ItaliaOggi, 23 marzo 2018
Diritto & Rovescio
Per capire come le differenze fra le due nazioni che si definiscono cugine (la Francia e l’Italia) siano alle volte abissali, lo abbiamo dimostrato ampiamente ieri, raccontando come i due suoi più autorevoli e diffusi quotidiani (le Monde e le Figaro) sono in grado di nascondere notizie importantissime solo perché esse riguardano l’altissima nomenclatura parigina. Oggi vogliamo parlare della perorazione tenuta dal presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, a favore della lingua nazionale davanti agli «Accademici di Francia». Macron non si è tenuto sugli auspici generici ma ha invitato i professori di francese (da lui preventivamente definiti «degli eroi») a organizzare nelle scuole «esercizi multipli, dal dettato alle esposizioni di eloquenza, dalla lettura a voce alta al canto, dalla recitazione alla meditazione sulla radice delle parole che passa per la risoluta rivitalizzazione delle lingue antiche». Nessun presidente italiano si sarebbe spinto a tanto. E fa male.