24 marzo 2018
APPUNTI PER GAZZETTA. L’ELEZIONE DI ROBERTO FICO A PRESIDENTE DELLA CAMERA E DI ELISABETTA ALBERTI CASELLATI A PRESIDENTE DEL SENATOSTAMPA
APPUNTI PER GAZZETTA. L’ELEZIONE DI ROBERTO FICO A PRESIDENTE DELLA CAMERA E DI ELISABETTA ALBERTI CASELLATI A PRESIDENTE DEL SENATO
STAMPA.IT
Un accordo tra il centrodestra e il Movimento Cinque Stelle riesce a far eleggere i presidenti di Camera e Senato. Roberto Fico, del Movimento Cinque Stelle, è il nuovo presidente della Camera. Elisabetta Alberti Casellati, di Forza Italia, è la nuova presidente del Senato, prima donna a ricoprire la seconda carica dello Stato.
La Stampa racconterà la giornata, con le notizie più importanti e i commenti dei nostri giornalisti.
GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA
14.44: Renzi, tocca a loro, è l’unica possibilità
«La mia analisi è che ha vinto lo schema del tocca a loro - ha commentato Matteo Renzi -. Era l’unico schema possibile, perché rispettoso della volontà popolare. Immaginate cosa sarebbe successo se avessimo fatto l’accordo con il centrodestra o con i Cinque stelle, privando uno dei due della presidenza di una Camera».
14.23: Alberti Casellati e Fico nel pomeriggio al Quirinale
I presidenti delle Camere Elisabetta Alberti Casellati e Roberto Fico si recheranno nel pomeriggio separatamente al Quirinale. In serata sarà la volta del premier Paolo Gentiloni che rassegnerà le dimissioni nelle mani del Capo dello Stato che lo pregherà di restare in carica per il disbrigo degli affari correnti.
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14.04: Berlusconi, ottimo risultato per noi
Silvio Berlusconi ha commentato l’esito delle elezioni dei presidenti delle Camere uscendo da Palazzo Grazioli: «È un ottimo risultato per noi, mi fido di Salvini, andiamo avanti con serenità».
13.50: Alberti Casellati, un onore essere la prima donna
«La scelta che avete compiuto eleggendo per la prima volta una donna alla presidenza di questa assemblea rappresenta un onore, una responsabilità da condividere con le donne che con impegno e coraggio» hanno costruito l’Italia di oggi, un grande «Paese democratico», ha detto Elisabetta Alberti Casellati nel suo primo intervento da presidente del Senato.
13.45: Salvini torna a Palazzo Grazioli da Berlusconi
Dopo il voto dei presidenti delle Camere, Matteo Salvini torna a colloquio da Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli.
13.40: Fico parla in aula, onorerò il mio impegno con imparzialità
«Vi ringrazio per la fiducia, onorerò il mio impegno con la massima imparzialità e il massimo rigore», ha detto il neopresidente della Camera, Roberto Fico, prendendo la parola per la prima volta nell’aula di Montecitorio. «Non consentirò scorciatoie né forzature in dibattito parlamentare», ha aggiunto Fico, indicando il taglio dei costi della politica come primo obiettivo.
13.25: Napolitano si commuove in aula
Il presidente emerito Giorgio Napolitano si è commosso chiudendo il suo mandato da presidente temporaneo del Senato. Napolitano ha ringraziato i senatori per il senso di responsabilità. «Auguri a tutti, ci rivedremo in quest’aula», ha detto.
13.24: Casellati eletta con 240 voti
Maria Elisabetta Alberti Casellati è la ventiduesima presidente del Senato La senatrice di Forza Italia, è stata eletta al terzo scrutinio con 240 voti. A lei sono arrivati 240 voti. Valeria Fedeli (Pd) ha incassato 54 voti, mentre le bianche sono state 14. Una sola preferenza per Paolo Romani, 3 per Calderoli, 1 per Zanda, 2 per la Segre, 1 per Gasparri, 2 per Pinotti, una nulla
13.15: Fico è stato eletto con 422 voti
Roberto Fico risulta eletto presidente della Camera con 422 voti. Lo ha comunicato all’Assemblea di Montecitorio il presidente provvisorio Roberto Giachetti, rendendo noto il risultato dello spoglio.
