rovigo. Quarta votazione per la camera, terza votazione per il senato. Al senato, dove in quel turno ci voleva ancora la maggioranza assoluta dei votanti, la Casellati ha raccolto 240 schede (su 315) col suo nome, cioè i consensi del centro-destra e del Movimento 5 stelle. In questo modo è stato evitato il ballottaggio del quarto turno. Alla camera, Roberto Fico, sostenuto anche qui dal centro-destra e dal Movimento 5 stelle, è risultato eletto con 422 voti. Alla camera sarebbe stata necessaria, in ogni caso e per tutti i turni successivi, una maggioranza del 50% più 1 dei votanti e questo era parso ai commentatori, dopo che le elezioni del 4 marzo non avevano espresso un vincitore assoluto, un ostacolo complicato da superare. Invece l’intesa politica tra Di Maio e Salvini ha funzionato molto bene, a discapito di Berlusconi e senza che il Pd sia mai neanche apparso in scena. Qualcuno, già ieri, ha detto: siamo entrati nella Terza repubblica.  

Bisogna dire qualcosa di questi due nuovi personaggi.
Forse è più conosciuto Roberto Fico, che nella scorsa legislatura ha guidato la commissione parlamentare di Vigilanza, quella che controlla l’attività della Rai. Questo gli ha dato senza dubbio una notevole visibilità. L’uomo poi è combattivo e polemico, e ha più volte dichiarato (a novembre dell’anno scorso, a gennaio di quest’anno) che il suo movimento non si sarebbe mai messo insieme alla Lega, «abbiamo delle differenze incredibili. Salvini che vuole fare la persona nuova si allea con Berlusconi che è dentro il sistema da molti anni, che è condannato per frode fiscale, che ha molti processi a carico, che non ha mai mantenuto alcuna promessa». S’è battuto contro i vitalizi, s’è battuto contro il contratto di Fabio Fazio («è uno scandalo»). Laureato in Scienze della Comunicazione, all’inizio, per campare, ha fatto un po’ di tutto: tour operator, impiegato in un call center, responsabile della comunicazione per un ristorante, importatore di tessuti dal Marocco. Però faceva politica, e si fece notare quando nel 2008 si presentò al consiglio comunale di Napoli che a porte chiuse discuteva della discarica di Chiaiano e lui, con la telecamera, li voleva filmare. Inizi da pciista (votò per Bassolino) poi con Rifondazione, tra i primi a credere in Grillo e a unirsi al Movimento 5 stelle che lo selezionò per le elezioni del 2013 con un consenso, raccolto in rete, di 228 clic. È uomo distante da Di Maio, di cui disapprova, anche pubblicamente, la propensione al compromesso. È molto vicino a Beppe Grillo, proprio perché difende l’anima originaria, e movimentista, dei Cinque stelle.  

E la Alberti Casellati?
Ci troviamo in un mondo completamente diverso. Gran signora, elegante, berlusconianissima - se mi passa il termine - in prima linea nella battaglia del Cavaliere contro i giudici al punto che nel 2010, da sottosegretario alla Giustizia, andò a parlare all’inaugurazione dell’anno giudiziario e i magistrati, pur di non sentirla, uscirono dall’aula. Maltrattata da Travaglio, che definì «puttanate» le cose che diceva in un faccia a faccia dalla Gruber. Però, al momento dell’elezione, l’hanno applaudita, convintamente, anche i senatori grillini. Casellati è laureata in diritto canonico, è una affermata matrimonialista con studio a Padova, Berlusconi, dopo averla tenuta due volte con sé come sottosegretario, l’ha mandata al Csm, l’organo di autogoverno dei magistrati. È contraria ai matrimoni gay e all’estensione di valori delle cosiddette unioni civili: «La famiglia non è un concetto estensibile. Lo Stato non può equiparare matrimonio e unioni civili, né far crescere un minore in una coppia che non sia famiglia. Le diversità vanno tutelate ma non possono diventare identità, se identità non sono». Quand’era sottosegretaria alla Salute, l’assunzione della figlia Ludovica, avvocato, nello stesso ministero diede luogo a un bel po’ di polemiche. Ha un altro figlio che fa il direttore d’orchestra.   • Che cosa faranno, da presidenti?
Le due presidenze, se interpretate correttamente (e non alla Grasso o alla Boldrini, che hanno continuato a far politica), dovrebbero irrigidire i titolari in una terzietà impassibile. Si dice che Fico, da presidente della camera, farà una battaglia per l’abolizione dei vitalizi e lui stesso, ieri, ha detto che intende «tagliare i costi della politica». Un compito che non gli spetta, dato che il presidente della camera, a rigore, non può e non deve avere obiettivi politici (infatti nella prima parte del discorso Fico ha garantito «imparzialità» e «massimo rigore»). La Casellati, assai applaudita, ha colto un segno nell’elezione alla seconda carica dello stato di una donna, cosa mai avvenuta in passato. Ha ricordato - una volta tanto - le eroine del Risorgimento - periodo storico di regola ignorato negli ultimi settant’anni, a parte quando s’è trattato delle ricorrenze - e subito dopo, anche, le protagoniste della lotta di liberazione. Anche per lei sarà di rigore un abito assolutamente super partes. È divertente perché tutti e due, nelle loro vite precedenti, si sono mostrati come notevolmente faziosi.  

Come si è arrivati a questi due nomi?
L’altra sera Salvini aveva fatto infuriare Berlusconi mettendosi a votare la Bernini invece che Paolo Romani, come voleva il Cav. Berlusconi aveva l’aria di voler fare fuoco e fiamme. Ieri mattina invece s’è rassegnato e ha concordato con Salvini un terzo nome, quello della Casellati. Ha preteso però che Di Maio rinunciasse al suo preferito, Riccardo Fraccaro. Di Maio, che ha in testa ben altre prospettive, ha accettato.  

È vero che siamo entrati nella Terza Repubblica?
Sono discorsi lunghi. Ne parliamo domani.