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 2018  marzo 23 Venerdì calendario

Addio contanti e carta Lo smartphone come portafoglio digitale

«Non è un sistema di pagamento alternativo bensì la digitalizzazione di un modello, consolidato, che prevede l’uso di una carta di pagamento elettronica».
Per ufficializzare il lancio in Italia del digital wallet, Carlo Barlocco, Presidente di Samsung Electronics, è ricorso a una sintesi efficace, partendo dalla centralità dello smartphone nella vita degli utenti digitali, non a caso definito un “telecomando personale e multifunzione”, per arrivare all’esperienza d’uso di un servizio che vuole essere un “add on” facilmente accessibile, sicuro e a costo zero per l’utente. La peculiarità di Pay, fruibile solo da chi ha scelto i telefonini della casa coreana, è quella di trasformare il device mobile in un portafoglio digitale per pagare alla cassa senza estrarre contanti e carte elettroniche. Un tocco sulla parte inferiore dello schermo dello smartphone, un click per selezionare la carta desiderata, un veloce passaggio per identificarsi/autentificarsi e quindi un semplice gesto per avvicinare il dispositivo mobile al terminale Pos: pochissime decine di secondi in tutto e la transazione è completata.
«È un sistema veramente friendly ed economico, perché non richiede alcun fee all’utente per attivarlo e non richiede commissioni sulle transazioni alle banche e agli esercenti», aggiunge Barlocco. Dalla sua ha sicuramente il pregio della versatilità, in quanto può operare con tutti i Pos, sia quelli basati su tecnologia Mst (Magnetic Secure Transmission) per le carte a banda magnetica, sia quelli dotati di connettività Nfc (Near Field Communication) e predisposti per le transazioni con le carte contactless. E la sicurezza dei dati? Da Samsung si dicono certi che il servizio è molto più affidabile di una carta tradizionale, in quanto opera su dispositivi e infrastrutture dotate delle più avanzate tecnologie di protezione e perché l’inviolabilità dei dati della carta è assicurata dal fatto che gli stessi dati non vengono mai trasferiti, perché a gestire le operazioni sono appositi token digitali generati via software. Samsung Pay, insomma, si presenta come uno strumento per smistare i propri pagamenti appoggiandosi a una pluralità di carte (credito, fidelity e prepagate) e circuiti. Al momento del lancio i partner ufficialmente accreditati sono Visa, Banca Mediolanum, BNL, CheBanca, Intesa Sanpaolo, Nexi, Unicredit, Mastercard, il circuito Maestro, Hello Bank e V Pay. Dal caffè a qualsiasi altro bene o servizio si può acquistare di tutto; basta avvicinare lo smartphone al Pos, dopo aver autorizzato la transazione con la scansione dell’impronta digitale o dell’iride (o l’inserimento di un Pin), e l’operazione è presto conclusa. L’unico limite, al momento, è semmai l’impossibilità di utilizzare le carte bancomat.
«Lanciamo Pay in Italia prima che in altri Paesi, per esempio la Germania, perché riteniamo il nostro mercato importante per i pagamenti digitali. Puntiamo a creare affezione al servizio – ha sottolineato ancora Barlocco – e ci interessa fare volume in fatto di transazioni e molto meno l’importo dello scontrino medio. Pay è un valore aggiunto degli smartphone Galaxy (una decina i modelli compatibili, inclusi ovviamente i nuovi S9 e S9+, ndr) e costituisce un ulteriore canale di promozione del prodotto». Quanto ai previsti livelli di adozione e di fruizione del servizio, Samsung non si è data particolari obiettivi. «Difficile dire quanti utenti lo utilizzeranno per effettuare pagamenti in modo continuativo. Puntiamo sul fatto che in molti scaricheranno l’applicazione e ne testeranno la facilità d’uso. Quanti? Speriamo il 50% di chi ha in tasca uno smartphone Galaxy compatibile». Ad oggi l’app Pay conta circa mezzo milione di installazioni.