13.08: Salvini, felice per il risultato e la compattezza del centrodestra
«Sono assolutamente felice, emozionato e orgoglioso che le Camere comincino a votare e della compattezza del centrodestra», ha detto Matteo Salvini, leader della Lega, parlando con i cronisti in Senato.
13.05: Fonti La Stampa, probabili dimissioni Gentiloni questa sera
Ugo Magri ci scrive: “È molto probabile che già stasera il presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, dia le dimissioni. Dopo le visite di rito sul Colle dei nuovi presidenti di Camera e Senato, Gentiloni verrà quasi certamente ricevuto da Sergio Mattarella per rimettere il mandato. Le dimissioni verranno accolte e il capo del governo resterà in carica per gli affari correnti”.
13.05: ELISABETTA ALBERTI CASELLATI ELETTA PRESIDENTE DEL SENATO, È LA PRIMA DONNA
12.54: ROBERTO FICO ELETTO PRESIDENTE DELLA CAMERA
Roberto Fico supera il quorum, è il nuovo presidente della Camera. Il leader del M5s, Luigi Di Maio, esulta tra i banchi del partito a Montecitorio.
12.48: Terminato il voto al Senato
È terminato ora il voto al Senato, si procederà dunque allo spoglio che dovrebbe vedere eletta Elisabetta Alberti Casellati. Francesca Schianchi scrive: “Durante lo spoglio in Senato il centrodestra fa partire l’applauso. Superato il quorum. Li seguono i Cinque stelle ma anche Pd e LeU: tutti in piedi. Napolitano: risparmiate le energie per l’applauso finale”.
12.37: Fico è già nella stanza dei presidenti a Montecitorio
Ilario Lombardo ci scrive da Montecitorio: “Roberto Fico è già nella stanza dei presidenti. Fuori dalla porta i commessi già con i guanti bianchi lo blindano. Il discorso è pronto: «Sarò il presidente del cambiamento. Questo non sarà più il palazzo della Casta»”.
12.36: Camera, al via lo spoglio della quarta votazione
È terminata nell’Aula della Camera la quarta votazione per eleggere il presidente.
Si procede ora allo spoglio, che è pubblico ed avviene in Aula. Le schede vengono lette una ad una dal presidente provvisorio Roberto Giachetti.
12.30: Toninelli (M5s), ora siamo ottimisti per il governo
«Con le presidenze delle Camere è stato fatto il primo passo, dopodiché possiamo iniziare a trattare la questione governo e io sono convinto che possa andare bene pure questa partita», dichiara il capogruppo M5s al Senato, Danilo Toninelli.
12.05: Seconda chiama alla Camera, ora Forza Italia vota
Parte la seconda chiama della quarta votazione per eleggere il presidente della Camera e i deputati di Fi votano in massa. I deputati forzisti, che non avevano risposto alla prima chiama, sono tutti al centro dell’Emiciclo, in attesa di essere chiamati dal deputato segretario a prendere la scheda da riempire in cabina.
11.50: Casellati vota in aula e poi esce
Raffica di foto per Elisabetta Alberti Casellati durante il suo turno di votazione a Palazzo Madama. La senatrice, in pole position per l’elezione a presidente, ha lasciato l’aula poco dopo. Negli stessi minuti Roberto Fico (M5S) ha partecipato alla votazione per eleggere il presidente della Camera.
11.25: Casellati sarà la prima donna presidente del Senato
Maria Elisabetta Alberti Casellati sarà la prima donna presidente del Senato. Veneta, classe 1946. Componente in carica del Consiglio superiore della magistratura, alla sua quinta legislatura a palazzo Madama e due volte sottosegretaria nei governi Berlusconi.
11.24: Rosato, rivoluzione M5s inizia da accordo con Berlusconi
«La rivoluzione a 5 stelle comincia con un bell’accordo con Berlusconi su presidenze Camer», scrive con un tweet il capogruppo del Pd, Ettore Rosato.
11.12: Toninelli (M5S), Casellati-Fico rispecchiano il cambiamento
«La decisione di votare Casellati e Fico per la presidenza delle Camere «rispecchia il voto popolare che è un voto di cambiamento. Aspettiamo a festeggiare», dichiara il capogruppo M5S al Senato, Danilo Toninelli.
