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 2018  marzo 23 Venerdì calendario

Intervista a Suor Cristina: «Grazie alla musica ho girato il mondo. Il Papa mi ha detto: vai avanti così»

Quattro anni fa vinceva The Voice, riceveva i complimenti di Alicia Keys e Whoopi Goldberg, arrivava a oltre 100 milioni di view su YouTube. 
Suor Cristina, come è cambiata la sua vita?
«Ho viaggiato tanto. Sono stata in Francia, Polonia, Giappone, Stati Uniti, Malta... Il Signore mi ha dato questa bellissima possibilità, prima di The Voice a parte il noviziato in Brasile non avevo mai viaggiato. Ho avuto l’opportunità di aprire i miei orizzonti, di fede e personali».
Ha incontrato anche papa Francesco...
«Ci siamo visti in Vaticano, io gli ho spiegato chi ero e lui mi ha fatto capire che lo sapeva. Mi ha incoraggiata: “avanti così, avanti così suora”. È bello avere il suo consenso per quello che sto facendo».
La popolarità l’ha fatta vacillare?
«All’inizio è stata difficile da gestire, adesso invece mi stupisco ancora che ci possano essere 5 mila persone che vengono a vedermi cantare, mi ascoltano e sono felici: è incredibile, io non faccio niente di speciale».
Mai avuto la tentazione di rinunciare ai voti?
«Questo terremoto mi ha fortificato. Il mio valore non è dato dalla popolarità, per me è importante solo Gesù, e questo mi dà equilibrio».
Una suora ha dubbi su Dio?
«I dubbi su Gesù li abbiamo, ma li avevano anche i suoi discepoli nonostante lo abbiano visto e toccato. Bisogna sempre interrogarsi, un po’ di san Tommaso non guasta, a maggior ragione in questa società quasi senza Dio».
Dal punto di vista di un cristiano è «peggio» un ateo o chi professa un’altra religione?
«Non la vedo così, penso siano entrambi una ricchezza. Mi capita di incontrare tanti buddisti e invidio la loro fermezza di fede e convinzione. Sembra invece che a volte noi cristiani ci vergogniamo del nostro credere. L’ateo invece mi può portare a farmi delle domande, a interrogarmi, dunque anche lui rappresenta una ricchezza».
Al di là dei viaggi lei continua il suo cammino di vita spirituale nella Congregazione delle Orsoline della Sacra Famiglia a Milano.
«Lì vivo una vita normale, scandita dagli orari di preghiera e dalle attività legate alla scuola dell’infanzia e al pensionato universitario. Siamo solo 4 suore, c’è tanto da fare».
Non è che le altre sono invidiose del suo successo?
«No, ho il supporto e l’appoggio della mia congregazione. Certo quando sono via nei miei viaggi per loro è un sacrificio, ma il loro sostegno è sempre presente».
Lei è ambiziosa?
«Sì, sono molto ambiziosa, ma lo sono per Cristo. Devo ambire alla conversione di più cuori che posso, la mia missione è salvare anime».
Qual è la sua missione con la musica?
«Arrivare ai cuori delle persone, è stato grazie alla musica che il Signore mi ha chiamato a sé. E ora voglio ridare quello che ho preso: usare il potere della musica per poter comunicare. Nelle mie canzoni non parlo apertamente di Gesù, ma c’è sempre un messaggio implicito di amore, bellezza e speranza».
È «Felice», come il titolo del suo nuovo album appena uscito per Universal?
«Sono felice ma non per il disco, la mia felicità è data da altro. Ma il disco vuole essere un augurio, un messaggio di bellezza e speranza a un mondo incupito e triste».
Perché siamo incupiti?
«Perché bisogna trovare equilibrio tra terreno e divino. Bisogna ritagliarsi spazi per entrare in contatto con noi stessi e cercare qualcosa di profondo. La felicità non è mi compro il nuovo iPhone, ma una gioia cosciente, è qualcosa che è dentro di noi».