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 2018  marzo 23 Venerdì calendario

Un gelato al Salvini

Signor Salvini, ho saputo della disavventura che le è capitata in una gelateria milanese, dove la commessa non ha voluto servirle un cono fiordilatte e fragola da due euro e cinquanta (senza flat tax). Apprezzo il suo tentativo di assumere abitudini meridionali, accostando la voglia di gelato all’inizio della primavera, nonostante nella sua città girino ancora tutti con il cappotto. Apprezzo molto meno il comportamento della commessa, che ha opposto un diniego alla sua legittima richiesta di cono e, redarguita dalla titolare, ha motivato il gesto così: «Io non servo i razzisti». Con ciò dimostrandosi tale, perché è razzista anche chi discrimina gli altri in base alle loro idee. La ragazza si è tolta il grembiule e ha lasciato il lavoro. Ma a casa ha fornito una versione diversa, dal momento che la madre – il cui passato in Forza Italia, caro Salvini, dovrebbe indurla a riflettere sull’affidabilità di certi alleati – ha pubblicato un messaggio, poi cancellato, in cui imputava il licenziamento della figlia addirittura a Lei.
Non sono così presuntuoso da dare consigli a uno che è riuscito a fare votare la Lega persino dai calabresi. Però troverei molto nobile, da parte sua, se scrivesse alla titolare della gelateria. Non tanto per dire, come ha già fatto, che tornerà a trovarla, ma per chiederle di richiamare al lavoro quella ragazza fanatica. A vent’anni può capitare a tutti di sbagliare per un’idea. Dopo si continua a farlo, ma di solito per interesse.