10.57: Al via la terza votazione al Senato
Giorgio Napolitano dà il via alla terza votazione per l’elezione del presidente del Senato. Per questa terza votazione si dovrà raggiungere la maggioranza assoluta dei votanti conteggiando quindi anche le schede bianche. Nel caso questa non si raggiungesse, si procederà alla quarta votazione cioè al ballottaggio tra i due nomi più votati.
10.46: Renzi, stanno decidendo i caminetti
«Io sto alla larga, alla larghissima» dalla partita sui presidenti delle Camere. Lo dice Matteo Renzi arrivando al Senato. «Stanno decidendo i caminetti», aggiunge. Centrodestra va su Casellati? «Chi l’avrebbe mai detto...», risponde.
10.41: Al via il quarto voto alla Camera
È iniziato il quarto scrutinio a Montecitorio per l’elezione del presidente della Camera.
10.40: Giorgetti (Lega) conferma: trovato l’accordo
«Tutto a posto c’è il sole. Se abbiamo trovato l’accordo? Sì». Così Giancarlo Giorgetti parlando con i cronisti fuori al Senato.
10.37: M5s vota Casellati al Senato
Il Movimento 5 Stelle vota Maria Elisabetta Casellati (Forza Italia) al Senato. Sembra dunque tenere l’intesa raggiunta.
10.32 IL PUNTO: PRENDE FORZA LA COPPIA CASELLATI-FICO
Le riunioni del mattino di sabato nel centrodestra e nel M5s avrebbero al momento questo esito: Maria Elisabetta Casellati (Forza Italia) candidata unitaria del centrodestra al Senato, Roberto Fico (M5s) candidato del M5s alla presidenza della Camera.
10.30 Romani (Fi) si ritira dalla corsa per il Senato
«Mi ritiro per evitare un uso pretestuoso del mio nome», dice Paolo Romani.
10.26: Di Maio, passo indietro di Fraccaro alla Camera. M5s rilancia con Fico
«Abbiamo proposto Riccardo Fraccaro. Loro hanno posto un veto su Fraccaro e lui ha deciso di fare un passo indietro per il bene del movimento. Con lui abbiamo tutti un debito». Lo afferma Luigi Di Maio all’assemblea del M5S.
10.22 Il centrodestra propone Casellati al Senato
Il centrodestra propone Maria Elisabetta Casellati quale candidato alla presidenza del Senato. Sarebbe questo l’esito del vertice di Palazzo Grazioli.
10.18: La Lega punterebbe su Giulia Bongiorno per il Senato
Giulia Bongiorno per la presidenza del Senato è la proposta avanzata dalla Lega al vertice di centrodestra. Ipotesi che troverebbe però contrarietà di Fi e freddezza di Fratelli d’Italia.
10.10: Il centrodestra presenterà nomi nuovi per le presidenze
Il centrodestra, a quanto si apprende, farà altri nomi per le presidenze di Senato e Camera. È quanto avrebbero deciso di leader a palazzo Grazioli.
10.03: Forza Italia voterà scheda bianca alla Camera
I deputati di Forza Italia, secondo quanto scrive l’Agenzia ANSA, voteranno scheda bianca alla quarta votazione per eleggere il presidente della Camera.
9.54: Il Pd potrebbe votare un candidato di bandiera
È probabile che il Pd scelga di votare due candidati di bandiera, un deputato e un senatore Dem, al terzo scrutinio per l’elezione dei presidenti delle Camere. I nomi potrebbero essere quelli di Valeria Fedeli al Senato, e Roberto Giachetti alla Camera. Ma per una decisione definitiva, che dovrà essere ufficializzata nell’assemblea dei gruppi, si attende di conoscere l’esito del vertice del centrodestra a Palazzo Grazioli. L’assemblea dei democratici, in programma nella sala della Lupa di Montecitorio, perciò, non è ancora iniziata.
9.54: Napolitano, oggi si elegge il presidente, si deve
«Se oggi si elegge il presidente del Senato? Si deve eleggere, lo prevede anche il regolamento», ha detto il presidente della Repubblica emerito Giorgio Napolitano, arrivando a Palazzo Madama.
9.37: Di Maio: molto ottimista sul voto
«Se sono ottimista per le votazioni di oggi? Sono molto ottimista». Lo afferma Luigi Di Maio uscendo dall’hotel Forum al termine del vertice con Beppe Grillo, Riccardo Fraccaro, Alfonso Bonafede e Stefano Buffagni. «A breve vedrete cosa succede», spiega ancora.
