la Repubblica, 23 marzo 2018
Basta fuochi d’artificio, uno show con 200 droni nel cielo sopra Torino
TORINO Prima degli autisti e degli operai saranno i pirotecnici a essere sostituiti dai robot. Almeno a Torino, per la festa patronale di San Giovanni. Lo ha annunciato la sindaca Chiara Appendino che organizzerà per la notte del 24 giugno uno spettacolo con 200 droni luminosi che danzeranno nel cielo al ritmo di musica. Addio fuochi d’artificio, rumorosi e terrificanti soprattutto per gli animali domestici, ma anche “poco sostenibili sul piano ambientale”, e benvenuto alle nuove tecnologie, sperimentate per la prima volta, con qualche difficoltà, durante le cerimonie olimpiche di PyeongChang, in Corea del Sud il mese scorso. «Siamo la prima città in Italia a sviluppare questo progetto e lo dico con un certo orgoglio», annuncia la prima cittadina dal suo profilo Facebook.
A realizzare il progetto potrebbe essere l’azienda statunitense di Intel, la stessa che ha curato lo show olimpico in Corea, ma la ricerca di imprese che siano in grado di garantire gli adeguati livelli di sicurezza è in corso. Così come va avanti la discussione con l’Enac, l’Ente nazionale per l’aviazione civile che regolamenta l’uso dei droni. In volo sul Po ci saranno alcune centinaia di droni, controllate da un software che li farà muovere in sincro, con un solo pilota a coordinare l’attività: «Le norme sul volo dei droni non esclude che un solo pilota possa guidarne più di uno alla volta come è previsto da questo – spiega l’ingegner Riccardo Delise dell’Enac – Ma si tratterebbe del primo caso concreto; per autorizzare operazioni di questo tipo dobbiamo capire che sistema informatico sarà utilizzato e che tipo di evoluzioni in aria si vogliono fare».
L’ok definitivo quindi non è ancora arrivato: «Dobbiamo sapere chi farà lo show – continua Delise – Poi redigeremo l’analisi del rischio, creeremo cioè una lista delle situazioni di pericolo per evitare danni alle persone, poi ci sarà una sperimentazione in aperta campagna, e se tutto sarà in regola arriverà l’ok». Lo spettacolo con i droni luminosi richiede particolari attenzioni: non possono volare sopra le persone, ma solo in un’area sgombra e con una zona isolata attorno per evitare che velivoli in avaria precipitino sugli spettatori.
La decisione di sostituire i fuochi d’artificio fa discutere, con i torinesi divisi a metà tra chi da anni si batte per lo stop al tradizionale spettacolo pirotecnico ( che va avanti dal 1975) e chi vede minacciato dai droni un appuntamento irrinunciabile. In piazza Vittorio, la più grande della città, lungo il Po, ma anche sulla collina si radunano ogni anno più di 200mila persone per assistere allo show che chiude i festeggiamenti del santo patrono di Torino. Festeggiamenti tornati negli anni Settanta, quando Andrea Flamini, storico presidente dell’Associassion Piemontèisa, convinse l’amministrazione comunale a riportare in piazza i festeggiamenti che erano stati interrotti a metà Ottocento. Da allora al tradizionale fuoco in piazza Castello, chiamato “farò”, sulla cui caduta si realizzano i vaticini per l’andamento del resto dell’anno, si sono affiancati i fuochi d’artificio. La Lega è la più critica sulla scelta di Appendino: «Si distrugge la tradizione e la storia della città», attacca il capogruppo leghista in consiglio comunale, Fabrizio Ricca.
La sindaca però è convinta che quella dei droni luminosi sia la strada giusta: «Non saranno cancellate tutte le celebrazioni tradizionali, dal corteo storico al farò – spiega – Con questa tecnologia celebreremo la nostra festa patronale rispettando la tradizione dell’atto finale con lo spettacolo di luci e musica, ma soprattutto rispettando l’ambiente, i cittadini e gli animali».