9.22: M5s, vertice tra Beppe Grillo, Di Maio, Di Battista
È in corso un vertice all’hotel Forum di Roma, dove alloggia Beppe Grillo. Presenti, a quanto apprende l’Adnkronos, Luigi Di Maio, Alessandro Di Battista, Alfonso Bonafede, Riccardo Fraccaro, Stefano Buffagni e Pietro Dettori.
9.02: Salvini arriva a Palazzo Grazioli
È arrivato con qualche minuto di anticipo a Palazzo Grazioli Matteo Salvini, leader della Lega, per il vertice del centrodestra. Nella residenza romana di Silvio Berlusconi è presente Niccolò Ghedini e sono appena arrivati anche Maurizio Gasparri e Paolo Romani.
8.30: Prima del voto, il centrodestra cerca un chiarimento
Ugo Magri: “Stamattina, prima del voto, nuovo chiarimento di Berlusconi con Salvini e Meloni. Rottura definitiva oppure il Cav farà retromarcia per timore di danneggiare le sue aziende restando fuori da un governo grillo-leghista? Tra poco scopriremo”.
quanto guadagneranno
È stato calcolato che lo stipendio dei presidenti della Camera e del Senato ammonta a oltre 16.000 euro al mese netti.
Definire la cifra esatta non è molto semplice. Il sito del Senato e quello della Camera spiegano in una pagina dedicata come sono congegnate le retribuzioni dei parlamentari. La voce principale è quella che si chiama indennità, che rappresenta lo stipendio di deputati e senatori. L’indennità è calcolata prendendo come riferimento lo stipendio dei magistrati presidenti di Cassazione, cioè il gradino più alto della magistratura. Ammonta a 10.385 euro lordi. Al netto delle tasse il sito del Senato calcola che si riducano a poco più di 5.000 euro (5.300 euro dai quali vanno detratte le addizionali regionali), con un’aliquota fiscale pari quindi al 50%. In realtà, lo stesso sito, in un’altra pagina dice che sul 40% dell’indennità si applica una aliquota unica del 16%, molto inferiore a quella del calcolo precedente.
All’indennità vanno aggiunte le voci dei rimborsi spese.
Il primo è il rimborso che viene chiamato diaria e che dovrebbe servire a coprire le spese di soggiorno a Roma: 3.500 euro, che vengono però ridotti se il parlamentare si assenta nei giorni di votazione.
Alla Camera ci sono anche 3.690 euro di rimborso per quelle che vengono chiamate “spese di mandato” e che dovrebbero comprendere le spese vive sostenute per l’attività politica, compreso il collaboratore o i collaboratori. Le spese di mandato per metà devono essere giustificate mentre per l’altra metà sono corrisposte comunque, a forfait.
Al Senato ci sono due rimborsi, oltre la diaria. Il primo è un rimborso forfettario di 1.650 euro. Il secondo è il rimborso per l’esercizio del mandato ed è di 4.180 euro: anche in questo caso per metà deve essere giustificato e per metà no.
Il sito non dice se le cifre di questi rimborsi siano da considerare nette (come pare) o siano tassate.
Poi ci sono le agevolazioni per i viaggi arerei, ferroviari e in autostrada e, alla Camera, un rimborso di 1.200 euro all’anno per le spese telefoniche.
I presidenti percepiscono anche indennità d’ufficio, cioè lo stipendio che viene aggiunto a quello di parlamentare per il fatto di ricoprire quel particolare ruolo.
Per il presidente della Camera sono altri 4.223 euro netti e una cifra analoga spetta al presidente del Senato. Altre indennità di carica, più basse, ci sono per vicepresidenti e questori e per i presidenti delle Commissioni. Sui siti queste indennità non sono indicate.
Lo stesso presidente dell’Istat, Enrico Giovannini, incaricato dall’ultimo Governo Berlusconi e poi dal Governo Monti, si era trovato in grande difficoltà a determinare l’effettivo compenso dei parlamentari italiani.
Pietro Grasso e Laura Boldrini fin dall’inizio del loro mandato nel 2013 avevano annunciato di rinunciare a una parte della propria retribuzione. Grasso aveva dichiarato che sarebbe stata dimezzata la cifra netta, fissando il proprio compenso a 9.000 euro netti. Boldrini aveva chiesto di rinunciare a metà dell’indennità parlamentare e di quella di carica e alle spese forfettarie.
L’ufficio di presidenza della Camera aveva anche deciso che presidente, vicepresidenti e questori rinunciassero agli alloggi messi a loro disposizione dallo Stato.
Le ultime dichiarazioni dei redditi pubblicate indicano per Boldrini un reddito imponibile di 144.883 euro e per Grasso, che è anche ex magistrato, di 321.195 euro.
E dunque Riccardo Fraccaro è stato il candidato per una notte. Sacrificato in nome dell’amicizia con Luigi Di Maio, per coprire e poi rilanciare il nome di Roberto Fico per la presidenza della Camera. Nel gioco delle finzioni che lo scambio simbolico di prigionieri impone in politica, un candidato grillino doveva essere nominato e impallinato per offrire uno scalpo a Silvio Berlusconi e al centrodestra, costretto ingoiare il no su Paolo Romani e a bruciare Anna Maria Bernini per il Senato.
La Lega ha fatto da garante di questa tregua che ieri sera pareva impensabile. Ha confezionato una fragilissima motivazione per spiegare il suo veto su Fraccaro (“Una volta ha chiamato ladri i deputati in aula”), per andare in soccorso dei grillini e blindare il nome dell’ex presidente della Vigilanza Rai, il più ostile tra i 5 Stelle all’alleanza con il Carroccio. “Mai con la Lega. Siamo geneticamente diversi” diceva poco tempo fa, il deputato partenopeo che mai avrebbe accettato di sedersi con Matteo Salvini, colui che saltellò evocando il lavacro di fuoco del Vesuvio per tutti i napoletani.
Roberto Fico, classe 1974, leader dell’ala ribattezzata dai giornalisti come “ortodossa”, in questi anni di narrazione grillina Fico è stato il paladino, sconfitto, della fronda movimentista dei 5 Stelle, sempre più minoritaria nell’era della realpolitik di Luigi Di Maio.
I colleghi che confidavano in lui, nella sua ribalta, per frenare l’ascesa dell’attuale capo politico, che hanno dovuto constatare la propria debolezza di fronte all’egemonia di Luigi, vivono come una rivincita questo momento. Una tappa che porterà al governo con la Lega? C’è da giurarsi che ora Fico, a un passo dallo scranno più alto di Montecitorio grazie a Salvini, ci penserà due volte prima di dire “mai”.
Nato a Napoli, Fico è laureato in Scienze della comunicazione all’Università degli Studi di Trieste con indirizzo alle comunicazioni di massa. Dopo l’Erasmus a Helsinki, ha completato il percorso di studi con un master in Knowledge management al Politecnico di Milano. Pentastellato della prima ora, nel 2005 è tra i fondatori del Meetup Amici di Beppe Grillo a Napoli. Nel 2010 si candida presidente della Regione Campania e nel 2011 tenta la corsa a sindaco di Napoli. A dicembre dell’anno successivo è primo alle Parlamentarie del M5S nella Circoscrizione Campania 1 e grazie a 228 preferenze ottenute sul web viene candidato in prima posizione nella lista bloccata del M5S della circoscrizione. Alle elezioni politiche del 2013 è eletto nella XVII legislatura alla Camera dei Deputati, poi riconfermato il 4 marzo 2018.
CHI È LA CASELLATI
Stamattina Maria Elisabetta Alberti Casellati, senatrice di Forza Italia di 71 anni, è stata eletta nuova presidente del Senato. È stata eletta grazie a un accordo tra Movimento 5 Stelle, Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia. La sua elezione, come quella di Roberto Fico alla Camera, è arrivata dopo alcuni giorni di tensione tra Movimento 5 Stelle e Forza Italia. Alberti Casellati è nata nel 1946 a Rovigo e vive a Padova; è la prima donna eletta alla presidenza del Santo nella storia della repubblica.
Alberti Casellati è avvocatessa e questa legislatura è la sua sesta da senatrice. Ha fatto parte del Parlamento dal 1994 a oggi, fatta eccezione per la tredicesima legislatura (quella iniziata nel 1996).
Si è laureata in giurisprudenza e in diritto canonico nella Pontificia Università Lateranense e per diversi anni ha praticato come avvocato matrimonialista. Entrò a far parte di Forza Italia nel 1994, diventandone segretaria al Senato. Durante la sua carriera politica è stata anche sottosegretario prima alla Salute e poi alla Giustizia. Dal 2001 al 2006 Alberti Casellati è anche stata vice-capogruppo di Forza Italia. Nel 2014 il Parlamento riunito in seduta comune l’aveva votata tra i membri laici – cioè non provenienti dalla magistratura – del Consiglio Superiore della Magistratura. Sul sito Open Parlamento è possibile trovare più informazioni sui voti e le attività di Alberti Casellati nelle precedenti legislature.
Alberti Casellati il 23 marzo 2018 al Senato (Fabio Cimaglia / LaPresse)
Alberti Casellati è in Forza Italia sin dalla nascita del partito ed è considerata molto vicina a Silvio Berlusconi e, più nello specifico, a Niccolò Ghedini. Nel novembre 2017 Marianna Rizzini l’aveva descritta così sul Foglio:
Nessuno può dire che Casellati non sia stata alfiere del berlusconismo: il grande pubblico l’ha conosciuta come una delle punte televisive dell’area Cav. negli anni duri dei post-it gialli, delle dieci domande, dei processi, delle vere o presunte critiche anti-B. presso le alte cancellerie europee, fino al giorno del 2013 in cui, scontrandosi con Marco Travaglio in uno studio di La7, durante la trasmissione “Otto e mezzo”, il futuro direttore del Fatto se ne uscì con la frase “questa signora dice puttanate”, e Casellati alzò lo sguardo verso Lilli Gruber per rispondere “forse me ne vado io”.
Casellati è stata per alcuni anni uno dei politici di Forza Italia a andare più spesso in televisione.
Da stamattina circolano sui social network diverse sue dichiarazioni ostili ai matrimoni gay. Nel 2016, ospite al convegno “La famiglia è una. I diritti sono per tutti”, disse: «La famiglia non è un concetto estensibile. Lo Stato non può equiparare matrimonio e unioni civili, né far crescere un minore in una coppia che non sia famiglia. Le diversità vanno tutelate ma non possono diventare identità, se identità non sono».
Il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, l’ha conosciuta al Consiglio superiore della magistratura e di lei ha «un ottimo ricordo». L’ex presidente del Senato Renato Schifani l’ha avuta come vice capogruppo vicario dei senatori di Forza Italia: «Era il mio pretoriano nei momenti in cui dovevamo presidiare l’Aula perché la maggioranza del governo Berlusconi era risicata». L’avvocato e senatore Niccolò Ghedini, padovano come lei, ha passato intere giornate con lei quando era sottosegretaria alla Giustizia (2008-2011) ed esercitava molte deleghe strategiche affidatele dal Guardasigilli Angelino Alfano.
Infine Silvio Berlusconi l’ha sempre apprezzata perché oltre ad essere una parlamentare e una professionista molto efficiente ha un modo di presentarsi in pubblico (con sobrietà non rinuncia agli abiti eleganti e ai gioielli di rara fattura) che il Cavaliere ha sempre apprezzato.
La neo presidente del Senato, Maria Elisabetta Casellati — eletta pochi minuti dopo l’approdo di Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, allo scranno più alto della Camera— , è un famoso avvocato matrimonialista a Padova ( è laureata anche in diritto canonico) ed è la prima donna nella storia della Repubblica a ricoprire la seconda carica dello Stato. Ma prima di essere eletta consigliere laico dell’organo di autogoverno della magistratura (è stata al Csm dal 2014 al 2018), la senatrice di Forza Italia ha percorso molte tappe in Parlamento. Nel ‘94 ha aderito tra i primi a Forza Italia e da allora è stata da sempre vicina al suo leader, Silvio Berlusconi: eletta per la prima volta senatrice nel ‘94, nella XII legislatura, è stata sempre confermata (tranne che nel ‘96) in Parlamento e a Palazzo Madama ha ricoperto gli incarichi di presidente della commissione Sanità, vice capogruppo vicario di Forza Italia, membro del consiglio di presidenza del Senato come segretario d’aula, capogruppo di FI nella giunta delle elezioni.
È stata per due volte sottosegretari alla salute e dal 2008 al 2011 è approdata al ministro della Giustizia come vice di Angelino Alfano occupandosi di giustizia civile, edilizia penitenziaria e giustizia minorile. Un volto “amico” al Senato. Oltre ai buoni rapporti con i colleghi parlamentari, la neo presidente del Senato conta da anni su una rete di rapporti di cordialità con la struttura di Palazzo Madama. La sua segretaria è sempre la stessa e l’ha seguita anche nella parentesi al Csm. Fino a ieri ha mangiato insieme ai suoi collaboratori nel tavolo comune del ristorante del Senato. Dice di lei un suo affezionato collaboratore: «E’ inflessibile con se stessa e pretende il massimo dagli altri». La senatrice è sposata e ha due figli: uno fa il direttore d’orchestra e l’altra l’avvocato.
dimissioni di gentiloni
Adesso tocca a Paolo Gentiloni. Con l’elezione e la proclamazione dei presidenti del Senato e della Camera, Maria Elisabetta Casellati e Roberto Fico, il governo ereditato dalla XVII legislatura ha concluso la sua corsa. Il presidente del Consiglio, infatti, salirà al Quirinale nella serata di oggi, intorno alle 18; lì rassegnerà le dimissioni (nello studio alla Vetrata, con tutti gli onori) nelle mani del capo dello Stato Sergio Mattarella, che lo pregherà di restare in carica per il disbrigo degli affari correnti.
Fino a ieri sera, in mancanza di un accordo tra le forze politiche sulle presidenze delle Camere, l’appuntamento al Colle era stato fissato per domani mattina ma non è escluso che, vista la rapidità con cui si sono concluse le operazioni di voto, il tutto sia anticipato al pomeriggio sera.
Chi è in carica ora, se il governo d’è dimesso?
Gentiloni — le cui dimissioni dovrebbero essere comunicate ai nuovi presidenti di Senato e Camera dal segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti — resterà in carica con il suo governo per l’ordinaria amministrazione fino al giuramento di un nuovo esecutivo. Questo significa che, quand’anche le consultazioni del presidente della Repubblica dovessero portare a un incarico esplorativo nei confronti di una personalità per tentare di formare un governo, a sbrigare gli affari correnti sarà sempre l’esecutivo Gentiloni. E ancora: se nessuno dovesse riuscire a garantire una maggioranza parlamentare, e il presidente della Repubblica decidesse dunque di rimandare gli italiani al voto, a portare il Paese alle elezioni sarebbe ancora il governo Gentiloni.
Il via alle Consultazioni
Si tratta, ovviamente, di ipotesi estreme: non è mai accaduto nella storia della Repubblica italiana che a un voto sia seguito un altro voto, senza la nomina di un governo. Le Consultazioni tra il presidente della Repubblica e i presidenti emeriti, il presidente del Senato, quello della Camera e i capi delle forze politiche avranno inizio il martedì successivo alla Pasqua, il 3 aprile.
La visita dal capo dello Stato
Nel pomeriggio, come gesto di cortesia, i presidenti di Senato e Camera, Alberti Casellati e Fico, si recheranno in momenti separati dal capo dello Stato, alle 17 e alle 17:30.
LOAPA REPUBBLICA
ROMA - Le dodici ore che sconvolgono il centrodestra e portano all’elezione al Senato di Elisabetta Alberti Casellati lasciano macerie dentro Forza Italia. I capigruppo Romani e Brunetta abbandonano per protesta Il vertice dei leader col quale tra le 9 e le 10 del mattino si chiude l’operazione. È solo l’inizio dello smottamento. “Sono molto preoccupato. Non per me ma per il Paese. La direzione nella quale stiamo andando con la doppia geometria Camera Senato non è quella da me auspicata. Non è quello per cui ho lavorato in questi anni” dice sconfortato proprio Paolo Romani davanti la buvette di Palazzo Madama. In quei minuti il presidente Giorgio Napolitano sta procedendo alla proclamazione dell’avvocata padovana. Il riferimento del forzista è allo scenario futuro, la prospettiva di un governo con Di Maio e Salvini e i berlusconiani a fare da ruota di scorta.
Al vertice che i pontieri riescono a organizzare dopo la notte dei lunghi coltelli si presentano Salvini e Meloni. Berlusconi a sorpresa si fa trovare con una bozza di comunicato in base al quale Fi convergerebbe non più sul capogruppo Romani ma su Anna Maria Bernini. Proprio la forzista che la Lega col suo strappo aveva deciso di sostenere già dalla seconda votazione di venerdì pomeriggio. E sulla quale anche i 5 stelle avevano manifestato disponibilità e apertura.
Ma è una scelta che Romani e Brunetta, i due capigruppo presenti al vertice - assieme al presidente dell’Europarlamento Antonio Tajani, a Niccoló Ghedini, Maurizio Gasparri, Gianni Letta - prendono malissimo. Minacciano le dimissioni dall’incarico. E non condividono nemmeno la successiva decisione di ripiegare su Elisabetta Alberti Casellati.
Il Cavaliere si ritrova tra due fuochi. “Ma una via d’uscita la devi trovare, pur di uscire dall’angolo e ridare compattezza al centrodestra: fai tu un nome”, gli intima Salvini. Il suggerimento è di ripescare la terza scelta di Fi. Ghedini, che della collega e concittadina Casellati è big sponsor, per una volta si ritrova sulle stesse posizioni di Letta: scegliamo lei. Berlusconi accetta: è una sua fedelissima, al suo fianco negli anni bui degli scontri con le procure e delle leggi ad personam, membro del Csm in quota Fi. Tutti d’accordo, anzi no.
Romani e Brunetta abbandonano anzitempo il vertice e scuri in volto raggiungono Camera e Senato. “Preoccupati”, avviliti per quella che ritengono una resa su tutta la linea. Forse l’ultima di Fi. Da oggi per il centrodestra a trazione Salvini si apre un’altra storia.
CONCETTO VECCHIO SU REP
Quello di Salvini non è semplicemente un atto ostile nei confronti di Forza Italia: è una vera e propria Opa. Il risultato sarà la trasformazione del centrodestra in un partito unico guidato dal leader leghista.
La notte vissuta dai forzisti a Via del Plebiscito è stata segnata proprio dal dramma di un cambio d’epoca. Dopo lo strappo di Salvini, il Cavaliere si è ritrovato sostanzialmente solo a Palazzo Grazioli. Con lui sono rimasti Ghedini e la Ronzulli.
C’è stata una telefonata tesissima tra Berlusconi e Salvini, conclusa con un sonorissimo click. Il capo di Forza Italia ha sentito anche alcuni esponenti del Pd che, però , si sono dichiarati impossibilitati a trovare una soluzione. Per qualche minuto infatti era tornata l’ipotesi di lanciare il nome della Bonino al Senato o Franceschini alla Camera. Idee tramontate nel giro di qualche secondo. Il Carroccio ha dalla sua i numeri: con l’M5S sono maggioranza assoluta.
In Forza Italia la crisi si è trasformata in tormento, è scoppiata una rivolta silenziosa proprio contro il Cavaliere reo di aver gestito male la trattativa. Il fronte interno “filoleghista” si è ripetutamente consultato. Toti in tutte le conversazioni ha chiesto di accelerare l’addio alla leadership di Berlusconi. L’obiettivo è archiviare il Cavaliere e puntare a un partito unico di destra, o al massimo una federazione. Del resto, tutti i parlamentari berlusconiani adesso si pongono un solo interrogativo: “Chi ci garantirà il seggio alle prossime elezioni?”. E la risposta è univoca: Salvini e non più l’anziano leader.
Per questo Berlusconi alla fine si è sentito costretto a scendere a patti con l’alleato-nemico. Almeno a provare un’intesa in extremis. Ma accordo o scontro, Salvini ha comunque posto le basi per essere davvero il capo di tutto il centrodestra.
La sterzata di Salvini infatti si basa sul patto di ferro con Di Maio. I due si sono sentiti al telefono fino a notte fonda. Anzi, è stato il segretario leghista a consigliare ai grillini di formalizzare in anticipo la candidatura di Fraccaro alla Camera (prima del rilancio di Fico). L’obiettivo ormai è il governo e soprattutto una legge elettorale bipolare e con premio di maggioranza che fotografi il nuovo sistema dei partiti.
Il Pd ha provato a inserirsi nella trattativa ma ogni contatto è naufragato dinanzi al niet di Renzi. L’ex segretario forte di una componente decisiva dentro i gruppi parlamentari esercita un potere di veto insuperabile. E non nasconde che il suo obiettivo è quello di porsi come alternativa esattamente come fecero M5S e Lega nella scorsa legislatura.